Tar del Lazio duetto mancato
DI MICHELE SERRA
A Sanremo mancava, inspiegabilmente, solamente il Codacons, che insieme al Tar del Lazio è una delle presenze fisse della storia nazionale.
Incombe sempre sullo sfondo, come il Vesuvio nelle vedute di Napoli. Ora la lacuna è colmata, il Codacons ha denunciato per pubblicità occulta il rapper che voleva indossare una collana, ma per non sbagliare ha denunciato anche la Rai malgrado abbia fatto togliere la collana al rapper, e forse ha denunciato anche la collana per non essersi autodenunciata.
Nessuno sa con precisione che cosa sia il Codacons, se sia uno, nessuno o centomila, se rappresenti milioni di cittadini integerrimi, e inflessibili contro il malaffare, o solamente un paio. Si pensa all’acronimo, ma magari è solo in cognome di una persona: Gigi Codacons.
Ma bisogna dargli atto della inesorabile costruzione di una identità – come il Tar del Lazio – che sicuramente eccede, e di parecchio, la propria consistenza reale. Il Codacons è ovunque accada qualcosa, ovunque qualcuno sia sotto accusa, ovunque qualcuno ancora non sia sotto accusa e dunque occorra accusarlo di qualcosa.
Migliaia, forse milioni di titoli di giornale, negli anni, lo hanno nominato. “Denunciato dal Codacons”, “denuncia del Codacons”, “il Codacons denuncia”, non c’è piega della nostra vita pubblica che non veda intervenire, al fianco degli inquirenti o anche senza inquirenti, in coda oppure alla guida del corteo dei richiedenti attenzione, il Codacons. In questo senso il Codacons è una star, e meraviglia che la Rai non lo abbia fatto esordire finalmente sul palco dell’Ariston, così da potere finalmente dire: ho visto il Codacons, non solo esiste davvero ma ha duettato magnificamente con il Tar del Lazio.
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