martedì 25 febbraio 2025

Attorno al dragone

 

“Fa’ qualcosa” Il passante Draghi in giro per Bruxelles
DI DANIELA RANIERI
Anche da questa colonna, come già Marco Palombi sul Fatto del 20 febbraio, rispondiamo alla mozione Mario Draghi “Grazie, ma no, grazie”, titolo della canzone migliore dell’ultimo Sanremo. C’è ancora qualche oriundo di Marte o di Alfa Centauri che non è ancora a conoscenza del fatto che sono state proprio le politiche di austerità, di tagli alla spesa sociale, di degradazione del welfare, di bellicismo sfrenato, di mercatismo a ogni costo, di competizione tra deboli e debolissimi, di corsa al riarmo, di volete la pace o i condizionatori, cioè la quintessenza del draghismo, a portare allo stato attuale?
“Fate qualcosa”, dice Draghi espletando il suo nuovo lavoro – francamente un po’ imperscrutabile – di Super-consulente dell’Unione europea, che infatti tanto bene sta facendo a livello economico e geopolitico, suscitando gli squittii arrapati di tutta la stampa (“Draghi come il Nanni Moretti del ‘di’ qualcosa di sinistra!’”, come se Draghi fosse un artista del tutto estraneo alla politica e soprattutto come se la sinistra per Draghi e per quelli del suo Isee non fosse l’Anticristo). Prima bisognava fare tutto quello che la situazione richiedeva, whatever it takes, per salvare l’euro, cosa che in effetti è stata fatta (chiedere ai greci), usando lo spread come un caterpillar per radere al suolo ospedali pubblici, piccoli negozi, taverne e case senza boschi verticali sulle balconate.
Chissà perché, peraltro, alle elezioni del 2022 ha vinto Meloni, l’unica a non far parte del Governo dei Migliori che evidentemente era tale solo per i giornali del blocco padronale. E menomale che gli italiani, senza ascoltare Confindustria, hanno respinto la cosiddetta riforma costituzionale di Renzi, altrimenti oggi avremmo un “Senato delle Autonomie” pieno di amministratori locali di FdI dotati di immunità (non solo quelli ancora a piede libero, quindi, ma anche quelli in galera o ai domiciliari per ‘ndrangheta). Per tornare a Super-Mario e al suo Super-consiglio all’Europa di fare qualcosa: noi che abbiamo sempre ritenuto il banchiere uno sfornatore di frasi fatte, tipo quella che “non c’è alternativa alla vittoria dell’Ucraina sulla Russia” (che invece, come s’è visto, c’era), siamo sobbalzati quando l’abbiamo sentito dire che l’Europa non cresce, contrariamente a quanto si legge sulle previsioni ufficiali dell’anno scorso della stessa Ue, peraltro già consigliata da Draghi. (Noi, per non saper né leggere né scrivere, metteremmo qualche sanzione alla Russia).

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