venerdì 3 maggio 2024

Come sono bravi!




Può essere…




Delusione

 


Il buon giornale

 

Ora tocca a noi
di Marco Travaglio
A furia di leggere sugli altri giornali ciò che scrivevamo due anni fa, le tentazioni sono tre: chiedere il copyright; congratularci con i colleghi per la prontezza di riflessi e suggerire loro di trasformare i loro quotidiani in riviste biennali; cambiare testata al Fatto in Come volevasi dimostrare. Dopo 26 mesi di balle sul default di Mosca, il golpe anti-Putin (peraltro morente o già morto), le armi Nato decisive per la “svolta” e la “sconfitta russa”, le controffensive ucraine primavera-estate, l’Armata Rotta in ritirata e le accuse di putinismo a chiunque dicesse le cose come stavano, ora tutti scoprono che la vera offensiva la fa Putin e ciò che manca a Zelensky sono gli uomini da mandare al macello: la guerra per procura non funziona; più armiamo l’Ucraina, più i russi la devastano; e il cessate il fuoco e il negoziato, inopinatamente scambiati dalla Nato e quindi da Zelensky per regali a Putin, sarebbero manna per gli ucraini, ma ora che i russi sfondano toccherà pregarli in ginocchio. Se si fosse dato retta al generale Milley (americano, non russo) e ai “pacifinti” nell’autunno ’22, mezzo milione di morti fa, oggi Nato&Kiev negozierebbero in piedi, anziché genuflesse dopo una tale disfatta. Ma Dio acceca chi vuole perdere. E infatti il leader più stupido d’Europa, Macron, persevera sull’ideona di inviare truppe Nato “se i russi dovessero sfondare le linee del fronte”: come se non le avessero già sfondate nel 2014 in Crimea e nel 2022 nel Donbass e negli oblast di Zhaporizhzhia e Kherson e ora non stessero prendendosi ciò che ancora gli serve (per annetterselo o magari per scambiarlo in un negoziato che conviene sempre più a noi e sempre meno a loro).
Mai come ora in Europa servono politici che dicano la verità e preparino subito quel tavolo che tutti sanno essere necessario e urgente per salvare il salvabile dell’Ucraina e risparmiarci la terza guerra mondiale. Ma dipende da noi. L’ultima chance l’avremo alle Europee, se bocceremo i partiti bellicisti che hanno sempre votato le armi a Kiev, l’aumento delle spese militari (anche coi fondi del Pnrr) e financo la risoluzione Ursula che vaneggia di “vittoria” contro la Russia con la riconquista di tutti i territori, Crimea inclusa: cioè FdI, Lega, FI, Pd, Azione, Iv, +Europa. Si sperava che la Schlein si scusasse con gli elettori per i tragici errori reiterati più e più volte dal Pd e promettesse di non ripeterli mai più. Poteva farlo presentando i candidati pacifisti Cristallo, Strada e Tarquinio. Invece, appena i tre parlano di pace a Kiev e a Gaza, vengono subissati di insulti e imbarazzi dai “riformisti” del Pd e la segretaria tace. Come se fossero tre foglie di fico, trompe-l’œil, figurine per coprire una linea bellicista immutabile persino dinanzi al più cocente fallimento sul campo.

L'Amaca

 

Come vecchi tifosi in trasferta
DI MICHELE SERRA
Sarebbe forse meno palpitante, la chat nazionale sulla candidatura del parà Vannacci, se più meritevoli argomenti occupassero la scena.
Con una guerra alle porte d’Europa, per esempio, è o non è interessante sapere quali dei partiti italiani sono favorevoli a una difesa comune europea, quali contrari e quali metterebbero la X sulla casella “non rispondo”? E sulla questione della concorrenza cinese, e dei prodotti “globalizzati” che hanno libero accesso ai nostri mercati senza avere dovuto sottostare alle stesse rigide regole produttive e sanitarie, quali sono le proposte?
Mettere dazi? Far finta di niente? Chiedere l’adesione alla Cina?
Che cosa pensano i nostri candidati delle partite economiche e politiche più rilevanti, a parte la vaga eco del derby “più Europa/meno Europa” che qualcosa dice, ma non abbastanza da capire che cosa intendono fare, o provare a fare, i più-europeisti e i meno-europeisti? A poco più di un mese da un voto che, da tempo, viene definito con enfasi “di importanza storica”, possibile che si debba andare a votare per l’Europa con lo stesso vaglio già adoperato per le nostre piccole cose domestiche, come vecchie tifoserie in trasferta che è già tanto se, arrivate a destinazione, sapranno trovare l’albergo?
Tra l’altro, parlare più nel dettaglio delle cose che dovranno decidere, una volta eletti, i nostri eurodeputati, aiuterebbe a diradare l’idea cretina che l’Europa si occupi solo di farina di grilli o di come tarare i termostati. C’è il mondo in guerra, il riscaldamento del pianeta, la dismissione industriale, se anche l’Europa fosse solo un grande bureau di passacarte, gli spari alle finestre e le alluvioni per la strada le daranno, gioco forza, la sveglia. Ora che i partiti hanno terminato lo sforzo titanico delle candidature, vogliamo parlarne?