Umanità contro Nazione
di Michele Serra
I “patrioti europei” che si sono incontrati a Madrid di europeo non hanno niente. Mai nome fu più usurpato: un vero e proprio falso ideologico. Sono nazionalisti uniti tra loro solo dall’ostilità per l’unità europea. Dunque, antieuropeisti. Per giunta alleati di Trump e di Musk, un tempo si sarebbe detto “al soldo dello straniero” (non metaforicamente, visto che Musk li foraggia apertamente).
Sono portatori insani di un nazionalismo vecchio come il Novecento, reazionari in purezza. Sono europei senza l’Europa e cristiani senza Cristo (senza il Vangelo). Sono dunque, alla fin fine, imbroglioni.
Prendono molti voti, segno che l’imbroglio è efficace. Così efficace che magari ci credono loro per primi, di essere europei e cristiani: un auto-imbroglio, una falsa coscienza. Ma non hanno abbastanza voti per vincere ovunque, e ovunque scassare l’Europa.
Nella levata di scudi contro le sanzioni di Trump alla Corte dell’Aia, manca l’Italia di Giorgia Meloni, e si capisce bene perché: i governi nazionalisti considerano nemica qualunque autorità o istituzione sovranazionale (vedi il caso Almasri). Ma c’è l’Inghilterra, sebbene uscita dall’Unione e tradizionalmente molto legata all’America.
Questa chiave di lettura (difendere o attaccare le istituzioni sovranazionali) forse è la sola maniera di leggere il nostro evo. Nazionalismo contro internazionalismo.
Prima ancora di capirlo razionalmente, “sentiamo” che il punto di vista umanistico, e forse il punto di vista umano, è sovranazionale. Poi, come tradurlo in politica, e in voti, non è facile. Ma esiste un’altra strada?
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