martedì 30 giugno 2015

Telefonata



Confronto




Pare che Kim Jong-un abbia giustiziato l'architetto che gli ha realizzato il nuovo aeroporto di Pyongyang perché la costruzione non gli sarebbe piaciuta.

C'è da chiedersi allora che cosa avrebbe fatto all'ideatore delle "lavatrici" di Genova..


Greecia


Pensieri



Filosofi



Ahahahah



Mi scompiscio sempre dal ridere ogni qualvolta leggo ed immagino alte personalità acclamate nelle loro mise alla moda, confabulanti di tassi, valute ed affini, con grande seguito di pletore compiacenti che, profumati al giusto, entrano in templi moderni per scommettere su cambi euro-dollaro, su l'indice Eurostoxx50 o su Bpt italici o spagnoli, addirittura mediante Future che permettono di muovere grosse cifre senza averle a disposizione e che continuiamo a venerare come illuminati ammirandoli nel parlare alto, toccando cieli finanziari per pochi, mentre nel contempo appiccichiamo al babbano sfidante la sorte mediante macchinette mangiasoldi, scommesse e terni ed ambi a nastro, il lurido titolo di stolto figuro senza dignità né speranza. 
Gasp!

lunedì 29 giugno 2015

Ma guarda che strano!


Improvvisamente come un calcio in culo di un ronzino mansueto, Angela Merkel proclama a gran voce teutonica: "Se fallisce l'euro fallisce la Comunità Europea"
Azz! 
E Juncher dal passato consigliere per evadere le tasse ai ricconi, di rimando "Chiederò ai greci di votare si al referendum!"
Che sta succedendo se perfino Obama ha chiamato Merkel esortandola a salvare i greci?
Già! Che sta succedendo nel mondo? Come mai questo improvviso cambio di marcia, questo accudire un paese a cui a nessuno è mai fregato una mazza?
Parrebbe semplice! 
Ci sono due signori che hanno aguzzato ingegno ed orecchie, che sognerebbero di poggiare piedi e magari armi nel bel mezzo dell'Europa, ed è quello su cui Tsipras non troppo velatamente fa leva per convincere i diversamente europei, vedi banche ed affini, a non lasciar morire la Grecia.

Chi sono questi due signori? 

Bè non è difficile immaginarlo...



2015?


La tradizione può essere causa frenante di una modernità benefica che trasformi arcaiche norme bisunte di piaggeria, in occasioni di sviluppo sociale?

Leggendo i resoconti di un pranzo alla presenza della Regina Elisabetta, parrebbe di no.

Ci sono delle regole centenarie che paiono non solo obsolete, fuori moda ma addirittura contro un tentativo di smitizzare "dei" che, incarnando il simbolismo, frenano "l'umanizzazione dell'umanità".

Sapevate ad esempio che se vi trovaste a tavola con la Regina non potreste mangiare nulla prima che ella inizi? Bè si ci può stare: una buona norma così la si applica anche ad esempio se venite invitati a casa di qualcuno.

Ma... la regola dice che quando è servito il primo la Regina parli con chi ha alla sua destra, ossia l'ospite più importante. E una volta che arriva il secondo, parlerà con l'ospite alla sua sinistra. E prima di ciò nessuno potrà parlare, come in un assurdo collegio! 
Hamilton ospite alla sinistra ad esempio è stato redarguito perché ha iniziato a parlare di sua spontanea iniziativa, senza aspettare il turno stabilito dal cerimoniale.
E quando la Regina passa a quello alla sua sinistra tutti gli invitati parlano con quello alla propria manca.

Nessuno può continuare a mangiare una volta che la sovrana abbia terminato il pranzo. Per ovviare a questa norma a volte Elisabetta si fa portare un'insalata che lascia sul piatto in modo che gli invitati possano continuare a mangiare. 

E se per caso Elisabetta volesse essere sollevata dal desco che reputa non consono alla sua persona, ha un messaggio inequivocabile da trasmettere alla servitù: appoggiare la borsetta per terra. Quello è il segnale! Subito dopo qualcuno, con una scusa, le si avvicinerà facendola alzare e liberandola.

Sorge una domanda spontanea: ma lasciarla mangiare da sola, lei e tutte quei codicilli che infangano lo sviluppo e la marcia verso una crescita sociale, no?

Sfotti che cambia


Ecco cosa può salvare il calcio: lo sfottò ovvero la presa per i fondelli bonaria e pacifica di tifoserie antagoniste, come questi doriani che, noleggiato un aereo, gli hanno fatto percorrere due volte la Liguria con appeso uno striscione sfottente l'esclusione dalle coppe degli acerrimi rivali genoani.
Chi scrive in tempi lontani tornando da Cesena si era ritrovato nel portone un enorme B provocante dolore in maniera chirurgica molto più dolorosa di schiaffi e calci.


Lo sport nazionale va riportato in questi meandri inesplorati, riuscendo a riappropriarsi di commenti e giudizi oggi in mano ad impomatati ricconi auto-convintisi di essere stai illuminati dalla dea Eupalla, svelandoci tattiche ed errori, senza capirci essenzialmente una mazza. 

Il calcio si deve rifondare partendo dalle diatribe sane dinnanzi ad un litro di birra circestense, deve riascoltare i pensieri ed i desideri di coloro che lo vivono come realmente è, un gioco, deve svuotare tribune tronfie di portoghesi che vanno a vedere un incontro profuma-ti/te come bagasse del porto tra flash ed occhiatine, solo per il gusto (o la necessità) di comparire, di esserci. 


Soprattuto dovrà svuotare le curve, bonificandole, imponendo una presenza maggioritaria di allegri filibustieri pronti a sfottere chiunque, eliminando inoltre il deismo presente negli spogliatoi, con attori tanto gasati da non comprendere più la vera essenza bonaria della loro occupazione, questo correre dietro ad un pallone, attualmente ancora in mano purtroppo a famelici orchi onnivori, vulgo Blatter e company.


domenica 28 giugno 2015

A proposito di Kiko!

Un illuminante articolo del sociologo Marco Marzano...

Al Family Day di sabato scorso ha parlato per ultimo come sempre fanno i capi nei comizi. E ha parlato tantissimo, quasi un’ora, molto più a lungo di tutti gli altri oratori. È Kiko Arguello, il leader assoluto dei neocatecumenali, il gruppo che egli stesso ha fondato quasi mezzo secolo orsono: un’organizzazione ipergerarchica, con una catena di comando quasi militare che risponde a lui, l’ex pittore spagnolo non propriamente di successo, rivelatosi uno straordinario evangelizzatore; prima nei quartieri popolari di Madrid e poi in Italia, sua patria di elezione.


SUL TERRITORIO

La loro crescita si deve all’appoggio di Giovanni Paolo II. Ma è una crescita che desertifica le parrocchie

 

All’inizio, i seguaci di Kiko hanno vissuto nella semi clandestinità, coagulati attorno a poche parrocchie e in particolare a quella romana intitolata ai Martiri canadesi. La svolta, come per gli altri movimenti ecclesiali, è arrivata con il pontificato di Giovanni Paolo II. Il papa polacco sviluppò verso l’organizzazione di Kiko un affetto particolare, ricambiato: tantissime le volte in cui li ha incontrati, soprattutto nelle parrocchie romane e sempre massiccia la loro partecipazione alle Giornate Mondiali della Gioventù o alle grandi adunate di massa indette dal wojtyliano Cardinal Camillo Ruini.

ORGANIZZAZIONE GERARCHICA

Decide tutto il leader, dalla catechesi all’uso delle risorse frutto delle donazioni, i preti contano poco e niente

Si dice che il braccio destro di Kiko, Carmen Hernandez, avesse un accesso talmente privilegiato in Vaticano da vedersi consentita, privilegio rarissimo, la possibilità di trascorrervi la notte, che disponesse lì di una sua cameretta. Il favore con cui Giovanni Paolo ha guardato al movimento ne ha consentito l’enorme crescita. Una crescita maligna però, perché uccide tutte le creature sociali circostanti, a partire dalle parrocchie, desertificate e impoverite quando arriva il Cammino.

Quello neocatecumenale è un percorso iniziatico finalizzato, così sostiene Kiko, a riscoprire la purezza della propria fede cristiana. Le tappe di questo lunghissimo cammino (dura più di dieci anni) sono state tutte partorite dal genio organizzativo di Kiko, al pari dei canti (molto importanti nella vita dell’organizzazione) e delle immagini che appaiono nei luoghi dove il Cammino si è insediato. Kiko è anche l’autore delle catechesi, gli ammaestramenti che i dirigenti dell’organizzazione somministrano agli adepti. Nel Cammino sono ridotte al minimo le differenze locali, la creatività e l’intelligenza personali: le parole del capo echeggiano a ogni latitudine. Sempre uguali. Le nenie ripetute si fanno gergo, diventano standard, finiscono col sostituire il linguaggio comune.

Un prete mi disse una volta che lui riconosceva i catecumenali in confessione dall’uso ossessivo di certe parole. È un lento processo di svuotamento della soggettività e della libertà quello che praticano i neocatecumenali. Il futuro adepto viene attirato da uno striscione all’esterno di una parrocchia dove si invita a frequentare una "catechesi per adulti". O, più spesso, convinto a parteciparvi da qualche parente o conoscente. All’origine della scelta c’è sovente una crisi personale o il desiderio di compiere un’esperienza spirituale intensa, un’ansia di conversione.

 

Le prime catechesi sono introduttive, il nome di Kiko e della stessa organizzazione non viene fatto mai o quasi. Terminano con un weekend di convivenza, nel quale nasce ufficialmente "la comunità", quella cellula sociale destinata a vivere insieme per decenni. E a condividere tutto: le convinzioni profonde, prima tra tutte "l’apertura alla vita" e cioè il figliare senza limiti, la fedeltà a Kiko, il denaro (i membri del Cammino sono caldamente invitati a devolvere all’organizzazione una parte del loro stipendio) e soprattutto la vita intima, i segreti più riposti. Già negli incontri settimanali tutti i "fratelli" e le "sorelle" rivelano agli altri gioie e patimenti, problemi e speranze. Ma è durante i famigerati "scrutini", nel passaggio da un livello iniziatico a quello superiore, che la vita degli adepti viene vivisezionata, che costoro sono invitati a elencare di fronte al resto della comunità i loro peccati. Ai quali si aggiungono quelli indicati dagli altri membri che, esortati dai catechisti, riferiscono, faccio un esempio che mi è stato riportato da un partecipante, di aver visto lo scrutinando in compagnia di una donna che non era la moglie o di averlo udito bestemmiare. Eccetera.

Anche la liturgia è stata ridefinita da Kiko. Se un cattolico "normale" entrasse in Chiesa durante una messa neocatecumenale penserebbe di essere finito in un tempio non cattolico. E forse è proprio così. Per questo motivo, le funzioni si svolgono il sabato sera, alle 21. Sulla carta sono aperte a tutti i cattolici, ma ci vanno solo i membri della comunità. In ogni caso, per organizzarle serve il consenso del prete. Ancor meglio se il prete medesimo diventa catecumenale, in modo che possa consegnare al movimento l’intera parrocchia.

I sacerdoti contano pochissimo nel Cammino: sono equiparati agli altri fratelli; devono, al pari degli altri, far parte di una comunità e percorrere le tappe dell’iniziazione. La principale funzione loro attribuita in esclusiva è la celebrazione eucaristica. I preti servono in realtà al Cammino soprattutto per penetrare in parrocchia, per colonizzarne ogni interstizio. Un certo numero di preti si è in questi anni convertito al Cammino: molto spesso in conseguenza della solitudine o della disperazione di fronte allo svuotamento delle chiese. I nuovi preti si stanno invece formando nei seminari Redemptoris Mater che Kiko ha ottenuto l’enorme privilegio di aprire per formare propri sacerdoti.

 

L’allergia al "genere" che Kiko condivide con tanti partecipanti alla manifestazione di sabato è, almeno nel suo caso, soprattutto allergia alle donne, alle loro aspettative di contare come i maschi. Anni fa ho intervistato una ragazza single ex catecumenale che mi raccontò di essere stata invitata dai dirigenti del Cammino ad accompagnare una "famiglia in missione" di evangelizzazione all’estero e lì di essere stata costretta ai lavori più umilianti, alla completa sottomissione all’uomo capofamiglia. E non è certo un caso isolato.

Non stupiscono le parole che Kiko ha implicitamente indicato nelle "donne che privano i loro mariti dell’amore" le principali responsabili dei femminicidi. Più sorprendente, nell’intervento di Kiko, la nota polemica verso il segretario della Cei Galantino, accusato di pensare troppo alla "cultura" e al "dialogo" e meno alla drammatica situazione della fede in Europa. Credo si tratti di un attacco a nuora per colpire suocera, cioè di un attacco al papa, le cui intenzioni riformatrici, Kiko e tutto lo schieramento conservatore, vedono come gratuito omaggio ai nemici del cristianesimo.

Se il papa fosse il nemico numero uno di tutti costoro, rimane da chiedersi perché, con calma certo, ma non troppa, il papa non riservi loro il trattamento che Giovanni Paolo II, da una posizione opposta, riservò ai suoi avversari più tenaci, al gesuita Padre Arrupe o a quei teologi della liberazione a suo tempo sconfessati ed emarginati. Sarebbe un’azione autoritaria. Ma forse salverebbe la Chiesa Cattolica dal diventare quella di Kiko.

Vamos!

Vai fratello greco, è giunto il momento di bloccare questo potere bancario, di straccionare quel nasone con i capelli bianchi che vediamo passare in tv con un'aria da facciadimerda e che vorrebbe imporre sacrifici inimagginabili ad un popolo intero, infischiandosene di povertà, suicidi, impazzimenti al fine di sottostare a regole di questo cazzo di fondo mometario da abbattere o al limite da riformare.

Vai Grecia apri la pista per stravolgere questa Europa che di comunità non ha nulla, retta da uno che nel suo micro paese tutto banche e niente poesia, insegnava alle multinazionali ad evadere le tasse, che ricadevano sui comuni mortali.

Vai Grecia che finalmente conosceremo come Mortadella assieme ad altri idioti ti fece entrare lo stesso in questa falsa comunità, pur con debiti già enormi, in nome della madre di tutte le inchiappettate, questo strapotere del sistema bancario che in nome di stabilità chiede sempre sangue ai deboli per riempire i forti, vedi Merkell e company.

Vai Grecia rompi questi schemi nausesanti di coloro che si sono costruiti la sede generale della banca centrale alla modica cifra di un miliardo di euro, pagato da noi!

Vai Grecia inizia questa giusta causa: le esigenze dei popoli prima dei forzieri di pochi!

Viva la libertà, il popolo sovrano, il benessere di tutti gli europei!

Dixit

"Finché in una nazione uno che per guapperia affonda una nave da crociera uccidendo decine di persone ed invece di schiattare (vulgo schettinare) in galera, scriverà un libro ricevendo alla sua presentazione applausi e pacche sulla spalla, vorrà dire che in questa nazione la stragrande maggioranza degli abitanti è composta da coglioni"

(Antico proverbio babilonese pare scritto da Ciro il Grande)

 

 

sabato 27 giugno 2015

Sport!

Le rarissime volte che faccio sport, come oggi, a parte la meraviglia di organi e muscoli oramai atrofizzati che destandosi dal loro letargo tentano attraverso il cervello di dissuadermi dall'insano proposito, provocano un'azione uguale e contraria che se non ammansita potrebbe scatenare un voracissimo trangugimento di cibo di ogni tipo, anche scaduto. Un'ora di passo svelto con piccole corse incluse, tra moti espettoranti e maledizioni per ciò che si è deciso di fare, mi fanno psicologicamente passare nel regno degli sportivi, facendomi vedere nei canali 200 di sky colleghi e non attori mirati mediante epiche poltronate soporifere. Questo è il miracolo del footing!

venerdì 26 giugno 2015

Prove tecniche 2


Ebbe un’intuizione arguta nel ristorante, più precisamente nel bagno annesso. 
Alzatosi per andar a far minzione, vide la signora nello splendente atrio dei servizi intenta a colloquiare amabilmente al cellulare con un’amica. La signora era vestita di blu in perfetta tonalità, al collo aveva una collana di perle e dalle orecchie pendevano due stupendi gioielli impreziositi da smeraldi. Non lo degnò neanche di uno sguardo non tanto perché impegnata nel dialogo, un classico discorso attorno al nulla che effettivamente dovrebbe far riflettere sull'utilità degli smart perché in tempi addietro molte cazzate rimanevano allocate all'interno dell’ipotetico confabulante, sopendogli istinti che, ibernati, aprivano la strada ad un’altra tipologia colloquiale, quella tipica della razza di appartenenza ossia vocale e comprensiva anche di sana gestualità, ma la nostra, essendo immersa nel ruolo circostanziato della Signora la quale, ignara della vita del mondo, esige una centralità di sguardi ed interessi che solo un fermo immagine potrebbe donarle, di default tendeva a rabbuiare, ignorandoli, esseri ed oggetti gravitanti attorno a sé.  

Entrando in bagno e mirando la bellezza del locale, che rendea piacevole ogni atto ivi compiuto, nobilitando gestualità che, sconfinando nel regno animale, ci assoggettano ad una naturalezza che mal si confà con quello che, in ampie circostanze, vorremmo gli altri pensanti su noi, s’accorse che dietro una paratia semiaperta vi era una scaletta a tre gradini di quelle che si aprono a V rovesciata permettendo agli inservienti di cambiar lampadine o pulire oggetti e pareti ad un’altezza di circa due metri. 

Fu fulmine nel pensar il progetto! 
Prese la piccola scala, l’aprì vi salì in cima e dall'alto, dopo aver estratto l’arnese, iniziò la minzione. Lo scroscio fu di un tal rumore che dovette scendere di un gradino non foss’altro per il dubbio che nell’atrio del bagno, impreziosito da lavabi principeschi e luci affascinanti, la signora fosse ancora intenta a dialogare, stazionandovi imperterrita.
Finita la scena e riposta la scala, uscì con una normalità tipica del pescatore seduto sul tre piedi in attesa di una pesca tardante a venire ed appena nell’atrio in procinto di sciacquarsi le mani s’accorse del cambio di attenzione della signora, dei fari di lei camuffati in occhi che lo rimiravano come si guarda un puma sul comodino nell'attimo del risveglio: la bocca le rimaneva semiaperta pur se, tra un tocco di compostezza e l’altro, ella continuava a parlare con l’amica molto probabilmente anch’essa esterrefatta dalla più che certa descrizione del suono prodotto, che rimanea nei lobi della descrivente, oramai sempre più attonita.
Si lavò le mani sempre abbacinato dai fari signorili che non lo lasciavano un attimo ed anzi molto probabilmente lo stavano addirittura  scannerizzando. 
Asciugandosi palme e dorsi con un piccolo telo spugnoso riposto successivamente nell'apposito cesto, s'accorse mirando dalla pila di quelli intonsi per successive lavate, che la signora al centro del locale, chiudendo la comunicazione e sepolti i suoi preconcetti di superiorità e snobismo, stava per rivolgergli favella, tentando un dialogo con un preciso scopo, femminile del precedente. 
Insensibile, come se niente fosse, egli s’avvio all’uscita lasciando la nobildonna egoriferita davanti ad un bivio che non percorse per timore, affiorato una volta scomparsa l’alterigia. 
C’insegna la novella che molto poté nella storia il goloso frizzantino che obnubilando menti e cuori, rinsavisce a volte da circuiti preconfezionati da vizi ed atteggiamenti insulsi, ridestando la creatura ad un’umanità immolata e reietta da molti in quanto non confacente all’immagine aurea ed aulica che tanti su questa terra pretendono di detenere per emergere sugli altri.  

Che bel lavoro!


Tra tante occupazioni privilegiate, una a parer mio è sul podio: l'astronomo. 
Non tanto per l'agio dell'assenza di stress, di incombenza di pratiche da chiudere, di corsa ad appuntamenti ineludibili, a riunioni psicolabili ove la ragione primaria di tutto sta nel soccombere colleghi e strategie per emergere.
No, niente di tutto questo.
L'assenza di osservazioni, di dubbi, di diatribe sui dati è la miglior caratteristica del lavoro di astronomo.
Un esempio?
Proprio ora il sistema di radiotelescopi Alma situato nel deserto di Atacama in Cile, ha annunciato che l'equipe guidata dal ricercatore Kyoko Onishi, ha elaborato un nuovo sistema per la pesatura di un enorme buco nero che si trova nella Galassia NGC 1907. La sua massa è stata calcolata attraverso un'innovativa procedura in 140 milioni di volte quella del Sole!
Il buco nero peserebbe 27 con dietro 37 "zeri" di Kg!!!
Per un raffronto il buco nero presente nella nostra galassia sarebbe 35 volte più piccolo! 

A parte questi dati incredibilmente grandi, colpisce appunto la mancanza di qualcuno, sempre presente invece in quasi tutte le altre situazioni lavorative presenti sul pianeta, che si alzi e dica: " non sono convinto! A mio parere il buco nero pesa 27 con dietro 35 zeri!" o un altro che invece sia convinto che del peso maggiore! 
E se anche vi fosse qualche astrofisico polemico, lascerebbe stare per immergersi in un altro degli infiniti corpi stellati dello Spazio! 
Praticamente il Cielo consiglia a tutti di farsi gli studi propri senza interferire in quelli degli altri! Dovrebbe essere una regola universalmente riconosciuta, invece...

Osservi qualcosa, lo pubblichi e zak! Il gioco è fatto! Attorno a te il silenzio placido simile a quello dell'Universo! 
Che spettacolo!
Mi immagino questi ricercatori come quella pubblicità di un famoso whisky che per ingannare l'attesa dell'invecchiamento, lanciavano i tappi dentro una botte! 
I nostri amici delle stelle, in più, lo fanno al barlume del cielo stellato in totale assenza di impomatati scalpitanti e tacchi 20 ticchettanti!   
Woooooow!

Archeologia


Nella foto un reperto di un'antica colonna fenicia in una spiaggia di un'isola greca che credo valga la pena di visitare al più presto (non per altro ma perché il gioco delle maree rischia di sommergere il tutto).


Sì, forse ci siamo...


Dunque: da manoscritti ritrovati in antico maniero sulla via Francigena parrebbe esistere una formula per creare una dittatura. Gli scritti dovrebbero essere stati composti da foresti di passaggio in una locanda al tempo molto famosa e che alcuni resti indicherebbero essersi chiamata "Da Denis - tutto per gli amici"
Dopo mesi di traduzione di questi manoscritti databili attorno al XVIII secolo, sono riuscito a comporre una specie di scaletta che vi propongo:

"Un idiota in mano ai poteri forti, al comando come un pupo
Una pletora di adepti ossequiosi determinati allo scopo comune dittatoriale
.
Una insana politica tronfia di inciuci ed accordi con l'opposizione

Un indebolimento dell'istruzione pubblica per alienare menti giovani

Un infarcimento di idiozie sparse via etere atte a sminare pensieri liberi

Una stampa quasi totalmente ossequiosa e prona

Un simbolo di unità statale totalmente assente e controllante 'na fava 

Un'opposizione fintamente avversaria che muove per scopo comune

Un potere occulto in mano a banchieri, industriali e boiardi statali

Una delegittimazione di principi fondanti lo stato

Una forzatura di leggi per asservirsi manigoldi portatori di consenso.

Una pervicace ricerca di consenso popolare mediante palle cosmiche

Una permissività verso imbecilli che sdoganano metodi polizieschi inumani
Un pensiero comune del tipo "però è uno che le cose le fa"

Un abuso costituzionale per silenziare le vere opposizioni.

Un foraggiare sommerso amici imprenditori affidandogli lavori senza gara"


Se così fosse, direi che ci siamo quasi...