sabato 22 febbraio 2025

L'Amaca

 

Dite qualcosa di europeo!
DI MICHELE SERRA
Il “do something!” di Mario Draghi, rivolto ai governanti dei paesi della Ue, non è un’invocazione interna al Palazzo. Coglie il senso di vuoto, e la relativa ansia di riempirlo, che apparenta milioni di europei in questo momento non rappresentati come vorrebbero e come meriterebbero. Ricorda, come umore e come intenzione, il “dì qualcosa di sinistra!” che Nanni Moretti, secoli fa, rivolse a Massimo D’Alema. Con relativo corollario: “Con questi dirigenti non vinceremo mai”.
Possibile che a nessuno, nei partiti progressisti o comunque europeisti, venga in mente, con l’aria che tira, di organizzare una manifestazione, un presidio, riempire una piazza o foss’anche una piazzetta, e riempirla di sole bandiere blu-stellate, per dare almeno l’impressione che esista un’opinione pubblica che si sente europea, e non vorrebbe morire stretta nella tenaglia Trump-Putin? È così difficile, anzi così impossibile capire che la politica è fatta anche di passioni, di valori, di senso di appartenenza, e una comunità si costruisce non solamente attorno ai convegni tutti chiacchiere e cravatta, ma anche in piazza?
Avete provato a pensare, solo in Italia, quanti sarebbero disposti a scendere in piazza per l’Europa unita — anche se poi non se ne fa niente, dell’Europa unita — giusto per il sollievo di sapere che anche se non esiste l’Europa, esistono gli europei? Una di quelle cose che chi ci sta, ci sta, senza calcoli di alleanze, di tattiche, di strategie, una cosa organizzata per i cittadini, su loro misura, per loro sollievo.
Dite qualcosa di europeo!

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