domenica 31 gennaio 2021

Domandina

 


Strategia

 


Botta e risposta




Artiglieria Selvaggia



di Selvaggia Lucarelli 

In questa risposta di Matteo Renzi sulla questione Arabia Saudita c’è tutto Matteo Renzi. Il suo ego, la sua boria, la sua spregiudicatezza.  Analizziamola. 
Parte dicendo che lui fa tante conferenze anche in altri paesi e le fa perché lui è figo e autorevole, non è che siano tutti così fighi e autorevoli come lui. 

Poi pensate, ci racconta che con i guadagni da conferenziere paga centinaia di migliaia di euro di tasse. Ma tu guarda. Un fatto inedito. Un uomo ricco che paga molte tasse. Quindi il sottotesto è: mica vado per arricchirmi io, vado per pagare gli ospedali in cui vi curate. 

Poi, siccome non è mica ossessionato da Conte, no, si dice certo che quello del conferenziere è anche il destino di Giuseppe Conte. Come se il problema fossero le conferenze e non dove, con chi e COME, ovvero complimenti e i tappeti rossi a che fa tagliare con una motosega un giornalista avverso al regime. 

E poi LA VERA PERLA, quella su cui deve aver meditato da giorni. Cosa posso dire di buono dell’Arabia Saudita? Che c’è sempre il sole? Che c’ho comprato un tappeto per il salotto bellissimo? Che ti puoi rotolare giù dalle dune? No, gli esce questo: “IL REGIME SAUDITA È UN BALUARDO CONTRO L’ESTREMISMO ISLAMICO. È grazie all’Arabia Saudita che il mondo islamico non è dominato dagli estremismi”. 

In effetti Osama Bin Laden era di Alghero, mica è nato e cresciuto in Arabia Saudita, dunque aderente al wahhabismo, una delle forme più rigide dell’Islam. Mica 13 degli attentatori dell’11 settembre erano sauditi. E, soprattutto, va ricordato a Matteo Renzi, che non solo l’Arabia Saudita finanzia gruppi estremisti in mezzo mondo, ma non può combattere alcun estremismo, perché l’estremismo quel paese lo pratica, lo promuove, ne è il baluardo. E il baluardo più pericoloso, perché supportato da un enorme potere economico e dunque politico. 

Ma soprattutto, il furbetto di Rignano, dovrebbe ricordare che l’Arabia Saudita combatte sì, il terrosimo, con l’unico problemino che per il governo “terroristi” sono anche coloro che manifestano pacificamente per i loro diritti, i giornalisti non inginocchiati, le attiviste donne molte delle quali condannate dalla corte anti-terrorismo al carcere per poi essere sottoposte ad elettroshock, frustate e violenze sessuali. 

E no, questi temi non sono pretesti per attaccarti, caro Matteo Renzi, come affermi alla fine della rispostina alla domandina della giornalista che non replica nulla alle tue affermazioni gravissime. Sono sostanza. E quel tuo conclusivo “ora occupiamoci di vaccini, poi risponderemo puntigliosamente IN TUTTE LE SEDI”, puzza come sempre di minaccia ai giornalisti seppelliti dalle tue intimidazioni continue. 
No, occupiamoci di questo invece. Mi sembrava di ricordare che la DEMOCRAZIA fosse anche la tua priorità fino a pochi giorni fa, quando serviva a disarcionare Conte. 
Quando il concetto di democrazia diventa un problema, perché ti costringe a dire due paroline sul paese che ti ha appena fatto un bonifico, “parliamo di vaccini”. 
Ma un po’ di vergogna, mai?

Ipotetico


Se ci fosse qualcuno nello spazio ad osservarci, si porrebbe alcuni quesiti che di seguito riassumo in un ipotetico dialogo:
1. Com’è possibile che uno gnomo politico gravitante attorno al 2% abbia potuto mettere in scacco un’intera nazione tra l’altro assediata da un’infausta pandemia?
Qui ad Alloccalia tutto è possibile, in virtù di un sistema generato da anni di malversazioni più o meno occulte, in grado di destabilizzare la cosiddetta democrazia, nella realtà dei fatti un immenso malaffare diretto da un club rapto-tecno-finanziario.
E lui ci porrebbe altre domande.
2. Com’è stato possibile defenestrare un Premier che ancor’oggi gode del 58% dei consensi e in Europa è dietro soltanto ad Angela Merkel?
Grazie al sistema di cui sopra, corroborato da una stampa devota e di proprietà di felloni già di per sé straricchi e potenti, che smaniano per partecipare al taglio della torta europea dei fondi in arrivo a breve da Bruxelles. E’ tanto incarognita la ricerca di estromettere una persona per bene, casualmente arrivata dentro la stanza dei bottoni, che ad esempio è scomparso, evaporato, il ringraziamento corale da parte del paese nei suoi confronti, allorché riuscì ad ottenere la più grande fetta di denari da investire nel post pandemico. Nessuno ricorda quei giorni in cui il Premier Conte partì dileggiato dalla mefitica opposizione, tornando vincitore assoluto dell’incontro europeo.
3. Quindi da quello che deduciamo, è probabile che sia stato mandato avanti il più…inetto per distruggere l’intero sistema politico?
Si, lo confermo.
4. Chi è quell’individuo che in ogni occasione continua a ripetere il mantra “i soldi europei dovranno per gran parte essere girati al mondo industriale che è in sofferenza, e che rappresenta la locomotiva del paese”?
E’ Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, il quale invece si dimentica sempre di spiegarci chi sono, da dove provengono, che lavoro fanno, tutti coloro che annualmente ci derubano di 120 miliardi, evadendo le tasse.
5. E’ quindi evidente per molti il pericolo di assistere ad un’equa distribuzione delle risorse europee?
Si, molti sono in ansia proprio per questo. Hanno il terrore di veder impiegate le risorse in opere sociali atte a ridistribuire ricchezza, diminuendo l’eclatante divario sociale del paese.
6. Parlavi prima di felloni proprietari di giornali. A chi ti riferivi?
Mi riferisco ad esempio alla Famiglia Sabauda una volta produttrice di auto, che è stata messa in grado di acquistare un grande giornale riformista qual era Repubblica, creando un polo mediatico molto importante, nei loro progetti depotenziato culturalmente per non alzare il velo nelle attività di Famiglia, tipiche dei riccastri, che vanno dal pagamento delle tasse in altri paesi, più economicamente vantaggiosi, ad aver richiesto lo scorso anno un prestito di 6,2 miliardi di euro mediante l’avvallo dello Stato, e nel contempo spartirsi allegramente 2,9 miliardi di utili ad inizio anno, alla faccia nostra naturalmente! Anni fa, quand’era un giornale libero, Repubblica avrebbe scatenato l’inferno in merito, ora invece è rimasta silente ed ossequiosa come un cagnolino inzuppato dalla pioggia.
7. Qual è stata la miccia che ha indotto, come lo chiami … ah si! il Bomba a rompere la compagine governativa?
Essenzialmente a lui di default, da fastidio che ci sia qualcuno in grado di superarlo nei consensi, per via di un problema psicologico confezionante un ego smisurato e smargiasso, che lo porta a contraddirsi continuamente, e che la medicina definisce “comportamento da bevitore incallito di gotti in osteria”
Un’altra causa è la fobia da estinzione che l’attanaglia da oramai molto tempo. Essendo caratterialmente un bullo, soffre per il futuro anonimo che l’attende, e memore del detto “Bene o male non importa, l’essenziale è che si parli di te” persegue questa stolta linea politica, avvicinante il paese al disastro finale: l’arrivo del Cazzaro e della fascista Sora Cicoria.
8. Non sarà che il … Bomba vero?, si il Bomba cerchi un’altra sponda per continuare la sua politica?
A lui non importa nulla né del dolore, né della situazione in cui siamo piombati. E’ solo interessato alle sue vicende, al suo partitucolo, ai suoi affari. Se vedesse uno spazio di visibilità nei monarchici, inizierebbe istantaneamente a lodare il Re e la Regina!
9. Come pensate di neutralizzarlo? Noi qui a bordo, ad esempio, abbiamo di quei laser spettacolari...
No, grazie! Se non fosse che le elezioni molto probabilmente porterebbero al potere il Cazzaro e Sora Cicoria, quello sarebbe il modo migliore per farlo definitivamente evaporare. Purtroppo al momento non si può, ma è pure moralmente inaccettabile continuare a fidarsi di lui, non essendo in grado di gestirsi gli attacchi di ego che l’assalgono in continuazione.
10. E allora?
Allora finirà che lo asseconderanno, trasformandolo in vincitore. L’unica speranza rimasta è che sia il Premier a sfancularlo pubblicamente. Altre strade al momento non sembano percorribili.

Grazie di tutto e state tranquilli: non verremo mai ad importunarvi; state già rovinandovi da soli, con le vostre mani. 

sabato 30 gennaio 2021

Dialoghi

 


Commozione

 


Cit.

 

La perfezione mi fa schifo, mi repelle.
Tutte quelle donne e quegli uomini che cercano la perfezione negli stereotipi creati della società mi fanno venire il vomito.
Fottuti manichini di carne, senza personalità o amore per se stessi.
Stessi vestiti, stessa musica, stesse espressioni, stessi cibi, stesse scopate, stesse auto, stesse vite e alla fine?
Stessi suicidi neurali di massa.
Perché vivere come un automa è senza ombra di dubbio un suicidio.
-Charles Bukowski
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L'Amaca

 


La guerra dei vaccini
di Michele Serra
Comincia a farsi avvincente (anche divertente, non fossero in ballo stock di vite umane) l’intricato rapporto tra geopolitica e vaccini. Gli inglesi sono sospettati di versare il loro vaccino nei corn flakes pur di lesinarlo agli europei; gli ungheresi aprono al vaccino di Putin pur di mostrare le spalle all’Ue, con la quale, del resto, c’entrano poco; il vaccino cinese – che magari è super – viene trattato con sufficienza, come le altre cineserie da esportazione, non tutte note per la qualità; gli americani sventolano i dollari ma non è certo che bastino a domare Big Pharma, perché l’Azienda, cari miei, ormai è un’entità molto più tosta dello Stato, di qualunque Stato e anche di tutti gli Stati messi insieme (vedi la Ue, una intera comitiva di Stati costretta a discutere con un paio di Consigli di amministrazione).
Infine, di vaccini iracheni, congolesi o guatemaltechi non si sente parlare, a conferma che tra ricerca, quattrini, potere, c’è un nesso molto ovvio.
Si sa che la faccenda è irta di implicazioni tecniche, mediche, legali, neanche mi sogno di affrontarle. Era solo per dire che il concetto aureo di "neutralità della scienza" è soggetto a tante e tali deformazioni, pressioni, compravendite, che va preso con le molle. La scienza risponde in parte a se stessa, in parte ai Consigli di amministrazione, per ultimi ai governi.
Non c’è da scandalizzarsi, così funziona il mondo, e anche gli insigni e liberi cervelli che scoprirono come domare l’atomo dovettero poi inorridire per l’uso che di quella magnifica scoperta venne fatto. Qui, più in piccolo, si tratta di dire che c’è parecchia confusione; la tentazione sarebbe di ordinare su Amazon un cocktail di tutti i vaccini disponibili. Ma non credo sia possibile.

Boooooom!



Renzi: è ora di chiedersi per chi lavora davvero

di Daniela Ranieri

Questa sciagura che affligge l’Italia dal 2014 produce oggi i suoi effetti più esiziali. Il calibro dell’uomo è tale che non ha trovato momento migliore per esercitare la sua volontà di prepotenza dell’apice di una pandemia che ha provato il Paese allo stremo. Aveva solo l’arma di far cadere il governo, distruggere l’alleanza che lo reggeva, disarcionare il presidente del Consiglio che ha dieci volte il suo consenso, e l’ha usata.

Ora, incattivito dal sapersi odiato dalla maggioranza degli italiani da cui pretendeva di essere adorato (è la definizione di personalità narcisistica secondo Lasch: una formazione psichica in cui “l’amore rifiutato ritorna a sé sotto forma di odio”), dopo aver prodotto il disastro se ne va bel bello in Arabia Saudita a curare i suoi affari economici e ad adulare un regime efferato e liberticida; come un bambino che dopo aver distrutto un giocattolo si dirige verso un’altra distrazione senza alcun senso di colpa e responsabilità.

Il video che testimonia della sua gita è sconcertante. Nonostante sembri leggerla da un gobbo o recitarla a memoria, la prolusione in inglese grottesco è un’agghiacciante mistura di piaggeria e banalità. “È un grande piacere e onore essere qui con il grande principe Mohammad bin Salman. Per me è un privilegio poter parlare con te di Rinascimento… Credo che l’Arabia Saudita possa essere il luogo per un nuovo Rinascimento futuro”. E come no. Nascesse oggi a Riyad, l’omosessuale Michelangelo sarebbe arrestato, frustato, internato in clinica psichiatrica, amputato e ammazzato con esecuzione pubblica.

È di qualche rilevanza che il grande principe Mohammad bin Salman, chiamato con deferenza Vostra Altezza, sia ritenuto dall’Onu il mandante dell’omicidio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, fatto a pezzi nel 2018 nel consolato saudita di Istanbul. Ora viene magnificato come un principe rinascimentale da colui che ha definito Conte un “vulnus per la democrazia”. (A proposito: chissà se dopo l’ospitata ancora se lo litigano l’Onu e la Nato).

Habitué dei regimi del Golfo, dove da tempo piazza discorsi (anzi: speech) lautamente remunerati (a lasciare interdetti è che nel mondo ci sia chi è disposto a pagare per starlo a sentire, quando la maggioranza degli italiani pagherebbe per non sentirlo più), si dice geloso del “costo del lavoro” locale, ignorando o fregandosene del fatto che in Arabia Saudita esistono forme di lavoro neo-schiavistico e milioni di immigrati lavorano alla crescita economica del regime in condizioni disumane. Le donne, che lui si vanta di “valorizzare” in patria (togliendo loro la parola, facendole dimettere a comando), non hanno alcun diritto e sono sottoposte alla tutela maschile, e se si ribellano alla legge vengono torturate. (Ma forse si riferiva al costo del suo lavoro: 80 mila euro sauditi l’anno).

Il discorso prosegue con le banalità che ci si aspetta da lui, già sentite nel documentario kitsch di cui fu autore: dopo la peste viene il Rinascimento, Firenze piena di soldi, “tanti soldi, così buoni finanziamenti, per creare un buon cittadino con un grande investimento nell’istruzione, nell’intelligenza umana” (traduzione di Fabio Chiusi). Baggianate da marketing, con spreco di quella “bellezza” da depliant turistico in albergo, che prima scriveva nei suoi “libri” e ora va a dire nelle petromonarchie più sordide del mondo. Lì dove partono le bombe per lo Yemen lui vede un nuovo Rinascimento. Lo sberluccichio dei soldi lo acceca, gli erode la eventuale moralità residua.

Da Riyad muove pedine in Italia per bocca delle vestali del suo partito-setta: spediamo Conte in Europa e mettiamo Gentiloni a capo del governo, anzi Sassoli, anzi Di Maio, anzi mettiamo Draghi all’economia e promettiamogli il Quirinale.

Torna per le consultazioni con aereo privato pagato dal fondo saudita nel cui board siede, si burla della massima Istituzione della Repubblica producendosi in un comizio in cui con voce stridula dice il contrario di quello che intanto fa trapelare dalle agenzie. Pare in preda a un delirio superomistico, uno che non ha più niente da perdere. Nel nostro ordinamento non esiste il reato di apologia di regimi dittatoriali e sanguinari. Ci si può recare in cambio di soldi a rendere omaggio ai loro padroni. Anche il suo idolo Tony Blair, quello che si era inventato armi di distruzione di massa in Iraq, e Obama lavorano come conferenzieri; ma nessuno di loro è ancora attivo in politica, mentre lui è senatore e membro della commissione Difesa: o nell’universo parallelo degli affari si è ritirato dalla politica nel 2016?

Come diceva lui quand’era al governo e si sentiva Nerone: poche chiacchiere. Per chi lavora questo personaggio? Perseguendo quali interessi? La domanda è lecita, visto che le risposte “per gli italiani” e “nell’interesse esclusivo della Nazione” sono a questo punto le meno probabili.

Boooom!



Poker col morto

di Marco Travaglio

Avvertenza: quello che segue non ha nulla a che vedere con la nostra vita quotidiana al tempo della pandemia, dei vaccini e del Recovery Fund. Ma riguarda lo stallo politico creato dal leader più irresponsabile mai visto, che ha paralizzato tutto e tutti mentre si dovrebbe correre a razzo. E ha trasformato la crisi di governo in una partita a poker quando è salito al Quirinale e ha fatto il gioco delle tre carte, fornendo tre versioni della posizione di Iv: la più morbida a Mattarella, la più dura in sala stampa, una via di mezzo alle agenzie. Un trucchetto da magliari per trattenere gli italomorenti tentati di mollarlo. Lo scopo era trasferire sul Colle il gioco al massacro e tirarla in lungo per far fuori Conte, spaccare M5S e Pd e separarli, impapocchiare un’ammucchiata con pezzi di partiti sparsi (FI e Lega incluse) e dirottare i fondi del Recovery verso le note lobby. Mattarella, con l’incarico di esplorazione a Fico, dà le carte, i tempi e il via alla partita.

Ma le partite a poker si giocano con le regole del poker, almeno per chi vuol vincerle. Si comincia a carte coperte, senza muovere un muscolo facciale, e solo alla fine si va a vedere. Conte accetta la sfida e attende gli eventi in modalità Zen. I 5Stelle, la segreteria Pd, LeU e il nuovo gruppo Europeista stanno al gioco, alcuni con notevoli sacrifici personali dopo gli insulti subìti per due mesi da uno che dà del dittatore e del trumpiano a Conte, poi fa il barbarodurso del tiranno saudita che finanzia il jihad e fa tagliare a pezzi i giornalisti liberi, a cui l’amico Biden ha sospeso le forniture di F-35; dà del giustizialista a Bonafede, poi intasca 80 mila euro dai garantisti di Riyad che mozzano le mani ai ladri, decapitano i tossici, crocifiggono o lapidano gay, infedeli e donne libere (chissà che ne dicono le fantastiche Bellanova, Boschi, Bonetti e Annibali). Tutti sanno che, se e quando siederà al tavolo con gli altri, la sua bulimia di potere grande come il suo ego lo spingerà a sfasciare tutto con le solite pretese irricevibili. Dice bene Di Battista: l’“accoltellatore professionista, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà le coltellate”. Ma la narrazione dell’Innominabile, avallata da giornaloni e cicisbei da talk, è che sono stati Conte&C. a cacciarlo per sostituirlo coi responsabili, ergo ora devono scusarsi e pregarlo in ginocchio. In questo momento, a inizio partita, chiunque metta un veto su Iv scopre le carte anzitempo e gli consente di tenere compatta la truppa. Sarà lui, a fine partita, seduto al tavolo col suo 2% insieme a tutti gli altri, a calare: cioè a rispettare i rapporti di forza oppure a rompere coi soliti veti. A quel punto i 46 ostaggi italomorenti decideranno se seguirlo fino al macello delle urne, oppure mollarlo e rendersi finalmente utili.

venerdì 29 gennaio 2021

Ad esempio!



Ecco come un uom.. ops! un Rosato si piega servilmente ai dettami del Capo! Il viaggio del Bomba a Ryad contributo culturale??? Ma vaff..!!

L'Amaca

 

Uno scontro fra titani

di Michele Serra

Tutta la città ne parla: Ibra e Lukaku faccia contro faccia (alla faccia del distanziamento) che suggeriscono alle rispettive madri quale attività intraprendere. Non per essere cinici, ma è stato prima di tutto uno spettacolo formidabile: due titani, il bianco e il nero, che eruttano guerra, mentre i compagni attorno, improvvisamente nani, tentano disperatamente di dividerli, ma rimangono sotto di una spanna.

Ha cominciato Ibra, che è un tipaccio, sfiorando l’insulto razzista (una vecchia, sciocca diceria su pratiche woodoo della mamma di Lukaku: che per altro è più cattolico del Papa). Lukaku, che è buono come Garrone, non ci ha visto, e a quel Franti milanista ne ha dette di tremende. Perché sia ben chiaro che non è privilegio dei bianchi, il potere di umiliare.

Fatto il sunto, credo onesto, io che sono interista fino all’osso, e per Lukaku e la sua mamma farei qualunque cosa, intercedo per Ibra: sì, è stata colpa sua, ma non accanitevi. È anche lui un figlio dell’insulto, figlio di immigrati bosniaci in Svezia, cresciuto senza padre, salvato da un’infanzia di merda (mi correggo: un’infanzia difficile) in virtù della statura e dell’estro calcistico.

Leggo che il famoso Codacons (ancora tu! Ma non dovevamo sentirci più?) chiede il licenziamento preventivo di Ibra dal Festival di Sanremo. Perché non l’impiccagione?

L’esilio? La vendita immediata a una squadra della seconda divisione cipriota? (Oddio, spero che non si offendano i ciprioti). Ma il senso della misura, dico la misura dell’umano, esiste ancora, in giro per il mondo, o siamo diventati tutti Savonarola? (Oddio, spero che non si offendano gli eredi Savonarola).

Differenze

 


Rinascimentostafava!

 


In ricordo

 


Grandissimo Marco !

 

Se si giocasse alla battaglia navale, solo una parola uscirebbe coralmente: affondato! Grande Marco!
Oronzo e Coerenzi
di Marco Travaglio
Che esistessero i responsabili incoerenti (dall’opposizione alla maggioranza, o viceversa) e quelli coerenti (dalla maggioranza all’opposizione alla maggioranza, o viceversa), si sapeva. Ora però, con Giggetto Vitali, s’avanza una terza specie: quella dei responsabili coerenti-incoerenti-coerenti (o viceversa), detti anche voltagabbana di andata e ritorno, eletti con l’opposizione, passati alla maggioranza e rientrati in sei ore all’opposizione dopo le telefonate di B. e Salvini. Perché oggi, sul mercato, un chilo di senatore apolide costa più del caviale albino di storione bianco. E non tutti se lo possono permettere. Ci si contenta di una coscia da fare arrosto, una lingua in salsa verde, un’ala in salmì, una frattaglia in soffritto, un rognone trifolato, una zampetta in bianco, un piedino bollito. Per orientarsi nella crisi più pazza del mondo, ci vorrebbe Oronzo Canà, cioè Lino Banfi allenatore nel pallone, detto anche la Iena del Tavoliere e il Vate della Daunia, immortale profeta della “bizona” col modulo tattico del 5-5-5: “Mentre i cinque della difesa vanno avanti, i cinque attaccanti retrocedono, e viceversa. Allora la gente pensa: ‘Ma quelli che c’hanno cinque giocatori in più?’. Invece no, perché mentre i cinque vanno avanti, gli altri cinque vanno indietro e durante questa confusione generale le squadre avversarie si diranno: ‘Ah! Ah! Che cosa sta succedendo?’. E non ci capiscono niente”.Lui sì che, alla Longobarda, sapeva fare le campagne acquisti: “Sono riuscito ad avere i tre quarti di Gentile e i sette ottavi di Collovati, più la metà di Mike Bongiorno. In conclusione, noi abbiamo ottenuto la comproprietà di Maradona in cambio di Falchetti e Mengoni”. Anzi no: “Attraverso le cessioni di Falchetti e Mengoni riusciamo ad avere la metà di Giordano, da girare all’Udinese per un quarto di Zico e tre quarti di Edinho…”. Ora, dinanzi all’immondo mercato di tre quarti di Vitali, sette ottavi di Ciampolillo più la metà della Rossi e le comproprietà di Rossi e Polverini, era naturale che la coscienza dell’anima più pura della politica italiana, quella che “abbiamo rinunciato alle poltrone di Teresa, Elena e Ivan perché per noi contano le idee”, quella che sopra la firma appone sempre “un sorriso”, insomma l’Iscariota di Rignano ribollisse di sacro sdegno (aggravato dal fatto che noi del Fatto andiamo troppo in tv per rimediare ai suoi flop d’ascolto, mentre lui è bandito da tutti i media nazionali): “La creazione di gruppi improvvisati è un autentico scandalo!”. Giusto, vergogna. Sarebbe come se un ex premier ed ex segretario del Pd annunciasse il ritiro dalla politica, poi ci restasse, si ricandidasse e si facesse rieleggere sempre nel Pd.Dicesse no a un governo col M5S, poi rompesse le palle al Pd per fare il Conte-2 coi M5S e due mesi dopo se ne andasse per fondare un partito detto comicamente Italia Viva, creando “gruppi improvvisati” che sono “un autentico scandalo” e poi, non contento, promettesse agli sventurati di “arrivare a fine legislatura ed eleggere il presidente della Repubblica”, “chi vuole scendere prima può farlo, noi non stacchiamo la spina, vogliamo attaccare la corrente” e subito dopo picconasse il governo, rinviasse la crisi causa Covid e ricominciasse un anno dopo, desse a Conte del “vulnus per la democrazia” col contorno di insulti, calunnie e minacce, ritirasse le sue ministre dal governo come pedalini dalla tintoria e infine, scatenata la crisi in piena pandemia, dicesse: “Dopo il fango è tutto chiaro: la crisi non l’ha aperta Iv”. E non arrivasse l’ambulanza a portarlo via. Poi salisse al Colle, lo facessero entrare e uscisse accusando gli altri di insultarlo e “dare la caccia al singolo parlamentare”, essendo il leader di un partito formato da una trentina di singoli parlamentari eletti nel Pd più due ex M5S (tra cui uno espulso perché massone), tre ex FI, due ex LeU, un ex montian-verdiniano ecc.E si scordasse ciò che disse il 14.01.2010 a Porta a Porta a Paola Binetti, che aveva osato lasciare il Pd per l’Udc con Enzo Carra: “La tua posizione, di Carra e altri è rispettabile, ma dovevate avere il coraggio di dimettervi dal Pd e dal Parlamento, perché non si sta in Parlamento coi voti presi dal Pd per andare contro il Pd. È ora di finirla con chi viene eletto con qualcuno e poi passa di là. Vale per tutti. Se c’è l’astensionismo è anche perché se io decido di mollare con i miei, mollo con i miei – è legittimo – però rispetto chi mi ha votato e non ha cambiato idea”. E il 22.02.2011 ribadì: “Se uno smette di credere in un progetto politico, non deve certo essere costretto con la catena a stare in un partito. Ma, quando se ne va, deve fare il favore di lasciare anche il seggiolino”. Purtroppo non lo ripeté ad Alfano quando prese un pezzo di FI e fondò Ncd per tener in piedi il governo Letta e poi il suo. Né a Verdini quando prese un altro pezzo di FI e fondò Ala per puntellare il suo governo. Né a se stesso nel 2019 quando fondò Iv per “svuotare il Pd”, ma anche FI: “Porte aperte a chi vorrà venire in questo progetto, non da ospite ma da dirigente. Vale per Mara Carfagna e altri dirigenti FI. Iv è un approdo naturale per tutti, è questione di tempo”, “C’è un mercato politico che guarda con interesse a noi. Parlamentari di FI molto seri stanno riflettendo e speso che già dai prossimi giorni possano valutare l’adesione a Iv”. Oronzo, pensaci tu: “Oh, mi avete preso per un coglione! E mi fa male!”.

giovedì 28 gennaio 2021

Click!



Nella foto: tre merde mentre fanno il saluto di merda che, nel giorno del Ricordo, li trasforma in eclatanti merdoni.

Gli onesti ricercanti questa politica

 


Si chiama Luigi e non Alvaro solo per uno scherzo dell'anagrafe, codesto senatore Vitali che è seduto anonimamente negli scranni del Senato ininterrottamente dal 1996, cuccandosi alla faccia nostra quelle mensilità degne di un capo di stato, senza mai essere affiorato dal pantano della professione di politico di cui è uno degli esempi più eclatanti. 

Guardandogli l'espressione all'Alvaro, Luigi Vitali ha avuto un leggerissimo velo di notorietà allorché, pochi giorni fa, ha deciso di passare nel neonato gruppo il cui compito primario sarà quello di depotenziare lo Scellerato Pifferaio e la sua Italia (semi) Viva. 

Alvaro - Luigi Vitali s'era terrorizzato di rinunciare, non sia mai, ai futuri e abbondanti 300mila euroni che tutti i componenti del Parlamento percepiranno da qui a fine legislatura. E senza remore né dignità, si è subito lanciato verso la scialuppa dei cosiddetti Responsabili. Da un conto tipico del salumiere, con tutto rispetto, ad oggi, al comico anonimo in questione (l'avesse conosciuto il Manzoni l'avrebbe sicuramente sostituito a Carneade) abbiamo profuso oltre tre milioni di euro, tre milioni di euro, treeeeeemiliooooooniiiiii di euro!!! Porcaccia miseria! Ekkikazzo mai l'ha sentito nominare o visto in qualche ministero, ammirato in qualche dichiarazione televisiva il senatore Alvaro-Luigi Vitali????

Essendo comico, Alvaro-Luigi ha dato il meglio di sé: una volta compreso con chiarezza che probabilmente non si andrà a votare, è ritornato alla casa madre, la sua, quel partito azienda custode di infinite malefatte di proprietà del Pregiudicato pluri Puttaniere, Nano dei Nani, Infingardo Supremo, e ci ha pure concesso la motivazione: "siccome sono certo che non si andrà a votare, ritorno nel mio partito" per proseguire l'agiato anonimato, aggiungo io, e ne traduco pure il pensiero: "me ne sbatto i coglioni dei problemi pandemici del paese, quello che a me unicamente m'aggrada è aumentare a dismisura il mio conto in banca, coglioni!" 

Ma il punto focale non è questo, miseriaccia la puttanesca della miseria! Non si deve infatti continuare a seguire questi cagnacci! M5S, PD, Leu la devono piantare di annusare questi vergognosi obbiettivi per sminuzzare il Ballista! Persone per bene, e ce ne sono ancora tante per fortuna, lontano anni luce da intrallazzi simili a quelli che hanno ombrato passate gestioni governative, sono chiamate a distaccarsi da accordi subdoli con personaggetti d'infima caratura: sfanculare i neo Scilipoti, mandare via a calci in culo gli innumerevoli Alvaro pullulanti nelle aule parlamentari, negarsi al Grullo, questa è la via maestra, e poco importa se il rischio delle urne porterà in tolda il Cazzaro ed i Fascisti, perché Sora Cicoria e i suoi adepti sono e resteranno Fascisti! Pazienza, sarà cura e premura delle persone pensanti avvertire il disastro inaudito, il precipizio definitivo che l'azione dei suddetti e miserrimi personaggi propineranno alla Nazione! E allora, solo allora, a gran richiesta torneranno, torneremo, a far politica finalmente liberi dai troppi legacci vergognosi che molti ancora confezionano a scapito della verità e, soprattutto, della dignità di un popolo che tornerà, si spera presto, libero dagli orchi ingordi, maestri nell'abbacinare allocchi.      

Effettivamente

 


Visione Travagliata


Tutto può succedere

di Marco Travaglio

Nella crisi più demenziale del mondo, càpita che l’analisi più azzeccata la faccia Toninelli: “L’alternativa a Conte è un gran casino”. Ora che ha in mano il pallinod ella crisi, Mattarella deve trovare una maggioranza certa (non i famosi 161 senatori, ma almeno 158-159, visto che 4 dei 6 a vita e Bossi non si vedono quasi mai, dunque il plenum effettivo è 316-317). E, per farlo, deve intimare a chiunque incarichi di non porre veti per non precludersi i numeri che gli servono. Siccome poi siamo in piena pandemia e le Regionali in Calabria sono slittate da febbraio ad aprile, fa capire che le elezioni non sono un’opzione: se tutto va bene si può pensare a maggio-giugno, anche perché subito dopo parte il semestre bianco e sino a gennaio non si vota più. Inoltre non esiste una maggioranza per fare un governo, ma neppure per andare al voto. Le elezioni non le vuole nessun gruppo parlamentare, tranne forse quello di Fratelli d’Italia, che in tre anni ha quadruplicato i consensi ed è l’unico a poter garantire la rielezione a tutti i suoi, malgrado il taglio di un terzo dei posti. Oltre alla Meloni, il leader che ha tutto da guadagnare e nulla da perdere dal voto è Conte, forte di una popolarità già alta da due anni e ancora cresciuta dopo l’imboscata renziana.

Anche i 5Stelle, sventolando la bandiera di Conte, potrebbero aspirare a un buon risultato elettorale: ma l’altroieri i gruppi parlamentari hanno bocciato a maggioranza la linea (sacrosanta) del vertice “o Conte o elezioni”, pronti a un Conte-ter con Iv pur di restare dove sono. Poi c’è il Pd, che non è un partito, ma un coacervo di tribù tipo Libia: Zingaretti e i suoi ministri sarebbero ben lieti di andare alle urne, per tenersi stretto Conte, consolidare l’alleanza coi 5Stelle, liberarsi dei renziani di Iv e di quelli interni (i capigruppo Marcucci e Delrio giocano per il rignanese); ma non controllano le altre tribù, disposte a tutto, anche a un governissimo col centrodestra, pur di liberarsi di Conte e del M5S e restare lì altri due anni. Nemmeno Zinga, se fallisse il Conte-ter, potrebbe dire di no a Mattarella se questi chiedesse l’estremo sacrificio di appoggiare un governo istituzionale con i soliti Cottarelli o Cartabia. Perché quello, e non le elezioni, sarebbe lo sbocco di un naufragio del Conte-ter. Se Conte va a casa, i 5Stelle che l’Innominabile aveva miracolosamente ricompattato (Di Battista e Di Maio si riparlano addirittura) perderebbero il loro premier e per giunta finirebbero in mille pezzi. Ma andrebbe in frantumi anche l’alleanza giallorosa: il Pd e forse LeU in maggioranza e il M5S a sparare sugli attuali alleati dall’opposizione, probabilmente insieme alla Meloni e ai duri e puri della Lega.

Cosa resta, per evitare il “casino”? Due opzioni, una auspicabile e l’altra terrificante. Quella auspicabile è la più improbabile: il neonato gruppo “Europeisti” trova abbastanza senatori per sostenere il Conte-ter rendendo ininfluente Iv anche per un solo voto; da Iv si stacca qualche italomorente che non ha condiviso la crisi e finora si è fidato della promessa dell’Innominabile e delle sue quinte colonne pidine (Marcucci, Delrio, Guerini & C.) di una pronta resurrezione al governo come se nulla fosse accaduto; e il Conte-ter guadagna un margine accettabile per restare in piedi e governare. L’opzione terrificante è la più probabile: i centristi non bastano e Iv resta determinante. In quel caso si vedrà se oggi, al Quirinale, Iv porrà il veto su Conte o no. Se lo porrà, magari provocando i 5Stelle con trucchetti da magliari su Patuanelli o Di Maio o Fico, Conte non avrà il reincarico e Mattarella chiamerà qualcun altro per rappattumare i giallorosa; ma con scarse chance, perché i 5Stelle non voterebbero un governo senza il loro premier (a meno che non siano totalmente idioti). Dunque il passo seguente sarebbe il governissimo con chi ci sta. Se invece Renzi non porrà veti, Conte verrà reincaricato, ma col mandato di consultare l’intera maggioranza giallorosa, inclusa Iv, altrimenti non avrebbe più i numeri su cui ha riavuto l’incarico. E lì non vorremmo essere nei panni di Conte che, piuttosto che parlare con l’Innominabile e con la Boschi dopo mesi di insulti, calunnie e ricatti, si convertirebbe alla Lazio.

Avendo detto “mai più con Iv”, potrebbe rifiutare l’incarico per coerenza e ritirarsi in attesa di tempi migliori. Così salverebbe la faccia. Ma perderebbe l’alleanza che con tanta fatica aveva costruito. E si esporrebbe all’accusa di anteporre le questioni personali al bene comune. Oppure Conte, per lealtà istituzionale, spirito di servizio e vocazione masochistica, potrebbe accettare l’incarico e risedersi al tavolo con chi l’ha rovesciato chiamandolo “vulnus per la democrazia”. Magari a patto che nel suo terzo governo non entri chi ha messo in crisi il precedente (l’Innominabile, la Boschi e le due ex ministre). E nella speranza che intanto arrivi qualche centrista a rendere ininfluente Iv. Ma sempre col rischio che il rignanese ricominci coi veti e i ricatti su Mes, affari, giustizia e ributti tutto all’aria in qualche settimana. A questo punto, cari lettori, voi vi aspettereste una conclusione. Che cosa è meglio? Anzi, che cosa è peggio? Scusatemi, ma non so rispondere. L’unica certezza, per ora, è che l’Innominabile è talmente accecato dal suo ego che pensa di aver vinto lui. E non vede che hanno vinto Salvini, Meloni e B.. Sempreché non lavori già per loro.

mercoledì 27 gennaio 2021

Oh Oh!

 Leggi qui le avventure del Bomba!

Cliccate qui sopra e leggerete un interessante articolo narrante le gesta del Senatore Ridanciano in giro per il globo mentre qui stiamo vivendo una crisi di governo, da lui causata, che sta alla ragione come i suoi discorsi alla verità! Tà Tà! 


Polemicamente

 


Rincuorar

 


martedì 26 gennaio 2021

Pensieri di uomo per bene


 

Fuori dalla specie

 


Il problema non è quest'idiota, tale Algero Corretini, ma i suoi follower che pare siano duecentomila, si avete letto bene: 200.000. 

Per un numero di seguaci così alto la voglia di spegnere la luce, augurando a tutti una lunga, quasi eterna buonanotte è immenso. Dignità, ragione, cultura, nulla è parte di questo gnomo. Per di più pochi giorni fa codesto rigonfio di nulla ha anche sprangato la propria compagna, ha messo le mani, meglio dire la spranga, addosso ad una donna, e solo per questo dovrebbe essere portato da qualche parte per non nuocere più alla collettività. Se duecentomila persone lo seguono e lo ammirano, come detto, ogni altro discorso dovrebbe terminare. Siamo a questo stadio di degrado, di pochezza, di nullità. Siamo un paese di vecchi con dietro un'imbecillità in costante crescita, in grado di liofilizzare tutto quanto di buono le vecchie generazioni ci hanno consegnato. 

Il muscoloso grazie ad anabolizzanti, con bolidi sotto il culo che sfascia in allegria, con la passione per i tatuaggi tale che da avvicinarlo e di molto al girone degli inetti. Grazie alla propria corte di followers riesce a guadagnare anche 4mila euro al giorno, per la gioia di chi ci vuole così, senza nulla in cervice, per poter continuare a curare i propri interessi, che sono anche i nostri ma che molti preferiscono delegare, impegnati come sono a riempire fiaschi di aria fritta. 

Una nazione seria rieducherebbe tali esempi di vuoto cosmico, attraverso delle cure psicologiche atte a normalizzare crani debosciati dalla perfida metodologia ossequiante il vuoto per eliminare menti, chissà, forse in grado di contrastarli. 

Speriamo che cotanto ebete rimanga per qualche anno in galera, magari a meditare sulla propria nullità. Me lo auguro di cuore, sperando inoltre che la compagna gli voli via, verso la libertà del cuore e, soprattutto, della mente. 

Dialoghi

 


Intervista saggia ad Agnoletto

 “Brevetti pubblici e via le licenze: così si battono i colossi”

La petizione: “Così paghiamo due volte: serve un mln di firme per chiedere alla Commissione di rimediare”
di Ste.Ve. | 26 GENNAIO 2021
“La Commissione europea faccia valere il fatto di aver finanziato la ricerca per dire: tutti i brevetti ottenuti con un significativo apporto di soldi pubblici devono restare pubblici. Perché altrimenti continueremo nella situazione attuale, dove paghiamo per fare ricerca sui vaccini, poi li dobbiamo ripagare un’altra volta per acquistarli e in più siamo totalmente nelle mani di chi li produce su quando ci vengono consegnati, come stiamo vedendo adesso”.
Vittorio Agnoletto, medico del lavoro, docente a contratto alla Statale di Milano di Globalizzazione e politiche della salute, ex parlamentare europeo (Rifondazione Comunista/Sinistra Europea), ha appena lanciato una petizione. Insieme a diversi altri medici di tutta Europa e a decine di associazioni internazionali tra cui Oxfam, Un Ponte Per e molte altre, vuole raccogliere 1 milione di firme per costringere la Commissione europea a cambiare strada sui vaccini.
Qual è il problema principale?
È che siamo di fronte a vaccini prodotti grazie a un grande contributo pubblico, non si capisce perché il brevetto debba rimanere privato.
Se il brevetto rimane privato cosa succede?
Il monopolio su un vaccino, come su ogni altra proprietà intellettuale, dura 20 anni. Lo ha stabilito l’Organizzazione mondiale del commercio l’1 gennaio 1995. Questo vuol dire che il proprietario del brevetto per 20 anni è l’unico produttore del vaccino, decide lui quanto se ne produce, dove, quando, con chi fare accordi commerciali e con chi no. Tutto questo può avere influenza economica sui mercati. Lo stiamo vedendo adesso, con prezzi diversi a seconda dei Paesi acquirenti e consegne in ritardo.
Si poteva fare diversamente?
Sì, si poteva. Nel nostro caso è la Commissione europea ad aver sbagliato. Non ha ricordato di dire una cosa semplice alle società private nel momento in cui ha cominciato a finanziarle: io vi aiuto, ma poi il brevetto deve essere pubblico, deve appartenere all’Unione europea”.
Adesso come se ne esce?
L’India e il Sudafrica, appoggiati da un centinaio di Paesi poveri del mondo, hanno chiesto all’Organizzazione mondiale della Sanità una moratoria sui brevetti dei vaccini per il coronavirus, una sospensione dell’accordo del ‘95. Hanno fatto richiesta di discutere del tema velocemente, con la modalità fast-track, ma gli Stati Uniti di Trump e la Commissione europea si sono opposti. La Wto non ha messo in discussione d’urgenza la questione sollevata da India e Sudafrica e adesso se ne riparlerà non si sa bene quando.
Lei e gli altri promotori della raccolta firme cosa proponete?
Noi abbiamo fatto una Ice, uno strumento istituzionale dell’Unione europea: una richiesta alla Commissione europea per cui serve un milione di firme. Il testo chiede alla Commissione di rivedere le regole di applicazione dei brevetti dentro l’Ue.
Nel concreto?
Innanzitutto una cosa che si potrebbe fare anche domani. Che l’Italia e l’Ue rinuncino alle licenze obbligatorie. È una clausola prevista dai TRIPs (Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights), gli accordi internazionali sulla proprietà intellettuale dell’Organizzazione mondiale del commercio. Autorizza a produrre i farmaci in proprio, scavalcando il brevetto, tutti gli Stati che si trovano contemporaneamente in una situazione di pandemia e di difficoltà economica. Chi è in queste due condizioni può usare il brevetto per produrre il vaccino, perché prevale il diritto alla salute rispetto al profitto economico. Seconda cosa: chiediamo che la Commissione europea aderisca alla proposta del Sudafrica e dell’India di una moratoria sui brevetti per il Covid durante la pandemia. Terzo: che la Commissione europea faccia valere il fatto di aver finanziato la ricerca per i vaccini.

Verso il dirupo

 

Conte alla rovescia
di Marco Travaglio
Alla fine ci sono quasi riusciti. I poteri marci, con giornaloni e onorevoli burattini al seguito, non potevano perdere l’ultima occasione di mettere le zampe sui 209 miliardi del Recovery Fund piazzando a Palazzo Chigi l’ennesimo prestanome. Subito, con le larghe intese. O dopo le elezioni, che dovrebbero regalare Parlamento, governo, Quirinale e Costituzione alla cosiddetta destra, cioè agli stessi che hanno appena spedito la Lombardia in zona rossa perché ignorano la tabellina del 2. Gli italiani che attendono notizie sui vaccini, i ristori, il Recovery Plan e si ritrovano una crisi di governo assistono a questo spettacolo con un misto di sgomento e disgusto. Avevano appena ritrovato un po’ di fiducia nelle istituzioni per la partenza a razzo della campagna vaccinale e i contagi in calo qui e in aumento all’estero. Erano financo disposti a perdonare i trasformismi dei responsabili pur di neutralizzare i trasformismi degli irresponsabili. 
Ma il caso ha voluto che la risicata fiducia in Senato fosse seguita a stretto giro dalla relazione di Bonafede sulla giustizia: il marrano minaccia addirittura di impiegare 2,75 miliardi di Recovery per rendere più rapidi i processi e più capienti le carceri e, quel che è peggio, senza ripristinare la prescrizione. Una tripla minaccia a mano armata per chi vuole rubare in pace. Infatti alcuni che martedì avevano dato la fiducia al governo han subito precisato che una giustizia efficiente ed equa non la voteranno mai. Anche la crisi del Conte-1, per mano dell’altro Matteo, era scattata sulle due ragioni sociali del partito trasversale del marciume: affari (il Tav) e impunità (riforma dei processi e prescrizione). Ora la scena si ripete: affari (Recovery senza Conte e 5Stelle fra i piedi, né cabine di regia a controllare sprechi e mazzette) e impunità (riforma dei processi e prescrizione). Completa il quadro la candidatura di B. al Quirinale per bocca di Salvini. E in un sol giorno tutti i nodi vengono al pettine: nella crisi più demenziale e delinquenziale del mondo, tutto è possibile. Anche l’avverarsi delle barzellette più fantasiose: tipo un capo dello Stato pregiudicato, plurimputato, indagato per strage.
Oggi sapremo se i poteri marci faranno cappotto o verranno fermati in extremis. Basterebbe pochissimo, cioè che 5Stelle e Pd restassero fermi in blocco sulla linea decisa e ripetuta per dieci giorni: porte chiuse a chi ha scatenato la crisi, nessun altro governo, o Conte o elezioni. A quel punto i renziani che ancora credono al loro capo (accade anche questo) capirebbero che Iv ha chiuso e le urne sono dietro l’angolo. E magari si ricorderebbero chi li ha votati. Oppure andremmo alle elezioni e potremmo persino avere una lieta sorpresa.

Calcolando

 


lunedì 25 gennaio 2021

Ma si dai!



In fondo in fondo lo spero, sarei felice di vedere il Cazzaro premier e il Puttaniere capo dello Stato. Si paga per vedere un film horror, qui sarebbe tutto gratis! E poi l’Europa, la felicità di Bruxelles, la gioia dei ceti minori, le navi al largo con bimbi e donne a soffrire, le barze al culo di mela raccontate sul Colle, il discorso dell’ultimo dell’anno tramutato in cena elegante, il ritorno delle olgettine, le favole spacciate per verità, il ritorno del ponte sullo Stretto, Sora Cicoria al Viminale, la riscossa dei tradizionalisti con rosari a gò gò e nel contempo la caccia al diverso, Bazza e Porro sulla tolda di comando e perché no: il Pagliaccio agli Esteri. Dai si! Speriamo che tutto si realizzi! Largo ai migliori!

domenica 24 gennaio 2021

Zak!



Tutto così in fretta, è crollato e nel giro di pochissimo tempo l’acqua s’è portato via il furgone! E dire che la Regione Toscana si era mossa con una celerità tipica del suo nome, come mi conferma Paperoga che è qui con me!

Non ci siamo

 


Credo che si debba riordinare, rinvigorendo le idee, i progetti, le aspettative: eravamo partiti dal canotto bolognese sfanculante il sistema, ci ritroviamo a pendere dalle decisioni di Tabacci! Non direi che sia stato un percorso decoroso, tutt'altro! Dall'"Uno vale Uno!" di 'sta ceppa, alla smania di proseguire del Bibitaro, la debacle è ormai prossima a essere confezionata.

Certo: gli attacchi sono stati di una potenza inaudita, il coro dei media proni alle mefitiche conglobazioni della mortale finanziarizzazione economica, travolgente equilibri, idee, concetti di armonizzazione dei ceti sociali, pure.
Il continuo e pervicace screditare ad opera di giullari cacofonici non curanti dei miasmi di ere precedenti, smaniosi di ritornare a contare qualcosa, per spartirsi le ennesime risorse a scapito della collettività, la sonnolenza padrona di molte cervici ammaliate dai soliti ninnoli stordenti il senno, hanno compiuto il resto.
Siamo arrivati al punto che probabilmente verrà bocciata una riforma seria della Giustizia, non ci curiamo che i responsabili di atrocità sociali potranno un giorno sfangarla grazie a quella prescrizione "made in puttaniere" che ha protetto in anni passati molti orchi incravattati. Ma al Clown Rignanese ciò non frega 'na mazza, visto che pure gli oltre cinquecento morti giornalieri, gli hanno fatto un baff!. I cosiddetti "poteri forti" la stanno sfangando, il circo insalubre degli anni del Ballismo sta per tornare in tolda, per agguantare la Torta Europea.
Nessuno si impensierisce al riguardo, toti ops! tutti progettano nuove e maestose gettate cementifere in nome della crescita, del progresso, che qui ad Alloccalia, è pensiero comune cogitare, ossia che il futuro sia direttamente proporzionale alla cara e sempre amata betoniera, ideale questo preconfezionato dai disastri comunicativi di cui sopra.

Tutto quanto di corretto e serio è stato fatto in tutti questi anni è melanconicamente caduto nell'oblio, vedasi il taglio degli stipendi, l'assenza quasi assoluta di procedimenti in corso per rapto-politica, il sostegno economico a chi combatte ogni giorno per la propria dignità.
Nulla è riconosciuto dai grandi ed integerrimi Giornaloni, ora di proprietà di Famiglie Nobili che, ad esempio, lo scorso anno ottennero "Prestitoni" da 6 miliardi e passa con la garanzia dello Stato, che ci dicono essere noi, per poi dividersi, notizia di pochi giorni fa, tra compari ed amichetti consanguinei, quasi tre miliardi di lardo frutto di scorribande finanziarie.

La soluzione, a mio modesto parere, credo passi attraverso la porta stretta e sofferente del ritorno alle urne, per levarsi finalmente dalle gonadi lo gnomo ridanciano, lasciando che le sore cicorie ed i cazzari andando finalmente al potere con le ricette della casa, fasciste nella fattispecie, ed i disastri certi che ri-dovremo sopportare, non per molto ci si augura, costituiranno la nuova spinta propulsiva nel ricercare l'ennesima novità decente, corretta.

Ma esiste anche un'altra possibilità: il partito nascente della Persona Perbene, e proprio per questo sotto un attacco ignobile e senza ritrosia, con ricorrenti alterazioni della verità ad opera di peripatetici pennivendoli e Ruttologi, alla Maglie per intenderci, un partito questo già con percentuali di consensi otto-dieci volte quello simil panda di Italia (Semi)Viva.
In pratica, al momento, due italiani su dieci manifestano l'apprezzamento nei confronti della Persona Perbene che vorrebbe abbattere la nenia oramai vomitevole che concerta le aspettative di facoceri indegni (probabilmente già vaccinatisi in nome e per conto del blasone di famiglia "io so' io e voi nun siete un cazzo") con quelle di professionisti indomiti della politica (ossimoro) acchetata e silente per l'inamovibilità, i cui danni saranno sopportati e pagati dalle generazioni future. Un quasi 20% che tutto sommato ci permette d'intravedere uno squarcio di sereno, per rivedere le stelle. Non quelle di prima, che sono la copia di quelle di un tempo, bensì le vere, indicanti la rotta verso una completa pulizia e perché no: rottamazione.

Era ora!

 


Finalmente! Non vedevo l'ora: un look accattivante, semplice, da utilizzare per andare in gonna a far la spesa, molto remunerativo visto che probabilmente, se entri così in un market, ti omaggiano della spesa, accarezzandoti pure il coppino con tanta tenerezza! Ci sarà anche in versione celeste pastello?

Siamo ridotti così!

 

Fiale a parenti e amici I Nas stilano l’elenco dei primi abusivi
di Giuliano Foschini Fabio Tonacci
ROMA — All’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana, nel Palermitano, su 1.121 vaccinazioni effettuate (dati aggiornati al 21 gennaio) ce ne sono 333 sotto inchiesta. Una su quattro, arrotondando per difetto. I carabinieri del Nas, delegati dalla procura di Termini Imerese, stanno facendo accertamenti perché a prima vista risultano essere somministrazioni sospette fatte a chi non rientra nelle categorie previste dalle direttive del governo. Non sono anziani delle Rsa, non è personale sanitario, non sono amministrativi né lavoratori delle Asl. Sono invece veterinari, dipendenti pubblici, commercialisti, braccianti agricoli, insegnanti, poliziotti, politici, sindaci, amici degli amici. I cosiddetti “furbetti del vaccino”, per dirla con una definizione assai abusata ma indubbiamente efficace. Gli investigatori hanno capito che a Petralia Sottana c’era qualcosa che non andava da un post su Facebook scritto il 5 gennaio da una dottoressa in pensione, soddisfatta per aver ricevuto la dose. «Sarebbe stato più corretto vaccinare chi è in prima linea», le risponde un amico in un commento. Che poi è il punto della questione. E non riguarda certo solo l’ospedale palermitano.
Ad oggi i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione guidati dal generale Paolo Carra stanno facendo approfondimenti su 540 dosi arbitrariamente erogate in alcuni centri del territorio nazionale. Le procure di Modena, Ragusa, Reggio Emilia, Forlì, Trapani e Palermo hanno disposto indagini per valutare se, oltre all’inopportunità di scavalcare in lista chi è più esposto al Covid-19, si possa ravvisare il reato di abuso di ufficio. Non è escluso infatti che qualcuno abbia fatto pesare il nome o la carica. Ha fatto molto discutere, al riguardo, la pretesa del governatore della Campania Vincenzo De Luca di farsi vaccinare al Cotugno di Napoli durante il V-Day del 27 gennaio.
A Scicli è saltato il responsabile del punto somministrazioni dell’ospedale Busacca per 24 dosi finite a chi non era nella lista, deferito per peculato e interruzione di pubblico servizio. Tra i destinatari: sua moglie, i parenti della dottoressa che lo ha sostituito. l’ex direttrice sanitaria, cinque ex sindaci, un preside in pensione, la figlia di una dirigente dell’azienda sanitaria provinciale di Ragusa. E ancora: la figlia, il marito e la madre di un’altra dirigente apicale dell’Asp di Ragusa. «Una organizzazione premeditata », sibila il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, dopo aver letto il resoconto dell’istruttoria interna. «Quando un intero nucleo familiare che non ne ha diritto riesce a ottenere la vaccinazione vuol dire che dietro c’è una organizzazione. Non è stato un fatto estemporaneo legato alla necessità di non sciupare le fiale ormai scongelate, ma un vero e proprio atto di arroganza».
Rimanendo in Sicilia ma spostandoci a Salemi (Trapani), il Nas ha scoperto 140 vaccinazioni sospette su 546 al presidio “Vittorio Emanuele II”: le dosi Pfizer sono state fatte a insegnanti e dipendenti del comune di Gibellina, ai vigili urbani di Gibellina e Calatafimi Segesta. Siamo ad almeno 540 furbetti, dunque. Su questi stanno indagando. Ma non è detto che siano gli unici.

sabato 23 gennaio 2021

Promessa


Ma si dai! Una serata di Sanremo la vedrò...



Matematica



Cambiando il comico (e che comico visto che trattasi di Stanlio-Brichetto) il prodotto non cambia.

Vergogna


Un popolo di eroi, navigatori e profittatori!



Travaglio!

 

Cesa una volta
di Marco Travaglio
Deliziosa, come sempre, la lettura dei giornali dominati da uno sconfinato stupore perché un giglio di campo come Lorenzo Cesa è finito indagato. Chi l’avrebbe mai detto che l’ex portamazzette di Prandini (per gli amici Prendini), arrestato nel ’93 dopo breve latitanza, reo confesso in un verbale che si apriva con un “Ho deciso di svuotare il sacco” degno di Pietro Gambadilegno, finisse nei guai giudiziari? Oltre al comprensibile sbigottimento, la libera stampa distilla le più varie interpretazioni politiche del blitz “a orologeria” di Gratteri nel pieno della caccia ai voltagabbana responsabili o costruttori. Il Cesa infatti era fino all’altroieri il segretario dell’Udc, già Unione dei carcerati, in cui non si sa come si sono ultimamente infiltrati alcuni incensurati, tipo la senatrice Binetti, interessati a sostenere il governo. Cesa non era della partita: sia perché non è più parlamentare, sia perché è fedelissimo del centrodestra e allergico a Conte e ai 5Stelle (non rubano). Poche ore prima della visita dei carabinieri, confidava a Minzolingua: “Non capiscono che noi non ci muoviamo. Io ho bloccato pure WhatsApp”. Ora sappiamo il perché.

L’idea che 58 arresti, più decine di avvisi di garanzia, sequestri e perquisizioni in tutta Italia si improvvisino last minute per interferire nella crisi di governo può venire solo a un malato di mente: infatti occhieggia su tutti i giornali. Le richieste di Gratteri (5.200 pagine) sono del 29 aprile e l’ordinanza del gip (422 pagine) è del 13 gennaio. Ma il Riformatorio non ha dubbi: “Cesa non ha votato per Conte? A lui ci pensa Gratteri” (Cesa non poteva votare una mazza, non essendo parlamentare, ma fa niente). Quindi Gratteri dà un aiutino a Conte. Anzi no, per Domani gli fa un dispetto: “Per i pm il ‘responsabile’ Cesa aiutava anche gli amici dei clan”. 
Da notare quell’“anche” (aiutava Conte e pure i clan, infatti è così “responsabile” che a destra era e a destra è rimasto). Sempre per l’angolo del buonumore, ecco il Giornale: “In campo anche le toghe” (ma non si precisa in quale campo). E La Verità: “Ciclone ’ndrangheta su Conte e Arcuri” (mai citati nelle 5.200 e 422 pagine, ma tutto fa brodo), “L’indagine sulle cosche spiazza Giuseppi”. Anche per il Corriere è “Un colpo alla trattativa per allargare l’alleanza”. E per Rep: “Addio Udc, si complica l’operazione Responsabili”. E per il Foglio: “Bomba Cesa sul governo: i centristi dicono bye bye. L’inchiesta rompe le trattative”. E per Libero: “I giudici indagano Cesa e mettono nei guai Conte” (non la destra, di cui Cesa fa parte: Conte). Quindi è ufficiale: anche l’inchiesta Cesa è giustizia a orologeria. Anzi, a orologerie: diversamente dai Soliti Ignoti, la banda del buco s’è scordata di sincronizzare gli orologi.

venerdì 22 gennaio 2021

Perché già c'è la bolletta!

 Il corso placido degli eventi incontra, verso fine febbraio-inizio marzo, il Festival della canzone italiana di Sanremo. Perché Sanremo è Sanremo e perché la Rai avrebbe già il prelievo dalla bolletta Enel! Ekkeccentra direte voi? Amadeus, forse anche giustamente, ha dichiarato che senza pubblico il Festival non andrebbe fatto. Ci può stare. Ma la ragione fondamentale per trovare almeno 500 persone, tra l'altro stan pensando, ossimoro, pure di isolare l'ipotetico mezzo migliaio di fortunati, dipende dai punti di vista, facendoli dormire su una nave da crociera ormeggiata nel porto della cittadina ligure, è prettamente economica, nel senso che gli sponsor verserebbero le laute tariffe nei forzieri perennemente in sofferenza della nostra, ossimoro2, ammiraglia mediatica di stato, solo in presenza del pubblico. E qui iniziano a volare gli stracci: Rai ossia una spelonca di sprechi, un coacervo di direttori - vicedirettori-votivi di politicanti-amici degli amici-correnti insane ed insalubri nei riguardi della Verità, da far rabbrividire pure i concorrenti mesti dipendenti della Famiglia Regale Arcoriana. 

Mi spiego meglio: migliaia di dipendenti, centinaia di società satelliti che fanno il lavoro che dovrebbero fare coloro che ricevono pubblici stipendi - ops! per certi versi e certi appisolati possiamo definirli regalie - da favola per non far una mazza pro die (non tutti chiaramente), un gettito costante prelevato dalle bollette della luce, e ci dobbiamo pure sorbire una quantità insana di spot inframezzanti la normale visione di un programma? Ma come cazzo siamo ridotti da queste parti? Il bello è che se anche decidessimo di non boicottare i programmi delle varie testate, per loro non cambierebbe nulla, il gettito sarebbe sempre garantito. Quest'anno chiuderanno con una ammanco di oltre cento milioni, ce ne rendiamo conto? Deficit per una gestione politica di una società che dovrebbe camminare con le proprie zampe equine! E mentre non possiamo fare assembramenti, le teste pensanti - ossimoro3- dell'azienda di stato partoriscono l'idea folle e malsana di dover noleggiare una nave da crociera per preservare il pubblico dal Covid, infarcendo le varie testate di spot infingardi! 

Rai e Alitalia: i bubboni ereditati da lontano, mali incurabili di una gestione folle del bene pubblico, prostrato agli interessi di correnti di pensiero, tendenti a perseverare nell'obbrobriosa linea politica proteggente pochi, infangando ragione e sentimenti comuni. Constato che neppure quelli dell'"Uno vale Uno" sono riusciti a far invertire la rotta, prossima alla collisione del default. Ed infine: Tokio sta per annunciare l'annullamento delle Olimpiadi. Qui da noi, per reclamizzare il caffè generoso - per loro - si arrampicano su specchi navali! Perché non solo Sanremo non è Sanremo; pure Rai e Alitalia non sono società dignitose!