domenica 30 novembre 2014

Dal Futuro...


Da Cronache nel Futuro Passato - edizioni Conati)

"I lavori della metropolitana C proseguono senza sosta in questa Roma del 2048. La notizia che il CIO ha deciso di assegnare le Olimpiadi del 2052 all'Isola di Pasqua piuttosto che alla Capitale d'Italia, ha lasciato di stucco il settantatreenne premier Renzi, impegnato nei lavori della Leopolda che quest'anno hanno come tema "il Futuro è Passato ma il Passato è meglio del Presente quindi non ci capiamo più un cazzo"

Dopo una breve pennica, curato dalle amorevoli e solerti mani del Ministro Boschi, che pare tra l'altro abbia imparato da poco, nonostante la veneranda età, il testo di una poesia scritta da tale Bondi dal titolo "Silvio il Sarcofago non spegnerà l'amore", il Premier ha dichiarato: "Bocciare Roma per l'ennesimo tentativo di accaparrarsi le Olimpiadi del 2052 con la scusa che siamo un paese corrotto, che non dà le dovute garanzie, è uno schiaffo a questo governo del fareee! Appena approveremo il Mandrillus Coitus Abnormis, la nuova legge elettorale, provvederemo assieme a Graziano a chiedere la candidatura per le Olimpiadi del 2056-2060 e 2064! Alla faccia dei gufi!"
Parole queste apprezzate molto dal Nostro centoventiquattrenne Presidente Napolitano, che custodito dentro la camera iperbarica quirinalizia, pare deciso ad annunciare le dimissioni nel discorso di fine anno, elargendo anche un prestito personale alla Nazione, quale segno di amore estremo, ad un tasso ragionevolmente onesto."

Gioia



Psssst!



sabato 29 novembre 2014

Presagi nefasti


Se c'è uno spettro che s'aggira per la penisola non è tanto quello che un povero psicopatico anziano abbia dichiarato davanti a pochi diversamente italici, anche se solo il fatto che abbia prospettato di voler tornare in politica è di per sé sconvolgente dopo un ventennio di spolpamento, di malefici, di bugie, di ricatti, di delitti legislativi perpetrati per tornaconto e reso possibile grazie ad un imbelle egocentrico e sbruffone che coinvolgendolo in progetti costituzionali, gli ha permesso una riabilitazione impensabile neppure in Corea del Nord.
No, lo spettro è ben più infausto e si ricava dalle parole pronunciate testé dall'ometto pregiudicato, ancora in grado di nuocere alle giovani generazioni. È un nome che l'anziano mitomane proporrebbe per la carica più importante del nostro paese allo stremo, che finalmente pare essere lasciata libera da un novantenne da sessant'anni in politica, autore principale dell'anomala situazione odierna, senza capo né coda, senza vinti, senza protezione democratica di vera e sana opposizione. 
Un nome raggelante che dovrebbe indurre i puri di cuore ad organizzar fin d'ora novene, messe contro, malocchi per scongiurarne l'infausta realizzazione: quel nome ha attraversato i miasmi del craxismo, per sfociare in qualcosa di anomalo, d'insano adeguamento ideologico a qualsiasi pensiero, soluzione, necessità in virtù di una voglia estrema del soggetto a possedere senza ritegno potere e denari in quantità smisurata recitando parti molteplici, fingendo arguzia ed ingannando molti.
Non sarà... si, e proprio lui! Il Topastro pluri pensionato ed attualmente avvolto d'ermellino in corte costituzionale! 
Giuliano Amato per mano di un delinquente diviene oggi il candidato principe nella corsa quirinalizia. 
Un disastro, una sciagura, un addio a sogni di pulizia e rinnovamento.
Un motivo per abbandonare ogni pensiero, ogni interesse sociale.
In pratica, la soluzione finale per una già debolissima ed insana democrazia qual è la nostra!  
Orate pro nobis!

Vamos!


Casa Pound che impedisce a bimbi rom di andare a scuola, Borghezio a sparare cazzate in libertà senza che nessuno lo prenda a calci in culo, il raduno oggi a Milano di coglioni meglio conosciuti come neo nazisti, la sinistra che diventa destra, la destra che è sempre un sinistro, uno che è in politica dal 1953 e che ancora non si decide a mettersi a riposo dopo aver scombinato la democratica alternanza e la nitida contrapposizione tra le differenti ideologie politiche mediante la creazione di un ignobile inciucio al fine di nutrire un fetido Sistema affaristico, Fassino che inaugura un Hotel per ricchi sui resti della casa di Gramsci (chi era? Uno dei fondatori del Partito Comunista che scriveva alla madre frasi del tipo "Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione"). 
Lo stesso Fassino (Fassinooo, sì Fassinooo!) che dichiara senza vergogna "In questo modo saranno molte di più le persone che potranno venire in contatto con la figura e il pensiero di Gramsci", frase a cazzo che più di ogni altra fotografa il momento terribile di scomparsa di identità, di appartenenza, di orgoglio, di desiderio di lottare, come se ad un famelico riccone importasse qualcosa di Gramsci e a Gramsci fregasse qualcosa di comunicare con gli epuloni assetati di grana!
Sob! 
Se ritornasse in vita qualche avo smanioso di libertà, partirei oggi stesso con lui per i sacri monti, con annessi formaggi e tanica di quello buono!

venerdì 28 novembre 2014

I remember


Da quel 8 maggio 2014, superata la fase iniziale della giustizia ad orologeria, dell'immancabile complotto, della successiva, solita e melensa dichiarazione attorno alla fiducia nella magistratura, della ignobile rassicurazione circa l'estraneità dai fatti e dalle accuse rivolte, dopo aver trascorso l'estate in gabbia a meditar sui delitti commessi o presunti tali, questi eroi dei nostri tempi, questi viventi accondiscendenti i voleri della società, le sue torbide regole, i suoi meccanismi infausti, vergognosi, immorali, han deciso softamente (è inutile correttore che segni di rosso! Lo so! Softamente non esiste, è un nuovo conio) garbatamente dì accettare il patteggiamento, come i migliori conigli in circolazione suggeriscono loro.
Evitando il processo, la vergogna mediatica, lo scavo nella melma della memoria, si sono presi qualche annetto senz'effetto, per ritornare a breve a pontificare, ammaestrare ed instradare i ribaldi, pullulanti e smanianti anch'essi di intraprendere strade agevoli e consigliate verso la cloaca chiamata politica italica.
E così Primo Greganti si è autocuccato tre anni, Gianstefano Frigerio tre anni e quattro mesi ed il "nostro" anzi "loro" Luigi Grillo due anni e otto mesi. Per cosa? Vicenda Expo2015 ovvero la meringata dentro una tana di topi famelici e perennemente a digiuno!
Attendo a breve rivalutazione professionale, etica e morale degli auto condannati da sodali compagni di merende, a volte anche diversamente imbelli!
Buone feste

mercoledì 26 novembre 2014

Forza Denis!

Facciamo il tifo per un nostro connazionale importante che ieri è stato raggiunto dal Quinto rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta dovuta al fallimento della società Toscana di Edizioni!
Cinque rinvii a giudizio!
Denis Verdini è un grande!
Fa bene il nostro amato Premier a tenerlo in auge, a consigliarsi con lui su tutto quello che serve per migliorare questo meraviglioso paese!


Forza Denis! Il record è a portata di mano! 
Ancora un piccolo sforzo e potrai gioire per l'entrata nel Guiness! 

Unico problema: il rancore che il tuo vate e sodale, già Condannato, nutre per questo tentativo di record. Pare che venerdì allor quando si recherà a Cesano Boscone, voglia scippare qualche vecchietta per contrastare l'amico Denis! Ed inoltre sta maledicendo le leggi che si era confezionato su misura. 
Infatti, se non le avesse fatte, il record sarebbe stato certamente suo! 

Comunque, forza Denis e grazie Matteo!!!

Fuga



martedì 25 novembre 2014

Progetto vincente


Si, ne parlerò bene! Oggi parlerò bene del Premier che nel suo piccolo ha centrato un obbiettivo: sapendo di calare, di atrofizzare elettori, di rendere svogliati, remissivi, indifferenti intere generazioni da sempre fedeli alla cabina elettorale ha reso inerme, amica, sodale l'unica entità che avrebbe potuto impensierirlo: l'opposizione.
Stravincere perdendo 700mila voti è arte politica. Sminuzzare, triturare gli antagonisti pure.
Se pensiamo al Decotto Puttaniere, alle liti interne nella spelonca forzistica, a Fitto che chiede osservanza delle norme (pazzesco!) a Brunetta che infuriato vuole essere portato a minzionare, a Fratelli d'Italia che compaiono istantaneamente ove germoglia razzismo, se pensiamo al Dilapidante Genovese ex comico che è stato in grado di gettare alle ortiche un tesoro immenso, deduciamo che il progetto renziani effettivamente pare funzioni alla grande. 
Ho lasciato volutamente indietro la Prova del Nove ovvero coloro che pullulano sempre ogniqualvolta vengano a mancare libertà, progettualità e senso comune civico: il record di Salvini è l'unico monito che sgorga dalle urne, ossia se continueranno a perseguire la strada dell'inciucio, del volemose bene per ingrassare tutti, la Lega crescerà sino ad oscurare completamente la democrazia. 
Ma questo per ora non è un problema tale da venir preso in considerazione da uno che sta esultando da ventiquattr'ore al grido di "due a zero per noi e palla al centro!"
Complimenti quindi a Renzi che sta egregiamente realizzando il progetto delicato di guidare la nazione da solo senza contraddittorio di sorta, in quel recinto (credevate eh?) maleodorante chiamato politica italiana, sempre più simile ai morti viventi alla Walking Dead!

lunedì 24 novembre 2014

Amarcord


Lustri fa, quando esistevano ancora le differenze politiche, quando l'opposizione era reale, quando inciucio era un termine inusuale, quando si cercava di portare acqua al proprio mulino con esempi di perfezione, colui che credeva nella sinistra, durante le sane discussioni all'ombra di un generoso rosso, ad un certo punto sbottava così:"Guardate poi come governiamo in Emilia Romagna!"
Negli astanti calava il silenzio. 
Nessuno neanche i peggiori democristiani, i fasci rancorosi, osavano obbiettare in merito.

Lei, la Regione Rossa per antonomasia, il mix spettacolare tra ragione, tortelli e civiltà era il Baluardo, la Speranza, il Motivo per alzarsi alle 5 e poi correre dal "Sior Padron dalle belle braghe bianche" certi che la fatica, il piegarsi alle volontà altrui un giorno sarebbero state ricompensate non foss'altro per il Faro che indicava la via della giustizia sociale, il Faro della Dotta.

L'Emilia rimarrà rossa, ma scossa, intimorita da tanta gentaglia fagocitante denari, potere, privilegi. L'Emilia è rimasta a casa per non confondersi con questi sbruffoni che gridando alla luna promettono chimere irrealizzabili. 
Unica voce raggiante nel gelido e plumbeo silenzio emiliano, quella di un babbano egocentrico che non capendoci una mazza, guarda il dito cantando vittoria, vittoria molto più inutile di quella di Pirro.

Dichiarazione


sabato 22 novembre 2014

In attesa


Libero di tentare di smacchiarsi la putrida coscienza, libero di ridipingersi nobile paladino dell'ambiente, di solone dedito all'amore per il nostro mondo, fondante addirittura il Business Council of Sustainable Development, che sotto la sua guida ha riunito 51 mega industriali preoccupati per le sorti del pianeta. 
Libero di far tutto.
Per me, Stephan Schmidheiny resta e rimarrà per sempre un assassino della tipologia più nefasta, quella di chi prostrato e genuflesso al dio denaro, uccide miti e umili persone solo per ingurgitatare maggiori profitti. 
Già di per se svizzero questo truce tiranno dal nome impronunciabile sapeva della pericolosità del prodotto della sua azienda, l'Eternit, ma infischiandosene di tutto e soprattutto di tutti ha continuato finché ha potuto a sfornare morte che solo il prodotto di uno stato corrotto, debilitato, prono, antidemocratico ed illiberale come il nostro, ossia la prescrizione ha saputo salvare da pena certa, dalla giusta galera in cui sarebbe dovuto finire.
Non si faccia illusioni mister Schmidheiny o come cazzo si chiama! 
Il fato, il destino, la fisica quantistica, il calendario di Frate Indovino, la maga Circe, gli amanti del tarocco, la strega Amelia, il consorzio delle fattucchiere, i maghi riuniti, i gatti neri e, per chi vi crede, la Giustizia Divina prima o poi le presenteranno il conto, molto salato visto che ad oggi sono morti in tremila: non resta che sedersi sulla riva del fiume, aspettandola.

venerdì 21 novembre 2014

Travaglio ha l'oro in bocca!


Mors tua, prescrizione mea
di Marco Travaglio
   
Diciamo subito che la Cassazione non era affatto obbligata dalla legge a dichiarare prescritto il reato di disastro colposo per il patron dell’Eternit Stephan Schmidheiny, condannato in primo e secondo grado per la morte da amianto di 2154 persone (bilancio parziale). Anziché allinearsi alla richiesta del Pg Jacoviello, noto annullatore di processi eccellenti, e dell’avvocato Coppi, sempre molto fortunato al Palazzaccio quando fa certi incontri, la Corte poteva sposare l’interpretazione alternativa data dal Tribunale e dalla Corte d’appello di Torino, che con due sentenze molto ben motivate avevano spiegato come il disastro provocato dall’amianto, rimasto a lungo latente e poi esploso con effetti che semineranno malati e morti per tanti decenni ancora, non può cristallizzarsi – come invece ritiene la Cassazione – all’istante in cui le fibre del minerale-killer smisero di depositarsi sul terreno con la chiusura della fabbrica di Casale nel lontano 1986 (ragion per cui il reato, pur accertato, si sarebbe estinto addirittura prima del processo, che dunque non avrebbe dovuto neppure cominciare). Insomma, come scrive Vladimiro Zagrebelsky su La Stampa, c’era un’altra “scelta, ragionata e seriamente argomentabile, tra un’interpretazione che metteva d’accordo diritto e giustizia e un’altra che proclamava summus jus summa injuria”. I giudici hanno imboccato la via più facile, e anche più comoda dinanzi al potente di turno. E, trattandosi della Cassazione, non c’è rimedio al loro eventuale errore: per convenzione, l’ultimo giudice che si alza è quello che ha ragione. Ma c’è qualcosa di ancor più odioso della sentenza Eternit: il commento furbastro di Matteo Renzi: “Cambieremo le regole della prescrizione e faremo in modo che i processi siano più veloci”. Intanto denota un’ignoranza sesquipedale del caso Eternit: se la Cassazione ritiene che il processo non sarebbe dovuto neppure iniziare, la sua durata non c’entra nulla. E poi il tempo dei “faremo” è scaduto da nove mesi: da quando Renzi smise di essere outsider e diventò premier. 
Che la prescrizione non rientri fra le sue priorità fu chiaro fin da subito, anzi da prima che entrasse a Palazzo Chigi: precisamente dal 18 gennaio 2014, quando siglò il Patto del Nazareno con il recordman mondiale delle prescrizioni. Poi quando accettò che Napolitano gli depennasse il nome di Gratteri dal ministero della Giustizia. Quando rinviò a settembre la riforma della giustizia promessa per giugno. E infine quando firmò due decreti per altrettante scemenze, cioè le ferie delle toghe e alcune regolette inutili del processo civile, avviando invece le cose serie (prescrizione, anticorruzione, autoriciclaggio ecc.) sul binario morto dei disegni di legge. Che, come tutti sanno, non passeranno mai perché B. non vuole. Come spiega Davigo sull’ultimo Micromega ( pag. 3  ), la prescrizione non è l’effetto dei processi lunghi: ne è la causa principale, perché incoraggia i ricorsi dilatori e le perdite di tempo degli imputati ricchi e dei loro avvocati specialisti in criminalità & impunità. Un pilastro della Costituzione materiale di quest’Italia marcia, che consente a centinaia di politici, amministratori, imprenditori e finanzieri di riunirsi in Parlamento e nei Cda anziché nell’ora d’aria. Il timidissimo ddl Orlando, ove mai fosse approvato, non cambierebbe una virgola dello sconcio, che dipende da due fattori nemmeno sfiorati dal ministro della Giustizia: in Italia la prescrizione parte quando il delitto viene commesso, non quando viene scoperto; e – caso unico al mondo – non si ferma mai, nemmeno dopo due condanne di merito alla vigilia del giudizio di legittimità in Cassazione, e neppure quando uno patteggia la pena (e poi fa ricorso contro la sanzione da lui stesso concordata). Quindi le chiacchiere stanno a zero: se Renzi vuole avere titoli per parlare, faccia subito un decreto per bloccare la mannaia della prescrizione al momento del rinvio a giudizio, come in tutti i paesi civili. Se il Pd è una cosa seria, troverà in Parlamento i voti dei 5Stelle e di Sel per convertirlo in legge. I requisiti di necessità e urgenza, se non li capisce da sé, se li faccia spiegare dai parenti dei morti ammazzati dall’Eternit.

Detto


"Quando i giusti, i retti di cuore sentono parlare i politici di prescrizione, di nuove regole per bloccare la mannaia ammazza sentenze, dovrebbero chiudersi in casa, prendere un martello e colpirsi forte il mignolo di una mano a piacere, per provare dolore che rammentasse loro che la prescrizione in Italia l'hanno modellata in questa indecente forma proprio quelli che ora, nel momento preciso in cui quel porco dannato svizzero infame l'ha sfangata a scapito dei tremila morti di Eternit, fingono di indignarsi al riguardo.

E quel povero imbelle e sbruffone toscano, dichiarante che provvederà subito a sfornare una legge che metta fine alla vigente prescrizione  vergognosa ed illiberale che protegge politici, boiardi ed imprenditori, si dovrebbe ricordare che l'artefice, il genio malefico, l'inventore, il modellatore della suddetta torbida ed infamante salva-potenti, se lo ritrova davanti ogni qualvolta lo incontra negli scellerati appuntamenti che chiamiamo patto del Nazareno!
E finché tratterà con lui, che è un po' come voler parlare di norme antincendio intavolando riunioni con Nerone, mai e poi mai potremmo avere una riforma seria, giusta, rigorosa e democratica della giustizia italiana."

( Da "Detti popolari accanto al camino sbucciando una castagna, bevendo un rosso ed imprecando contro la mala suerte che quando ha distribuito i politici nel mondo, non ha mescolato quel cazzo di mazzo!" - ed. Fricassea 2014)

giovedì 20 novembre 2014

Riassunto Bignami



Quelle poche volte che studiavo, utilizzavo il Bignami per abbreviare il già troppo corto tempo a disposizione per affrontare un'interrogazione.

Adesso che sono adulto mi occorre qualcosa della stessa tipologia per spiegare in poco tempo che cosa voglia dire essere politico in Italia.

Come fare? 

Occorrerebbe qualcosa o qualcuno per compendiare al massimo quel termine che identifica da parecchi anni il connubio massimo di malaffare, privilegi, intoccabilità, insomma la Casta!

E chi potrebbe farci da Bignami?

Lui: 


Il deputato del Pd Marco Di Stefano
Un poco di storia:
Ex missino cacciato da Storace (farsi cacciare da Storace vuol dire che sei peggio di Storace)
Democristiano vicino a Baccini 
Consigliere comunale per il CCD
Segretario provinciale dell'UDC di Casini
Passa nel 2005 a sinistra divenendo assessore a Roma con deleghe al Demanio, Risorse Umane (vedi a volta la storia!) e Patrimonio
Passa all'UDR di Mastella e diventa assessore all'Istruzione con la giunta regionale di Marrazzo.
Rientra nel PD area Fioroni
Passa sotto l'ala di Enrico Letta ma finisce sesto alle elezioni politiche.
Grazie però alla chiamata di Marino di una non eletta diventa deputato. Ma nel frattempo ha abbracciato chiaramente Renzi!!!

Che dire di più?
Ancora più stringato di un Bignami! 
Questo è il tipico politico italiano.
Senza contare che le storie di mignotte raccontate dalla moglie, presunte tangenti, scomparsa di un portaborse. Affaracci che hanno indignato, o finto di indignare il PD che non lo ha fatto sedere alla cena da mille euro con lo Sbruffone a capotavola, organizzata per finanziare il partito.

Un'ultima cosa: Bignami-Di Stefano era presente alla Leopolda, coordinando un tavolo di lavoro.

Il titolo?
Moneta digitale!!!!!

Wawaummma!!!



Sarcasmo


E’ scomparsa María del Rosario Cayetana Alfonsa Victoria Eugenia Francisca Fitz-James Stuart y de Silva Falcó y Gurtubay 
No, non è un’ecatombe ma l’unico nome della donna più titolata al mondo.
Pare avesse una lontana parentela con Ornella Vanoni (versione anch'ella ritoccata) di cui è sosia.




Aveva 40 titoli nobiliari tra cui 5 duchessa e 18 marchese. Le mancava quello di arciduca di Gela e Caporale delle Biglie, per il quale pare fosse disposta a fare follie.
Tra i tanti titoli nobiliari aveva anche quello di XXI contessa di Modica in Sicilia ereditata durante la dominazione spagnola in Italia, anche se pare abbia avuto una vita non proprio modica! 
Pare anche che quando partecipava alle feste solenni tra altezze varie e cotangenti, seni e coseni, la gente giocasse a canasta in attesa che il paggio terminasse di enunciare nomi e titoli nobiliari di pertinenza.

Attualmente il marmista Cico de Coimbras Artuso Exertabbia, che è stato incaricato di preparare la lapide funebre, sta andando a Carrara per asportare una fetta di montagna allo scopo di contenere i nomi ed i titoli della scomparsa.
Spero che la contessa non se ne abbia a male di quanto sopra. 
E' anche un modo estroso per salutarla! 

Ribrezzo


Solidarietà e rispetto alla signora Nicoletta Faraldi, di anni 62, dirigente della Regione Liguria che è stata defenestrata dal suo incarico per aver bocciato la costruzione di un centro commerciale legato alle Coop con annesso immancabile grattacielo che sarebbe dovuto sorgere a Genova vicino a via Bisagno, dove recentemente è morto un uomo a causa dell'esondazione del torrente, e che forse sorgerà visto gli intrallazzi regionali.
La signora Faraldi che lavorava seconda coscienza e ragione è stata trasferita dalla cloaca che governa la regione Liguria ad incarico prestigioso, ovvero "Sicurezza alimentare e sanità animale"
Questa vergogna grida vendetta e per ora sonori vaffanculo a questi signori del cemento, falsi profeti di un falso partito, di un falso stato dedito esclusivamente a traffico di letame, in un coacervo ignobile di affarismo portato all'estremo, con supporto, pare, di malavita organizzata.
Sentire l'assessore "storico" tirarsi fuori da questa pratica che annienta i retti a scapito degli stolti, provoca ribrezzo come la sua richiesta di deroga per farsi altri cinque anni sulla giostra Regione Liguria con annessa lampada abbronzante!
Non si costruisce in zone a rischio, lo sanno anche i babbani! Ma lor signori incuranti di morti e dolore, proseguono nell'ignobile arte di ingrassaggio, di cementificazione, di deturpamento di questa regione splendida ma allo stremo, per opere remunerative come il centro Shoppin di Brugnato che se in un futuro verrà allagato dal vicinissimo Vara, mi costringerà a prendere a calci in culo, chi so io!

mercoledì 19 novembre 2014

E quattro!


Oh Matteo! 
Quattro! Siamo a quattro!
Il tuo amico Denis Verdini ha ricevuto il quarto rinvio a giudizio! 
Fantastico! 
È sempre più perfetto per farti da consigliere! 
Davvero! 
Fidati di lui e mi raccomando: fate una bella legge elettorale e modificate saggiamente la Costituzione! 
Se aggiungiamo a Denis il Puttaniere Pregiudicato, non c'è che da star tranquilli!
Waooooow!

Achtung!


Porterò i pantaloni a mezza gamba, le camicie larghe, le scarpe larghe e senza linea.
Insomma: voglio essere fuori moda, fuori completamente.
Indosserò colori che mal si accostano, pantaloni marroni e giacca grigia, calzini colorati con pantaloni neri. 
Devo far tutto per scoordinarmi il più possibile.
Ed invito anche voi a seguirmi in questa sana violazione di regole dettate da pochi! 

Perchè lo faccio?

Per non ridurmi così!


State alla larga dalla moda!!!!!
Mamma mia!!

Parole d'oro


«La Parola di Dio è capace di cambiare tutto» ma noi «non sempre abbiamo il coraggio di credere» in essa. Nell'omelia pronunciata durante la messa a Santa Marta martedì 18 novembre, Papa Francesco ha affrontato il tema della conversione e, commentando la liturgia del giorno, è entrato nel merito di tre categorie, cioè di «tre chiamate alla conversione». 
Perché, ha spiegato, «Convertirsi non è un atto della volontà»; non si pensa: «Io adesso mi converto, mi conviene...», oppure: «devo farlo...». No, la conversione «è una grazia», è «una visita di Dio: è il Figlio dell'Uomo che è venuto a cercare e a salvare», è Gesù «che bussa alla nostra porta, al cuore, e dice: “Ma, vieni”».

Quali sono dunque queste tre chiamate? La prima si incontra nel libro dell'Apocalisse (3, 1-6, 14-22), dove il Signore chiede la conversione ai cristiani perché sono divenuti «tiepidi». È, ha spiegato il Pontefice, «il cristianesimo, la spiritualità della comodità: né troppo troppo, né meno meno», l'atteggiamento di chi dice: «Tranquillo... faccio le cose come posso, ma sono in pace, che nessuno venga a disturbarmi con cose strane». È il caso di colui che si sente comodo e afferma: «Non mi manca niente. Vado a messa le domeniche, prego alcune volte, mi sento bene, sono “in grazia di Dio”, sono ricco, mi sono arricchito con la grazia, non ho bisogno di nulla, sto bene».

Questo stato d'animo, ha sottolineato Francesco, «è uno stato di peccato: la comodità spirituale è uno stato di peccato». E infatti nell'Apocalisse si legge: «Tu dici: “sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla”, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo». Il Signore non risparmia parole «a questi cristiani comodi», «le dice tutte, e in faccia». Tanto che nella Scrittura si legge ancora: «perché sei tiepido sto per vomitarti dalla mia bocca». Un'espressione, ha fatto notare il Papa, «molto forte». Allo stesso tempo il Signore, per aiutare la conversione del cristiano, «si permette un consiglio», gli consiglia di vestirsi, perché «i cristiani comodi sono nudi». Poi, dopo la parola dura, il Signore «si avvicina un po' e parla con tenerezza: “Sii dunque zelante, convertiti”»: è questa, ha detto il Pontefice, «la chiamata alla conversione: “Io sto alla porta e busso”». Così il Signore si rivolge al «partito dei comodi, dei tiepidi» e invita a «convertirsi dal tepore spirituale, da questo stato di mediocrità».

Poi, c'è una seconda chiamata: ed è quella per quanti «vivono delle apparenze». È sempre l'Apocalisse a nominarli: «Ti si crede vivo, ma sei morto». A chi pensa di essere vivo solo grazie all'apparire, il Signore dice: «“Sii vigilante”, per favore, “rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire”: ancora c'è qualcosa di vivo, rinvigorisci quello». E aggiunge un consiglio di tenerezza: «Ricorda come hai ricevuto e ascoltato la parola: custodiscila e convertiti, perché se non sarai vigilante verrò come un ladro». Tre, in questo caso le parole — «memoria», «custodia» e «vigilanza» — sottolineate dal Papa, che immagina che questo tipo di uomo pensi: «Io appaio cristiano, ma dentro sono morto». Le apparenze, ha detto, «sono il sudario di questi cristiani: sono morti». E il Signore «li chiama alla conversione: “Ma ricordati, sii vigilante e vai avanti. Ancora c'è qualcosa di vivo in te: rinvigoriscilo”».

Ognuno di noi è allora chiamato a chiedersi: «Io sono di questi cristiani delle apparenze? Sono vivo dentro, ho una vita spirituale? Sento lo Spirito Santo», lo ascolto? Al contrario occorre fare attenzione alla tentazione di ripetersi: «se tutto appare bene, non ho niente da rimproverarmi: ho una buona famiglia, la gente non sparla di me, ho tutto il necessario, sono sposato in chiesa... sono “in grazia di Dio”, sono tranquillo». Attenzione, perché «i cristiani di apparenza... sono morti». Occorre invece «cercare qualcosa di vivo dentro e, con la memoria e la vigilanza, rinvigorire questo perché vada avanti». Occorre «convertirsi: dalle apparenze alla realtà. Dal tepore al fervore».

C'è infine la terza chiamata alla conversione, quella di Zaccheo. Chi era? «Era capo dei pubblicani e ricco»; un «corrotto» che «lavorava per gli stranieri, per i romani, tradiva la sua patria. Cercava i soldi nella dogana» e ne dava «una parte al nemico della patria». Era, cioè, «uno come tanti dirigenti che noi conosciamo: corrotti»; persone che, «invece di servire il popolo», lo sfruttano «per servire se stessi». Zaccheo, ha commentato Francesco, «non era tiepido; non era morto. Era in stato di putrefazione. Corrotto, proprio». Eppure davanti a Cristo «sentì qualcosa dentro: ma, questo guaritore, questo profeta che dicono che parli tanto bene, io vorrei vederlo, per curiosità». Qui si vede l'azione dello Spirito: «lo Spirito Santo è furbo e ha seminato il seme della curiosità»; e quell'uomo per vedere Gesù ha fatto anche «un po' il ridicolo»: un dirigente, un «capo dei dirigenti» è addirittura salito «su un albero per guardare una processione». Che ridicolo «comportarsi così». Eppure lui ha fatto proprio questo, «non ha avuto vergogna. “Io voglio vederlo”».

Dentro di lui — ha spiegato il Papa — che era un tipo sicuro di sé, «lavorava lo Spirito Santo. E poi è successo quello che è successo: la Parola di Dio è entrata in quel cuore e con la Parola, la gioia». Anzi, gli uomini che vivevano nella «comodità» e quelli «dell'apparenza avevano dimenticato cosa fosse la gioia»; mentre «questo corrotto la riceve subito».

Il Vangelo di Luca racconta che egli «scese in fretta e lo accolse pieno di gioia»: accolse cioè «la Parola di Dio, che era Gesù». E in lui avvenne «subito» ciò che capitò a Matteo (facevano «lo stesso mestiere»): «il cuore cambia, si converte, e dice la sua parola autentica: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri, e se ho rubato a qualcuno” — tanto — “restituisco quattro volte tanto”». Un passaggio illuminante secondo Francesco: «questa è una regola d'oro. Quando la conversione arriva alle tasche, è sicura», e ha spiegato: «Cristiani di cuore? Tutti. Cristiani di anima? Tutti. Ma, cristiani di tasche? Pochi». Eppure, davanti alla «parola autentica» la conversione «è arrivata subito». A confronto c'è «l'altra parola» quella di quanti non volevano convertirsi: «Vedendo ciò, mormoravano: “È entrato in casa di un peccatore”. Si è sporcato, ha perso la purezza. Deve purificarsi perché è entrato in casa di un peccatore».

In conclusione, tre chiamate alla conversione fatte «dallo stesso Gesù»: «ai tiepidi, a quelli della comodità», poi «a quelli dell'apparenza, a quelli che si credono ricchi ma sono poveri» anzi, «non hanno niente, sono morti» e infine a chi è «oltre la morte: nella corruzione». Di fronte a costoro «la Parola di Dio è capace di cambiare tutto. Ma la verità — ha detto il Pontefice — è che non sempre abbiamo il coraggio di credere nella Parola di Dio», di ricevere quella Parola che ci guarisce dentro» e per la quale «il Signore bussa alla porta del nostro cuore».

Questa, ha concluso il Papa, «è la conversione». Conversione alla quale «la Chiesa vuole che in queste ultime settimane dell'anno liturgico pensiamo molto seriamente» affinché «possiamo andare avanti nel cammino della nostra vita cristiana». Perciò dobbiamo «ricordare la Parola di Dio», «fare appello alla memoria», «custodirla», «obbedirle» e «vigilare», per incominciare «una vita nuova, convertita».

In effetti...



Ricordi



Driiinnn!


"C'è bisogno di un grande piano complessivo per l'entroterra. Le priorità di questa regione devono cambiare."
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"Un'azione deve essere quella di rivitalizzare le aree interne, rimettere in moto l'agricoltura, la cura dei versanti."
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Domanda: perché per la Protezione Civile avete nominato un dirigente e rinforzato il settore solo dopo l'alluvione di ottobre?

"Ho assunto le deleghe solo in estate e avevo intenzione già prima di dotare il settore di un dirigente. Purtroppo è stato fatto solo dopo"
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"Ho messo sei persone in più e istituito le turnazioni notturne durante gli allerta"

(Raffaella Paita - intervista sul Secolo XIX del 19 novembre 2014)

DRIIINN! BUONGIORNO! CAFFÈ E BRIOCHE?

martedì 18 novembre 2014

Konsigli


Hera bella Bologna


O Santa Gabanelli che apri gli occhi sui misfatti di quello che un tempo era visto come baluardo per indifesi e fedeli agli ideali di libertà e giustizia sociale!
Era visto, anzi Hera visto.
La puntata di domenica imperniata su una delle più grandi municipalizzate italiane, l'Hera di Bologna va vista da tutti coloro che sono affamati di giustizia! Basta andare sul sito di Report per guardarla. Se non l'avete vista, andateci! 

Scoprirete l'Aversana Petroli dei fratelli Cosentino in affari con la municipalizzata, che vende alla stessa i terreni inquinati, guadagnandoci 9 milioni di euro, dove ora sorge la centrale di Sparanise di Calenia Energia Spa, di proprietà di Hera assieme ad un gruppo svizzero (ti pareva) e i guadagni li divide con la SCR dove uno dei boss (ops!) è il fratello di Cosentino, Giovanni.

Scoprirete che gli uffici centrali di Hera a Bologna sorgono su terreni inquinatissimi, del vecchio gasometro dove si distillava carbon fossile che tentò di vendere a Co.Ge.FER senza riuscirvici per la presenza di rifiuti tossici di tipologia cianuri, prodotti dall'attività di distillazione di idrocarburi.

Vedere Patrizia Gabellini assessore all'urbanistica di Bologna, incepparsi, annaspare allorché il giornalista la informa, apparentemente, che il sito ove ora vi lavorano 750 persone è stato evidenziato nel documento di sicurezza stilato e depositato in comune, ove si dice che in alcuni punti il limite di presenza di una persona non può essere maggiore di due ore!!!
Casca dal pero l'assessore, recitando una parte ignava! 

E venire a sapere che nella zona l'unico punto bonificato è quello del direttore e del consiglio di amministrazione?

E che dire delle assunzioni dei responsabili Hera, in gran parte dovuti a trascorsi politici?

E del fatto che Hera continui a dare soldi ai comuni pur essendo indebitata per circa tre miliardi?

Bologna! Un tempo la portavamo ad esempio!
Ora ahimè non più!
Bologna Hera grande e dotta! 
Sing!

lunedì 17 novembre 2014

Dal futuro


La Spezia, novembre 2044

"Scusi dovetti andare alla stazione che filobus che va ancora a motore ho da salarci?"

"Ma come parla signore? Non è andato a scuola da giovane?"

"Si,si andassi a squola ma fussi il tempo delle allerte meteo!"

"Ah capisco poveretto! Se a quel tempo avessero costruito le scuole sicure invece di mangiarseli i soldi! Comunque prendi il 3 per la stazione e non da Piazza Europa che ci sono i lavori di restauro dell'acquario sotterraneo!" 

"Grassie, apparechio gentili! Il 3 è una E rovescia, vero?"

sabato 15 novembre 2014

Elogio



Dalmus, Austria.

Vivere in questo villaggio austriaco rappresenterebbe a mio parere un esempio di come gustarsi la vita.
Immagino la gioia nel ritirarsi in bicocca verso sera, quando il freddo pungente inizia a prendere padronanza del clima. 
Camino acceso, libro, poltrona, sigaro e rum. 
Silenzio, lettura e viaggio fantastico con cervice carburata. 
Passeggiate mattutine nel silenzio quasi fastidioso, pranzi e cene assieme a simpatici indigeni (ce ne saranno tra gli austriaci?).
E il Natale? Apoteosi della rilassatezza!
Sto invecchiando?
O forse miglioro? 
Pensare di non avere a che fare con macchine, treni, aerei, problemi attanaglianti, caos, sky, partite, incazzature per parcheggio, litigate per un calzino caduto sul terrazzo di sotto, musi lunghi, musi corti, visite dovute ad antipatici, saldi, salti di pranzo, cene frugali, programmi demenziali, letture di giornali senza senso, duelli rusticani per un posto al sole, per attraversare la strada, idioti che sorpassano a destra, a sinistra, che ti sfanalano per superarti quando ancora sono dentro al garage, imbecilli con il Suv parcheggiato in seconda fila, vigili ignoranti che ti multano godendo, autovelox, bollette del gas costosissime, corsa agli acquisti, ultima moda, modaioli, festaioli tatuati, tatuatori, cellulari squillanti in chiesa, al cinema, dal fornaio, babbei che urlano parlandoti a 20 cm, emulatori, emulanti, narratori di vacanze per farti sbavare, sbavatori di lussi, lussuriosi, invitanti a guardare per forza centinaia di foto di cui non te ne frega una mazza, snobbisti, vanitosi, vaniloqui, può essere migliorativo?

Chissa!
Di certo nella pace, ti ritrovi, ritrovi, anche se avvolto dalla nube insana ma sana, di un toscano sbuffeggiante!

venerdì 14 novembre 2014

Dixit



"Continuerà la lotta e arriveremo a Roma!"

Ha recentemente dichiarato questo.
Arriveremo a Roma... mi ricorda qualcosa... di Venditti...

Bene! 

E allora cantiamogliela questa canzoncina...

Partirono alle due ed erano con la panza
un carroarmato una bomba e molta idolatria
e fu a Bologna che scoppiò la prima bomba
fecero festa in una Medina di periferia
e bomba su bomba noi arriveremo a Roma, ad uccider voi!

A Sasso Marconi violentammo una ragazza
che gemeva sdraiata con l’orco e la sua mazza
noi le dicemmo vieni dura sarà la vita
poi con il ferro sfregiammola sul fuoco
ma bomba o non bomba noi arriveremo a Roma, ad uccider voi!

A Roncobilaccio ci venne incontro un vecchio
lo sguardo ferito e un crocifisso al collo
ci disse pazzi e babbani qui non vi lasceranno andare
l’abbiam linciato lasciandolo sul mallo
ma bomba o non bomba noi arriveremo a Roma, ad uccider voi

A Firenze capimmo in un cascinale
che la questione era grave e tutto quanto mesto
ci presero in venti e fecero uno sconquasso
ci pestarono a sangue e provocaron un salasso
ma bomba su bomba forse non arriveremo a Roma, neanche in tre!

A Orvieto poi ci fu l'apostasia
il sindaco, la gente con le loro vanghe in mano
ci dissero "la baraonda è sbroccata e vi lasceremo pestare
e sia ben chiaro che noi, noi incapretteremo voi
e bomba o non bomba voi non arriverete a Roma, menando voi!

Ci pestarono a lungo e senza alcun rimorso
il capitano disse ancora e così sia
e la zanzara poi volò sulle nostre gote
e ci trovammo nella feccia con mia zia
e bomba o non bomba mai arriveremo a Roma, porcacci voi!

La gente ci odiava, e questo è l’evidente
perdemmo litrate di tanto sangue amaro
capimmo poi a più non posso di fuggir uniti
e finalmente ci smisero di menare
e bomba o non bomba noi siamo tornati in patria, lontan da voi!