giovedì 13 febbraio 2025

Ci sarà da ridere!

 


E adesso come la mettiamo? Dopo anni di frullato di zebei, di insonorizzazione di parole di pace, di sfanculamento e oscuramento di Sua Santità, di beceri soloni infoiati nel rimpinzare di armi e morte un invasato, aggredito ma non lucido di mente per comprendere che la strada maestra, contro un orco con migliaia di testate nucleari non fosse quella della vendetta, ma del dialogo, della rassicurazione che mai e poi mai l'Ucraina sarebbe entrata nella Nato; come la mettiamo con quella tremebonda aria che appiccicava a chicchessia il "putiniano" solo perché non si concordava con la fetecchia di pensare che un giorno avremmo battuto l'orso russo? 

Ci voleva un pazzo per dire "adesso stop" e non un rintronato cosiddetto democratico che sperava di annientare il nemico Putin mettendo a repentaglio l'esistenza dell'umanità su questo sasso blu. Ci voleva uno psicopatico per aprire un dialogo con una dittatura che un tempo ci salvò dal nazismo, pagando con oltre 14 milioni di morti, e che non è stata neppure invitata alle celebrazioni per l'ottantesimo dalla fine del conflitto mondiale, in quanto considerata cattiva, mentre i buoni sono tutti gli altri, ad iniziare dalla baraonda europea guidata dalla mortifera Ursula, sempre prona e china ai voleri dell'ex presidente rincoglionito, ed oggi scopertasi non valere più una minkia, estromessa pure dai colloqui, svergognata, ridicolizzata e chissà, un domani, magari spartita dai due signori in foto. 

Centinaia di migliaia di morti per niente, solo per soddisfare le mire e le cazzate di pochi inetti, incapaci, reazionari, inutili. Ma si apre un altro problema: i grandi fondi mondiali, le banche armate, i riccastri armigeri; come reagiranno? Tranquilli! Parafrasando la fine delle fiabe dei Fratelli Fabbri Editori: "non temete, un'altra guerra comincerà!"   

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