I bellicisti confondono Putin con Hitler e Trump con Stalin
DI DANIELA RANIERI
Non osiamo immaginare come devono sentirsi i fan della guerra a oltranza fino all’ultima vecchietta o all’ultimo infante ucraino al fine realistico di sconfiggere Putin e la sua soldataglia di straccioni, dopo la notizia della telefonata tra Trump e Putin per mettervi fine. Un saggio ce lo offre un pezzo grosso di Italia diciamo Viva, il finto partito di plastica di Renzi: “Non stupisce”, scrive argutamente Ivan Scalfarotto su X, “che i parlamentari M5S delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato plaudano pubblicamente alla telefonata tra Trump e Putin che, come novelli Molotov e Ribbentrop, minacciano di spartirsi l’Ucraina contro la volontà del suo popolo e sotto il naso dell’Ue. Del resto, Conte non ha mai nascosto la sua simpatia per Trump e le sue politiche sono sempre oggettivamente state musica per le orecchie di Putin. Ieri Xi, oggi Putin, domani Trump: il M5S sempre accanto ai peggiori nemici delle democrazie liberali”. Allora, seguiamo il ragionamento di Scalfarotto e di altre telescriventi umane dell’area riformista guerrafondaia che si sono accodate postando il brioso paragone. Se Putin è Molotov, e non può che essere così visto che se c’è un russo in questa vicenda quello è Putin, allora Trump è Ribbentrop, cioè il ministro degli Esteri nazista. Ma Putin non era “il nuovo Hitler”? Se è così, allora, nella finta proporzione di Ivan, Trump non può che essere Molotov, cioè un ministro sovietico. Ma Trump non era un nazi-tecnocrate? Stai a vedere che uno così è anche staliniano. Di nazisti certi e fieri di esserlo, in questa vicenda, conosciamo però i soldati del battaglione Azov, inclusi da Zelensky nell’esercito ufficiale ucraino.
In realtà su una cosa ha involontariamente ragione Scalfarotto: il patto del ’39 tra Russia e Germania venne siglato per un concorso di stupidità incrociate da parte delle grandi potenze coloniali d’Europa, proprio come oggi. Nel ’39 Stalin propose a Francia e Inghilterra un accordo che prevedeva l’invio di 2 milioni e mezzo di soldati russi al confine con la Germania. Le due potenze traccheggiavano, e l’accordo saltò. Del resto, l’Inghilterra vedeva con simpatia Hitler: la Germania era il “baluardo dell’Europa contro il bolscevismo”. Il 23 agosto l’Unione Sovietica, sfibrata dalla guerra col Giappone in Mongolia, per difendere i suoi confini firmò il patto Molotov-Ribbentrop. Notevole un dato psicologico e per così dire morale: i neo-lib non sono felici per la eventuale fine della guerra, sono incazzati col M5S e con quelli che loro chiamavano “putiniani” per il motivo che avevano ragione costoro fin dall’inizio. Se si fosse fatto quello che i pacifisti (spregiativamente ribattezzati “pacifinti” dal blocco mediatico atlantista) suggerivano, adesso ci sarebbero centinaia di migliaia di morti in meno, meno città distrutte, un’Unione europea con un po’ di dignità residua e non ci sarebbe stato bisogno di Trump per fare accettare all’Ucraina condizioni oggi molto più umilianti di allora. Non stupisce semmai che ciò avvenga in un’Europa il cui inutile Parlamento (contrari Pd, M5S e Avs) mette sullo stesso piano i simboli di nazismo e comunismo, la svastica e la falce e il martello, dopo aver votato nel 2019 (coi voti degli eurodeputati di Pd, FI, Fratelli d’Italia e Lega e con l’astensione del M5S) una risibile risoluzione che equiparava nazismo e comunismo, cioè quelli che deportavano e gassavano le persone nei forni crematori e quelli che hanno sconfitto Hitler. Quanto alla presunta vicinanza di Conte alle autocrazie e ai nemici delle democrazie liberali: Scalfarotto sa qualcosa che noi non sappiamo? Perché noi conosciamo un senatore della Repubblica italiana, nonché aspirante (e non eletto) membro dell’Europarlamento (dove la pratica è vietata), che prende soldi dall’autocratica, non liberale e sanguinaria Arabia Saudita guidata dal principe Mohammad bin Salman, ma non è Conte.
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