sabato 15 febbraio 2025

L'Amaca

 

La pagliuzza e la trave
DI MICHELE SERRA
Che il vice di Trump, J. D. Vance, sia preoccupato «per la libertà di parola in Europa» potrebbe essere solo una notizia buffa, una delle tipiche gaffe degli americani all’estero: la conoscenza del resto del mondo non è materia nella quale gli americani brillino, anche se fanno il vicepresidente.
Un facoltoso cliente americano una volta chiese a mio padre, che lavorava in banca, “se anche in Italia conosciamo il Natale”.
Una coppia di insegnanti americani, ospite di un mio amico in una vallata del Bolognese, di fronte a una fotografia di don Bosco appesa davanti a una scuola, gli chiese come fosse possibile che si potesse omaggiare pubblicamente il capomafia locale, e il mio amico dovette spiegare che don Vito Corleone e don Bosco non facevano lo stesso mestiere.
Ma in questo particolare scorcio della storia, la sortita di Vance non è per niente divertente. È irritante oltre misura, perché arriva dall’esponente di spicco di una destra che sta bonificando, o proclama di voler bonificare, le biblioteche pubbliche americane (quelle scolastiche in particolare) da «contenuti sessuali» (Lolitadi Nabokov il primo della lunga lista di proscrizione) e considera blasfemo, e da mettere al bando, l’evoluzionismo di Darwin.
Molti cristiani rinati, negli Usa, ritirano dalle scuole i loro figli perché basta e avanza la Bibbia a capire come è nato il mondo.
I più tolleranti concedono alle scuole di continuare a insegnare, a patto che nelle aule siano appesi i dieci comandamenti.
Trump e Vance sono i campioni politici di questa America intollerante, bigotta e antiscientifica. Se conoscessero, oltre la Bibbia, anche il Vangelo, questi cristiani senza Cristo si occuperebbero della loro trave invece di discettare sulle pagliuzze altrui.

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