mercoledì 30 novembre 2016

Affrancata


Siete pronti?
Tra non molto arriverà! È stata già spedita! 
Avremo la fortuna di ricevere il volantino inviato dal nostro caro amato Bomba.
Un pieghevole di quattro pagine spedito con indirizzo ed affidato alla società Nexive, guidata da Luca Palermo, cliente in anni passati dell'azienda Chil Post, società poi fallita di un certo Tiziano Renzi (dovrebbe essere un omonimo o il padre del Presidente del Consiglio)
Io ho già pronta la mia busta, affrancata con destinatario Matteo Renzi - Palazzo Chigi - Roma.
Gliela rinvierò, con tanto di dedica, come feci con la lettera agli italiani scritta anni or sono da suo Zio, l'artefice dell'Era del Puttanesimo.

Casualità


Ma guarda che la Madia ha trovato l'accordo con gli statali e ha firmato il contratto!
Che combinazione! Fortuita naturalmente! Non ci penso neppure lontanamente a legarlo con il voto del referendum! Casualità, pura e semplice casualità!
D'altronde questo è un governo serio. Troppo serio!

Mai... giuro! Mai...


Mai avrei pensato di trovarmi in un'impercettibile sintonia con "Lui" arrivato negli studi di "Di Martedì" con il suo costume mascherato, i soliti capelli color tabacco marcio, il cerone spalmato in quantità da Guinness, le borse sotto gli occhi tirate così tanto da fargli alzare le braccia ogniqualvolta sorrideva, con il suo sinistro ghigno.

Mai avrei immaginato di muovere impercettibilmente il viso in modalità affermativa, udendone il suono vocale. 

Crozza, al meglio di ogni altro commento, lo ha accolto con "Presidente, Renzi non è potuto venire ed ha mandato il padre."

Mai potevo credere che il nuovo, il rottamante, fosse più vecchio, squallido, bugiardo, subdolo, pericoloso, dell'ometto miliardario con i soldi nostri. 

La conferma di quanto sopra me l'ha data la Bella Etruriana ad Otto e mezzo, sparante raffiche di cretinerie degne di un ricovero in analisi, una becera filastrocca buttata giù mnemonicamente, senza ritegno, insensibile alla nostra, se pur ridotta, intelligenza. Una presa per il culo storicamente tra le maggiori, un senso di degrado culturale difficilmente visto altrove, un'alcova di storpiature costituzionali senza avversari, un rigurgito antidemocratico senza pari. 

Al punto che la poveretta, senza dignità, si è anche arrampicata su uno specchio indicibile, garantendo che i senatori saranno eletti dal popolo, contraddicendo ciò che la sua riforma, e di Verdini, dicono spudoratamente: 


"Art 57: I Consigli regionali e i Consigl delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori."


E allora come cazzo faranno i cittadini a votare i senatori, porcaccia miseria? E come è possibile che uno sparuto senso di vergogna, non le abbia evitato di sparare l'annuncio di una futura legge, permettente al votante, nelle regionali, la scelta di consigliere destinato a Roma, con tempi e metodi misteriosi a tutti tranne che a Orfini, quando la stessa legge verrebbe di certo trombata senza scampo dalla Consulta per l'ovvia incostituzionalità di cui sopra?


Perché, perché ci trattano da imbecili? 

Perché tentano già di modificare ciò che ci stanno da anni presentando come l'Essenziale? 

Come possono avere il coraggio di comunicarci che modificheranno l'Italicum dopo che ci hanno fracassato i testicoli, tra una Picierno e l'altra, incensando codesto progetto elettorale come il must mondiale della democrazia?


Il perché lo so: sono teleguidati da Bruxelles, da Jp Morgan, dai tronfi e veri padroni del vapore! 

Mai avrei pensato di rimpiangere l'ometto...

Menoquattro!



L'Apo Regina



Sessantamilagrazie!


Questo blog ha toccato le 60.000 visite, un traguardo insperato per chi scrive, nella gratuità più assoluta e forse con stramberie a volte in eccesso.
Che dire?
Grazie e continuate a seguirci (son da solo ma usa così, fa più radica chic)

Ci sono grandi novità per il futuro. Forse un sito onnicomprensivo, la diretta per lo sbarco degli alieni e un'intervista alla Boschi nella rubrica il Pallario. 

Grazie nuovamente e cercate di far nuovi adepti.

A volte, dalle castronerie, può sempre nascere un fiore!  

martedì 29 novembre 2016

All'addiaccio


Sospesi i tre deputati M5S implicati nello scandalo di Palermo.
"Vergogna! I grillini ci vogliono far morire di freddo!" urlano dalla sede PD.

???

"Se dovessimo usare lo stesso metro, chi accenderebbe qui da noi la calderina alla mattina? 
Votate Si e ci sarà un gran tepore per tutti!"

Han proprio ragione: oltre a restituire 80 milioni si mettono anche a sospendere gli indagati! 
Che populisti!

lunedì 28 novembre 2016

Che indecenza!


Ma guarda questi populisti che rimborsano lo stato di 80 milioni! Populisti! Demagoghi! E poi sfacciatamente lo hanno fatto a Firenze, la città del Bomba! Vergogna! Populisti!

 

E se...


Oramai scafato da tempo tendente all'infinito, dubito ogniqualvolta il piccoletto con i tacchi rialzati si ripropone alla nazione intera. 
Dopo aver vissuto e sofferto come non mai durante il Puttanesimo, sono divenuto abile, abilissimo nel cogliere i segni di un ritorno politico del Perverso.
Anche questa volta, mascherato come un clown, con colori dei capelli tendenti, al solito, al tabacco in via di decomposizione, il riccone con i soldi nostri ha nuovamente sproloquiato nelle sue tv, facendoci per l'ennesima volta accapponare la pelle per cotanto potere, mai in passato frenato o ridotto, dagli oppositori che credevamo di sinistra mentre invece, grazie anche al suo nipote Bomba e alla sua corte, si sono rivelati uguali, se non peggiori.

Qualcosa però non torna. 

Primo: il segnale che la famiglia lo abbia aizzato nuovamente contro il benessere nazionale, per il proprio arricchimento, si denota dal nuovo amore verso la sua squadra, che è anche la mia, il Milan. 
Questo closing cinese parrebbe rimandato se non annullato, visto che il calcio è stato sempre un basilare veicolo per aumentarne l'ingordigia, pennellata da presidente vincente, che riconosco a me ha fatto sportivamente piacere. 
Questo ritorno di fiamma va interpretato quindi come una nuova avventura, un ricercare il peso politico necessario per dettare le regole, preservanti i suoi sterminati possedimenti?
Credo di si.
Gli attenti potrebbero obbiettare: perché allora si è schierato apertamente per il No referendario?
Giusta osservazione. 
State attenti, perché entriamo nel "machiavellismo": Mediaset è partigianamente schierata per il Si. Come è possibile che il suo proprietario veleggi verso l'opposto? 
Qui, a mio parere, entra in gioco l'abilità del Bomba e del suo allenatore, Jim Messina, che, pagato profumatamente (non si sa da chi ma si sospetta da noi) deve portare alla vittoria nel referendum.
Entriamo nella supposizione: il personaggio dell'ex presidente del consiglio amante delle cene eleganti, è attualmente un fattore negativo, nel senso che non trascina più, viene identificato come il vecchio, la casta, il modificatore di leggi per i suoi interessi.
Bene, anzi, male! 
Vien da sé allora che il Bomba di Rignano potrebbe aver imposto allo zio meneghino di schierarsi per il NO al fine di abbassarne il vantaggio, convincendo gli indecisi a votar SI. 
Insomma, un uso deviato delle negative proprietà del Nano. 
Parrebbe fantapolitica, vero? 
Ma digerire la bufala del risparmio di denari dall'abolizione del Senato, 55 milioni al massimo, mentre contemporaneamente nella legge di bilancio ne sono stati stanziati 60 per un mega torneo di golf in Italia nel 2022, allora cos'è?
Meditate, gente, Media...set!

Sei ancora in tempo!

 

domenica 27 novembre 2016

Preghiere


Da informazioni riservate la chiesa di S.Francesco de Paoli, a Milano, con ingresso da via Montenapoleone, è il luogo di culto ove vengono elevate le più strane preghiere al mondo.
Grazie ad un amico, rigorosamente anonimo, ve ne propongo alcune:

"Signore quest'anno potrò assistere alla Prima alla Scala dalla terza fila. Ti chiedo d'intercedere affinché possa vedere quella del 2017 dalla prima fila!"

"Come sai abbiamo una casetta a Cortina di soli 350 mq mentre la romana moglie del parlamentare di ben 380! Mio marito, come ben sai è onesto, ruba solo l'essenziale. Ti chiedo di poter di poter ampliare la bicocca con qualche piccolo illecito edilizio. Grazie!"

"Purtroppo abbiamo solo quindici bagni in casa e soffriamo le pene dell'inferno per questa negativa situazione. Ti offro il mio dolore affinché possiamo ampliare il nostro attico, cacciando la vecchietta fastidiosa, nostra vicina, per poterne costruirne altri sei! Accoglila con te, ti prego. Considera che siamo ben in cinque in famiglia!"

 

M'incazzo


Le parole di reazione della blogger anticastrista  Yoani Sánchez ("finalmente Fidel Castro muore") pur ammettendo di non conoscere la storia cubana, pur riconoscendo le storture rivoluzionarie avvenute sull'isola, mi fanno incazzare oltremodo, come se ascoltassi un sermone mnemonico della Bella Etruriana, soprattutto perché tali sconcezze precedono di poco le seguenti, ben più letali:

"Oggi il mondo assiste alla scomparsa di un dittatore brutale che ha oppresso il popolo per quasi sei decenni. Il retaggio di Fidel Castro è segnato da plotoni di esecuzione, ruberie, una povertà inimmaginabile e la negazione dei diritti umani fondamentali. Spero che da oggi Cuba, dove pure continua a perdurare il totalitarismo, inizi ad allontanarsi dagli orrori troppo a lungo subiti ed a incamminarsi verso un futuro in cui l'eccezionale popolo cubano possa finalmente vivere nella libertà che tanto merita."
(Firmato "un pluri fallito con vari problemi psicologici tra cui un abnorme auto mitizzazione, che un popolo travolto dallo strutto ha eletto presidente ed il cui nome probabilmente sovrasterà un grattacielo dorato di sua proprietà, sulle oramai "libere" terre cubane)
Madrina dell'inaugurazione del plesso, naturalmente, la gaudente tanatologica Yoani Sánchez.

sabato 26 novembre 2016

Lezione per il NO


Il Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato spiega in modo esaustivo e perfetto perché votare NO. Lo allego sperando che qualcuno cambi idea e che gli indecisi... si decidano a votare.. bene!

sabato 26/11/2016
L’INTERVENTO - ROBERTO SCARPINATO
“La riforma toglie potere al popolo e lo consegna ai mercati finanziari”
IL PROCURATORE GENERALE DI PALERMO SPIEGA QUALI SONO LE VERE RAGIONI PER CUI LA COSTITUZIONE VIENE STRAVOLTA

di Roberto Scarpinato

Il magistrato Roberto Scarpinato
Pubblichiamo stralci dell’intervento di Roberto Scarpinato, procuratore generale a Palermo, al seminario sulla Riforma della Costituzione al Palazzo di Giustizia di Palermo il 22 novembre scorso.

Questa riforma costituzionale non è affatto una revisione della Costituzione vigente, cioè un aggiustamento di alcuni meccanismi della macchina statale per renderla più funzionale, ma con i suoi 47 articoli su 139 introduce una diversa Costituzione, alternativa e antagonista nel suo disegno globale a quella vigente (…). Una diversa Costituzione che modificando il modo in cui il potere è organizzato, ha inevitabili e rilevanti ricadute sui diritti politici e sociali dei cittadini, garantiti nella prima parte della Costituzione. Basti considerare che, ad esempio, la riforma abroga l’art. 58 che sancisce il diritto dei cittadini di eleggere i senatori, e con ciò stesso svuota di contenuto l’art. 1 della Costituzione, norma cardine del sistema democratico che stabilisce che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (…) Questo potere sovrano fondamentale per la vita democratica, viene tolto ai cittadini e attributo alle oligarchie di partito che controllano i consigli regionali (…).

I fautori della riforma focalizzano l’attenzione e il dibattito pubblico sulla necessità di ridimensionare i poteri del Senato eliminando il bicameralismo paritario, questione sulla quale si può concordare in linea di principio, ma glissano su un punto essenziale: perché pur riformando il Senato avete ritenuto indispensabile espropriare i cittadini del diritto-potere di eleggere i senatori? (…) Dunque secondo voi la ricetta migliore per curare la crisi della democrazia e della rappresentanza, è quella di restringere ancor di più gli spazi di democrazia e di rappresentanza? (…) Alla sostanziale desovranizzazione del popolo, alla disattivazione della separazione tra potere esecutivo e potere legislativo e, quindi, del ruolo di controllo di quest’ultimo sul primo, si somma la disattivazione del ruolo delle minoranze, condannate per tutta la legislatura alla più totale impotenza, avendo a disposizione in totale solo 290 deputati rispetto ai 340 della maggioranza governativa. E ciò nonostante che nell’attuale panorama politico multipolare, le minoranze siano in realtà la maggioranza reale nel Paese, assommando i voti di due terzi dei votanti a fronte del residuo terzo circa, ottenuto dal partito del capo del governo. (…)

Azionando sinergicamente tali leve, il gruppo nell’assenza di ogni valido controbilanciamento è in grado di esercitare un potere politico-istituzionale di supremazia sugli apparati istituzionali nei quali si articola lo stato: dalla Rai, alle Partecipate pubbliche, agli enti pubblici economici, alle varie Authority, ai vertici delle Forze di Polizia, dei Servizi segreti (…).

Se le ragioni della riforma dichiarate non sono radicate nella realtà, se ne deve dedurre che vi sono altre ragioni che non si ritiene politicamente pagante esplicitare. Si sostiene infatti che questa riforma sarebbe finalizzata a tagliare i costi della politica e necessaria e urgente per risolvere i problemi del Paese. La Ragioneria dello Stato ha stimato il risparmio di spesa conseguente alla riforma del Senato pari a 57,7 milioni di euro, una cifra ridicola rispetto al bilancio statale, e che potrebbe essere risparmiata in mille altri modi con leggi ordinarie senza alcuna necessità di stravolgere la Costituzione. Per esempio tagliando i costi della corruzione e della evasione fiscale, invece di tagliare la democrazia. (…) Non basta. Gli uffici studi del Parlamento hanno documentato quanto sia priva di fondamento nella realtà la narrazione dei sostenitori del Sì secondo cui il bicameralismo paritario avrebbe enormemente dilatato i tempi di approvazione delle leggi a causa della navetta tra la Camera e il Senato, quando una delle due Camere apporta modifiche ai progetti di legge approvati dall’altra. In questa legislatura sono state sino a oggi approvate 250 leggi di cui ben 200, pari all’80%, senza navetta parlamentare e solo 50 pari al 20% con rinvio di una Camera all’altra, a seguito di modifiche. (…)

Quali sono dunque le reali cause che ostacolano la governabilità nel nuovo scenario macro politico e macroeconomico venutosi a creare nella Seconda Repubblica per fattori nazionali e internazionali verificatisi dalla seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso? La risposta a questa domanda presuppone che si abbia ben chiaro quali siano gli strumenti indispensabili per governare la politica economica di un Paese e che sono essenzialmente tre. La potestà monetaria, cioè il potere di emettere moneta e obbligazioni di Stato. La potestà valutaria, cioè il potere di svalutare la moneta nazionale in modo da fare recuperare margini di competitività all’economia nazionale nei periodi di crisi. La potestà di bilancio, cioè il potere di finanziare il rilancio dell’economia mediante spesa pubblica in deficit, senza attenersi alla regola del pareggio tra entrate ed uscite. (…) Il governo non ha potuto azionare quelle leve per un deficit di governabilità nazionale determinato non dalla Costituzione del 1948, ma dai trattati europei firmati dal 1992 in poi. Il deficit di governabilità così venutosi a determinare è a sua volta il frutto di un grave deficit di democrazia. Infatti le leve fondamentali per governare la politica economica nazionale, non sono state cedute al Parlamento europeo o ad altro organo espressione della sovranità popolare, ma sono state cedute a Commissione europea, Bce (e per certi versi al Fondo monetario internazionale) privi di legittimazione e rappresentanza democratica, disconnessi dalla sovranità popolare ma fortemente connessi invece ai grandi centri del potere economico e finanziario (…).

Una esemplificazione concreta e recente (…) è lettera strettamente riservata che in data 5 agosto 2011, il presidente della Bce inviò al presidente del Consiglio italiano, dettandogli una analitica agenda politica delle riforme che il governo e il Parlamento italiano dovevano approvare, specificando anche i tempi e gli strumenti legislativi da adottare. (…). Tutte le leggi indicate dalla Bce sono state approvate in tempi rapidissimi con un doppio passaggio parlamentare: la Salva-Italia di Monti e Fornero in appena 16 giorni; la legge costituzionale sul pareggio di bilancio obbligatorio fu approvata addirittura in 5 mesi (con 4 votazioni Camera-Senato-Camera-Senato) (…).

Nella relazione che accompagna il disegno di legge di riforma costituzionale, si legge testualmente che questa riforma risolverà tutti i problemi del paese, rimediando “l’esigenza di adeguare l’ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea e alle relative stringenti regole di bilancio”. (…) In altri termini l’abrogazione del diritto dei cittadini di eleggere i senatori e, in buona misura, i deputati, nonché il travaso di potere dal Parlamento al governo che costituiscono il cuore e il nerbo della riforma, vengono invocati per assicurare la migliore consonanza ai diktat della Commissione europea, della Bce e alle pretese dei mercati. (…). I riformatori affermano di essere proiettati nel futuro, ma a me sembra che con questa riforma si rischi di riportare indietro l’orologio della Storia all’epoca del primo Novecento quando prima dell’ avvento della Costituzione del 1948, il potere politico era concentrato nelle mani di ristrette oligarchie, le stesse che detenevano il potere economico (…). Quella triste stagione della storia è stata archiviata grazie alla Costituzione del 1948 che resta, oggi come ieri, l’ultima linea Maginot per la difesa della democrazia e dei diritti. Una Costituzione che nessuno ci ha regalato, che è costata lacrime e sangue.

Sminuzzare


Quasi scimmiottano un clima Hygge per non farci fermare lo sguardo sulla conclusione delle indagini della procura di Perugia sul rapimento di Alma Shalabayeva – moglie del dissidente Mukhtar Ablyazov – e sua figlia Alua. Divagando, vorrebbero non farci entrare in cervice un dubbio: se sono indagati l'ex questore di Roma Renato Cortese, ora salito di ruolo e divenuto capo del Servizio Operativo della Polizia e l'attuale questore di Rimini Maurizio Improta, come non pensare a delle responsabilità in merito del ministro degli interni di allora e, purtroppo, anche di oggi Angelino Alfano?
La storiella che lui non sapesse nulla perché non informato, ricorda le fiabe dorate ed epocali del Bomba.
Tutti però vi stanno credendo, non foss'altro per il peso in maggioranza del partito dell'ex maggiordomo del Puttaniere. Le persone per bene invece tremano all'idea che un giorno il processo per bancarotta fraudolenta di un altro componente la maggioranza, Denis Verdini, possa essere sviato e ridimensionato dalla stampa amica e dal girovagare tipico di questi mestieranti da strapazzo. Per il bene di tutti loro, naturalmente.

Un saluto a Fidel!




Si lo so! Si diranno tante cose sul suo conto: repressione, controllo su ogni forma di espressione, arresti e quanto altro per trasformarlo in un dittatore.
La storia di Cuba però è anche una delle rivoluzioni più riuscite su questo pianeta. Fidel ha realmente deposto un dittatore, ha voluto ed inculcato alcuni principi di eguaglianza, di solidarietà come mai nessuno fece o farà.
In sintesi: le rivoluzioni non sono perfette, non contengono in sé quantità decenti di valori quali libertà di espressione, non sopportano l'oppositore. Generalmente chi comanda la rivoluzione si arricchisce spaventosamente. Forse lo ha fatto anche Fidel. 
Quello che piace di questo pezzo di storia è il non aver piegato il capo agli Stati Uniti e alla sua simil libertà. Arrogantemente Castro ha lottato e mai indietreggiato davanti al blocco navale che non permetteva all'isola di ricevere beni di prima necessità. 
Ha commesso grandi errori, ha avuto sulla coscienza la vita di molte persone. Ha trasformato il moto rivoluzionario in un regime. 
Ma la Rivoluzione cubana resta e resterà nella storia per la negazione al servilismo prono a quella forma di socialità che molte volte ci inoculano quale paradiso di libertà e di sviluppo, leggasi capitalismo, il quale va a braccetto con la trasformazione dell'individuo in creatura fagocitante, abbacinata dal nulla dorato, con l'annientamento del debole, il distacco dall'inutile, dal bisognoso, al fine di correre sempre più verso una divinizzazione auto distruttiva, generante l'ingolfamento economico di pochi e la fame di molti, il sopruso mascherato da crescita economica, l'abbattimento di molti per il fagocitare di pochi.
Fidel a questo ha saputo dir di no.
Hasta la Victoria Siempre, Fidel! 

Stranezze



venerdì 25 novembre 2016

Disgustato


Ma di cosa stiamo parlando? Tolti dalla legge di Bilancio i 50 milioni destinati ad incrementare medici ed attrezzature sanitarie per gli avvelenati dall'Ilva di Taranto, tra cui molti bimbi.
Ma di cosa stiamo ancora a parlare?
Tolti questi 50 milioni basilari è mantenuti i 60 per quella cazzo di gara di golf!
Vaffanculo! Vergognatevi spelonca d'incompetenti al servizio di briganti onnivori, banche e poteri forti!
Vergognatevi di questo agire senza rotta né bussola, di questo parlare a cazzo&campana, indegno in un paese civile.
Sono fiero di starvi alla larga, di votare NO e di sperare nella vostra dissoluzione! 
E mentre accade tutto questo, a conferma della vostra incapacità, la Consulta ha bocciato la riforma Madia, la spaesata ed anonima ministra, sperduta senza ragione nei meandri di questa mefitica politica!

Il marito della Titti


La farsa della vicenda della Titti, moglie dell'onorevole Brunetta, scoperta ad inondare il web, sotto falso nome, di invettive in stile grillino contro il Bomba, rivela però una constatazione dell'ex ministro molto, ma molto, coinvolgente.
Brunetta descrive codesto scenario: in prossimità del referendum, diciamo venerdì 2 o sabato 3 dicembre, in caso di notizie riservate e nefaste, diciamo un margine di vittoria ampio del No, un 15% di differenza, all' egoriferito di Rignano potrebbe venire in mente un'idea, sconvolgente, incredibilmente di effetto: le dimissioni. 
Guardate che questo scenario, a mio parere, potrebbe non essere così lontano dalla realtà! 
Il Bomba, perso per perso, potrebbe giocarsi questa carta, blasfema quasi come avere degli assi sotto la manica durante una partita a poker.
Conoscendo il nostro, anzi loro, conducator, nulla è inimmaginabile. Il ragazzo è tanto smanioso di potere che potrebbe accarezzare questo ultimo, malefico, becero tentativo di riportarsi a galla, scongiurando la capitolazione di lui e di tutti i suoi sodali.
Pertanto fate attenzione massima ai prossimi giorni: gli indizi non mancheranno! 
Occorrerà centellinare, sminuzzare, radiografare ogni minimo battito di ciglia del poveretto. Ogni frase, ogni parola, ogni fiaba narrata ai tanti babbani in circolazione. 
Se arriverà a tanto, continuo a sperare che non lo faccia, se questa miserrima azione che potrebbe ribaltare il risultato giusto e salvante la nostra Costituzione, diverrà realtà, occorrerà mettere da parte ritrosie, parole a vanvera e scendere, democraticamente, in piazza. 
Uno così è giusto che venga dimenticato in fretta. Compresa la sua claque. 

Meno nove!



giovedì 24 novembre 2016

Emendentare Watson!


In questa fase apocalittica del panorama politico pre-referendario, avvengono sotto gli occhi di tutti, occhi prevalentemente foderati dal prosciutto referendario del Bomba, fatti sconcertanti. 
Il principale è l'emendamento votato ieri dalla maggioranza che sdogana l'insediamento dei presidenti di regione a commissario della sanità locale, chiamato, guarda caso, emendamento pro-De Luca. 
Il braccio armato del renzismo, il fuorviante ed occulto Luca Lotti, ha promesso 30 milioni da riversarsi sulle terre campane. De Luca ha frustato i suoi, invitandogli, per così dire, a far votare Si al popolino, facendo una riedizione del laurismo con i pacchi di pasta e cibarie distribuiti prima del voto dal mai compianto Achille. 
Bene, anzi male: chi c'è dietro tutto questo?
Innanzitutto il neo gruppo, l'aggregazione inquietante chiamata Ala: un coacervo di callosità democratiche, utili alla causa di mantenimento del potere del Bomba. Il partito di Verdini, Barani e Vincenzo D'Anna, un amico caro del condannato per camorra Cosentino. 
D'Anna oltre ad essere senatore, possiede due laboratori di analisi ed è presidente della FederLab, che riunisce tutti i centri d'analisi italiani. 
D'Anna si è impegnato a dismisura per la nobile causa di far scomparire i due attuali commissari, Claudio D'Amario e Joseph Polimeni ed ha, come obbiettivo finale, la dipartita politica dal ministero della Lorenzin, attuale responsabile della Sanità. 
L'arrivo di De Luca alla sanità campana, conferma l'altisonante impegno governativo a stipulare accordi di qualunque natura e portata, al fine di rimanere in sella al potere. 
Una vicenda che spiega molti aspetti, illuminando molte ombre, alcune della quali, raggelanti.  

Bang Bang!


Certamente non è solo colpa del Bomba e della ministra Gianni&Pinotti. E' un discorso che si perde nella notte dei tempi della balena bianca, un qualcosa che da sempre è accanto a noi, disidratandoci, e che avvertiamo come un disagio, come rendersi conto di avere nel tinello Adinolfi.
Di certo il governo etruriano ha incrementato la spesa militare portandola 23,4 miliardi di euro nel 2017. Praticamente spenderemo 64 milioni al giorno (si avete capito bene: 64.000.000,00 di euro). Acquisteremo altri sette F35, gli aerei che pare non funzionino ma che gli amerigani della Looked ci impongono di comprare e che a noi servono come a Roberto Bolle un escavatore; una nuova portaerei, carri armati ed elicotteri d'attacco i quali, visto che non possiamo dichiarare guerra alla Svizzera (una guerra santa), probabilmente useremo per delle battute di pesca al merluzzo. 
D'altronde però come non dover progredire nel settore militare, visto il nostro enorme peso politico estero, evidenziato al meglio dall'espressione facciale del nostro austero ministro degli esteri, ronf-ronf Gentiloni?

Menodieci



martedì 22 novembre 2016

A volte...


 

Stima profonda


Standing ovation! Divulgate!

martedì 22/11/2016
Ma sciacquati la bocca

di Marco Travaglio

Il nostro No alla controriforma costituzionale è sempre stato motivato sul merito, mai sulle persone. Non abbiamo mai detto che bisogna votare No per mandare a casa Renzi, né che il ddl Boschi-Verdini è sbagliato perché l’ha scritto lui nel patto del Nazareno con Berlusconi (che poi ha cambiato idea) o perché il fronte del Sì è pieno di impresentabili. La personalizzazione, pro se stesso e contro la fantomatica “casta” o “accozzaglia” del No, l’abbiamo sempre lasciata a lui. Ora però questo stalker travestito da premier sta francamente esagerando. Spedisce agli elettori milioni di copie di un dépliant (chi paga?) col fotomontaggio dell’inesistente alleanza Zagrebelsky-Monti-Dini-Grillo-Brunetta-D’Alema-De Mita (mancano curiosamente B. e Salvini, perché “i voti dobbiamo prenderli a destra”). Fa imboscare dalla sua Rai-scendiletto un dibattito già registrato tra la Meloni e Verdini perché deve oscurare i suoi impresentabili per meglio mostrificare quelli (veri o presunti) altrui. E insulta ogni giorno il Fatto e il sottoscritto con argomenti miserabili: “Ma vi rendete conto che c’è (sic, ndr) Berlusconi e Travaglio insieme? Un gioco delle coppie fantastico: abbiamo messo insieme Berlusconi e Travaglio, si amavano a loro insaputa!”. È appena il caso di ricordare a questo bulletto di provincia un paio di particolari che dovrebbero suggerirgli un minimo di prudenza.

Nel 1994, mentre lui intascava 48 milioni di lire da Canale5 per La ruota della fortuna, il sottoscritto metteva a rischio la propria carriera lasciando il Giornale al seguito di Indro Montanelli e di 50 colleghi, molti dei quali sono ora al Fatto, per una questione di principio che, non essendo monetizzabile, lui non può neppure lontanamente comprendere: il conflitto d’interessi dell’editore entrato in politica. Nel 2001 il sottoscritto scriveva L’odore dei soldi con Elio Veltri sui rapporti fra B., Dell’Utri e Cosa Nostra, e lo presentava nell’ultima Rai libera, al Satyricon di Luttazzi, esponendosi alle rappresaglie dal nuovo premier: otto cause civili con richieste di danni per 100 e passa miliardi di lire, tutte poi vinte fino alla Cassazione; altre decine di denunce penali e civili firmate Previti, Confalonieri, Dell’Utri, Fininvest, Mediaset, Rti, Publitalia, Forza Italia e così via; l’ostracismo dalla Rai (per cinque anni, fino al reintegro giudiziario di Santoro) e ovviamente da Mediaset (tuttora vigente). Il tutto a opera di un signore a cui Renzi, sindaco di Firenze, nel 2010 andò di nascosto a leccare i tacchi col rialzo nella villa di Arcore, nella vana speranza che nessuno venisse a saperlo.

Poi nel 2014 lo riceveva in pompa magna nella sede del Pd – già pregiudicato per frode fiscale, interdetto dai pubblici uffici ed espulso dal Senato – per stringere il Patto del Nazareno e promuoverlo a padre costituente. Quindi, signor cosiddetto presidente del Consiglio, prima di parlare del sottoscritto accostandolo a B., si sciacqui la bocca e si vergogni, se ancora le riesce. E siccome, allergico com’è alla cultura e al diritto, si diverte a sputtanare giuristi galantuomini come Zagrebelsky, manipolandone le parole per infilarlo nell’ammucchiata del No, la serviamo noi come si merita: con un bel florilegio di tutto il meglio dei supporter del Sì. Un’allegra combriccola di vecchi arnesi, pregiudicati, inquisiti, imputati, voltagabbana, xenofobi, misogini, evasori, clientelisti, massoni, piduisti, pitreisti, capifila di tutte le caste che a suo dire dominerebbero il fronte del No.

Lo ripetiamo ancora, a prova di idiota: non è per quel mucchio selvaggio che da due anni diciamo No alla sua controriforma pericolosa, sbagliata, caotica e scritta coi piedi. Ma siccome lei è così a corto di argomenti sul merito di quel capolavoro da evocare continuamente le nostre presunte cattive compagnie, facciamo come diceva Pertini: “A brigante, brigante e mezzo”. E ribaltiamo su di lei la demenziale propaganda sull’“accozzaglia” che lei usa contro di noi. Nella speranza che di qui al 4 dicembre cambi musica. Si decida a dimostrarci – se ci riesce – i balsamici effetti del ddl Boschi-Verdini. E la pianti di screditare le ragioni del No parlando d’altro, cioè dell’eterogeneità di quanti le propugnano. Come se tutti quelli che votano No a un referendum dovessero avere pronto un programma per governare insieme. Come se la fondatezza di un argomento dipendesse dalla reputazione di chi lo sostiene (se anche Riina pensa che la Terra giri intorno al Sole, noi che dovremmo fare: tornare a Tolomeo?). Come se la Costituzione – quella vera del 1948 – non fosse stata scritta e approvata da un fronte amplissimo ed eterogeneo: dagli ex fascisti ai comunisti rivoluzionari, dai monarchici ai repubblican-azionisti, dai cattolici popolari ai liberali e ai socialisti mangiapreti. La Costituzione non è di questo o quel partito, tantomeno del governo: è di tutti. Dunque, caro guappo di cartone, se ne faccia una ragione: non è uno scandalo, ma una benedizione che a difenderla sia un fronte vasto e plurale, fatto di persone che dissentono su tutto, ma non sulle regole del gioco democratico.

Probabilmente, a dispetto dei sondaggi, il 4 dicembre la sua accozzaglia vincerà: il monopolio delle tv e della grande stampa, lo spiegamento di denaro e poteri forti italiani e internazionali al suo servizio, il voto di scambio, i trucchi sul voto estero e il terrorismo finanziario sono armi irresistibili e invincibili, se usate su un popolo fragile e spaventato. Ma, anche se riuscirete a scassinare la Costituzione per un pugno di voti, il nostro giornale continuerà a battersi con tutte le forze per i valori di libertà, democrazia, partecipazione, cittadinanza, sovranità popolare e divisione dei poteri che lei, statista senza statura, non sa neppure dove stiano di casa.

Pro loro


Ero e sono scocciato da queste diatribe, da questi strilli, da questo vociare alla Luna, da ambo le parti. Mi dissocio dal comico genovese a proposito di serial killer, ho il voltastomaco nel sentire quel babbione di Napolitano fare il garrulo pro-Si, come se danni, alcuni irreparabili, non ne avesse ancora causato dal 1956 allorché iniziò politicamente a sanguisugare.
Sogno il 5 dicembre ansiosamente, come una liberazione, qualunque sia l'esito referendario, che accetterò come ho oramai inglobato in me il fatto che le banche cerchino solo d'incularti, e ci riescano benissimo, che Confindustria abbia scritto il programma economico di questo governo, che agli Interni ci sia l'ex cameriere del Pregiudicato, che la Madia sia ministro, che al ministero del lavoro vi sia un cooperante imbottito di voucher, che il sottosegretario all'economia abbia divorziato dal suo partito per permettere alla personificazione del malaffare di sedere nella maggioranza, anche se nascosto per vergogna agli occhi del popolino, che sul colle più alto questo novello Buster Keaton nulla proferisca in merito ad opuscoli comici pronti ad invadere le nostre case, né a probabili brogli di votanti all'estero; che, ancora una volta, il rigenerarsi di molti nella specialità italica del trasformismo abbia avuto la meglio sul decoro ed il provar vergogna, basti pensare che sino a sei anni fa moltissimi di noi credevano, convinti e beati, alla parentela egiziana del puttanone Ruby, cardinalato compreso. 
Insomma sono sazio e stufo. Probabilmente sarò anche sconfitto, visto la potenza di fuoco del potere tosco-etruriano. È già sull'uscio infatti, felice e suadente come non mai, la nostra prossima e nefasta Era, al solito, pro loro.

domenica 20 novembre 2016

Estikazzi!


Era tanto che non esclamavo "questo mi fa ridere i coglioni!" ma leggendo su Repubblica l'inchiesta di Ezio Mauro sulla sinistra dal titolo "la sottile linea rossa" m'imbatto sulle dichiarazioni del ministro Franceschini che testualmente dice:"Oggi che il mondo sembra aver sostituito allo schema destra/sinistra, lo schema populismo/politica che taglia trasversalmente tutto, il PD può diventare l'aggregatore riformista di tutte le forze che rifiutano il pericolo della scorciatoia populista e nazionalista.
"
Estikazzi Signor ministro della Cultura! Alla faccia del rimescolamento delle carte! Non è che il mondo ha sostituito destra/sinistra con il populismo! È la sinistra ed il suo partito che hanno, grazie al consociativismo sfrenato, intorbidito la politica, rimescolando il tutto per una staticità, un immobilismo di casta preordinato dal puffo Ualter Veltroni e diretto da quel farabutto di Napolitano, al fine di rendere inamovibile uomini ed obbiettivi, ossia un'enorme mangiatoia per circa un milione di cosiddetti mestieranti della politica sparsi per il paese, infangando e triturando il caposaldo di una sana, ed oramai per noi ricordo, democrazia: l'alternanza al potere tra maggioranza ed opposizione.
Non essendoci più una distinzione tra destra, centro e sinistra, il vuoto democratico dell'opposizione viene riempito da semplici cittadini, chiamati da voi populisti, termine che tra l'altro piace molto all'attuale Pontefice, un uomo di pensiero molto migliore dalla vostra accozzaglia. 
Estikazzi Signor Ministro! Almeno non alteri la verità! Abbia il pudore di tacere e di gustarsi le leccornie che tutti quelli come lei, arraffano dalla mensa comune. 
Dateci un partito di sinistra e lo voteremo!
Senza di voi, naturalmente.

Opuscolo


 

Ecco l'opuscolo che ci arriverà a casa, spedito dall'amico di Confindustria ed Etruria per invitarci a votare Si alle riforme. Io farò le stesse cose che feci al tempo del Puttanesimo allorché il Pervertito, zio del Bomba, invio la lettera agli italiani (ricordo ancora la frase che modulava il divorzio dalla prima moglie: "trasformarono l'unione in una splendida amicizia"): prenderò la busta gli metterò sopra l'indirizzo di Palazzo Chigi e gliela invierò con una piccola e caparbia nota: "invece di postare cazzate, si preoccupi dell'enorme disoccupazione giovanile"
Gemma di questo stronzario plastificato è il bianco e nero riservato al No da cui si denota sfrontatezza, spregiudicatezza ed enorme analfabetismo costituzionale. E non lo dico io, bensì tale Calamandrei, vero padre di questa patria al confronto del quale Boschi e Verdini sembrano la Picierno al CERN:
"Quando si dibatte un referendum costituzionale i banchi del governo dovrebbero rimanere vuoti."
E a culo tutto il resto!

Ultime settimane



venerdì 18 novembre 2016

Tic tac tic tac



Ag..che?


Quelli dell'Agcom si sono accorti che a "Che tempo che fa", condotto da Mieleambrosolifazio, l'equilibrio elettorale non è di casa. 
Non è certamente una colpa, visto che questi dotti illuminati vanno in letargo a giugno per risvegliarsi in questi giorni, avendo contratto il virus mattarellam, dal nome del portatore sano, risiedente a Roma e che, pare, abbia ispirato Sorrentino per il suo papa giovane, che non si vuol far vedere da nessuno.
Tra l'altro i risvegliati Agcom quando sono dormienti abitano in un condominio assieme al grande teologo Benigni, il quale è ben contento del loro silenzio, dovendo preparare il prossimo spettacolo, un panegirico attorno alla Summa Theologiae di S.Tommaso d'Aquino, naturalmente a prezzi scontatissimi vista l'integrità morale di questo sapiente teologo toscano.

giovedì 17 novembre 2016

Ammiratelo!


Guardatelo, non vi mette allegria? È il non plus ultra dell'imprenditoria, il vate del perfezionismo, il profeta dell'innovazione, la porta del futuro, la perfezione gastronomica, il fulcro occupazionale consolidante e rispettoso della persona, prima che del lavoratore. Eccelso calcolatore, fulmineo imprenditore tanto da meritarsi il padre di tutti i contratti, quello della ristorazione globale dell'Expo senza un minimo di gara, tanto era il divario con i concorrenti i quali, piegandosi all'evidenza nulla hanno reclamato in merito.
Ed il Giornale c'informa oggi che questo sorridente imprenditore paga gli operai, per la ristrutturazione di un ennesimo suo locale, ex teatro Smeraldo di Milano, subappaltando ad una ditta rumena, ben tre euro l'ora! Questo sì che è un esempio per tutti! E soprattutto può indicarci la via maestra!

 

A volte basta una foto


Dillo con una foto! 
Lascia stare gli articoli modificati, non pensare al risparmio farlocco, ai consiglieri regionali che prenderanno l'immunità parlamentare.
Dillo con una foto!
Non disquisire sul fatto che la Costituzione modificata presterà il fianco ad ipotetici e futuri uomini forti.
Dillo con una foto!
Non ti curare dell'eliminazione di un diritto elettorale, di come sceglieranno i 100 capolista.
Dillo con una foto!
È vero! A volte basta una foto per spiegare tutto!

 

Iniziamo a contare...



Così tanto per dire


Lo snobismo di Dylan e il suo non andare a ritirare il Nobel per impegni precedenti non ha nulla a che vedere con cause nobili, tipo quella di Marlon Brando che nel 1973 rifiutò l'Oscar per portare alla ribalta il trattamento riservato agli indiani d'America nell'industria del cinema, descritti da sempre come selvaggi e simboli del male, vedasi film del fascistone John Wayne, lotta questa ricordata da Neil Young in Pocahontas:

"And maybe Marlon Brando
Will be there by the fire

We'll sit and talk of Hollywood

And the good things there for hire

And the Astrodome
and the first tepee

Marlon Brando, Pocahontas and me

Marlon Brando, Pocahontas and me

Pocahontas."


In culo quindi allo snobismo, ai film western falcidianti gli indiani, a Trump neo Wayne. E pure a Bob.

mercoledì 16 novembre 2016

L'incontro


Si, lo ammetto! Ci sono ricascato! Le sirene di Cupertino, le ammagliatrici regali, hanno rivinto. 
E sono passato al 7. E' un concetto strano, quasi impalpabile. Una rincorsa verso non si sa quale luogo. 
Mi faccio abbacinare da Apple più che la Picierno da una fregnaccia.
Sono in balia di onde sinuose, di fremiti pettorali ogniqualvolta i discendenti di Steve propongono una novità. 
Fingo di non leggere, di non sapere, mi ritraggo come una testuggine, conosco il divario abnorme tra costo e prezzo. Ma quando lo vedo, casco nelle sue braccia! 
Il prodotto è incredibilmente affascinante, quasi commovente. Si, è vero: è uno smartphone, apparentemente un comune attrezzo di svago e lavoro; contiene però delle meraviglie, sempre più innovative, trascinanti. Gioisco ogni qualvolta mi accingo ad aprire la confezione, odo quell'impercettibile fffffffft derivante dal taglio della plastica a protezione, avverto il risveglio del contenuto, quasi fosse vino corposo dentro il decanter. Aprendo la scatola sono consapevole che mai più tutto tornerà ordinato e compresso come il confezionamento impone. Palpita il mio amore per il tecnologico allorché ammiro il manufatto, nero, splendente, lucente. Avverto la differenza tra il resto del regno animale allorché pigio l'accensione, scorgendo la mela morsicata, porta aperta verso la perfezione sempre più.. perfezionata. 
Tutto si srotola, tutto si dispone all'ammirazione, al gusto del nuovo. Nel 7 non c'è più, ad esempio, il tasto home ma un tondo depresso che ogniqualvolta lo sfiori, invia al dito un impulso, un vagito, per darti l'idea di una compressione inesistente, un'alchimia tra l'oggi ed il domani. Questo tocchetto tecnologico è un cammeo di Steve, un messaggio celestiale inviato dal regno perfetto ove egli riposa. E che dire del fatto che, lasciandolo ad esempio sul tavolino e pronunciando la frase "Hey Siri!" il mitico esemplare s'accenda e ad una richiesta di musica si metta a suonare, naturalmente in stereo?!!

Una velocità coinvolgente invia i dati dalle nuvole, salvati in forma backuppiana e scioccantemente in grado di rimettere tutto a posto, in ordine come nel precedente modello. 
A proposito: questa mattina il mio vecchio iphone 6 non mi ha degnato di uno sguardo; irrigidito e con il naso all'insù, con fare altezzoso, estremamente sulle sue non si è degnato di trasmettermi nulla. 
Ho cercato di fargli capire che nell'high tech, le cose girano così, vorticosamente. Due anni sono un tempo siderale. 
Ma lui niente: non degnandomi di uno sguardo, si è spento autonomamente, cosa che mi ha fatto pensare ad un sonoro vaffanculo.
L'altro, il mirabile 7, fischiettando mi ha scritto: Andiamo? 
Per non farlo gasare troppo gli ho sussurrato: stai calmo bello! Guarda che tra non molto uscirà l'8! 
Aaaaargghhhh!! 

Mugugno



martedì 15 novembre 2016

Sospiri




Si, lo so.
Ha i suoi limiti, come tutti del resto. Rappresenta il vecchio, il passato. D'Alema l'abbiamo, l'avevo criticato molto, in altre ere, per il suo modo di far politica, per il suo rapporto di amore odio con il Puttaniere. Avrebbe potuto fare molto alla causa, ma non lo fece. Capace di digerire un sottomarino, freddo e glaciale con gli avversari, non ha nessuna probabilità di ritornare a galla, ed oggi potrebbe agire solo perché motivato dal rancore che gli è tipico e con il quale ha sempre convissuto politicamente. 
Avevo però necessità di sognare. 
Fermo restando il no al referendum, necessitavo ascoltare qualcuno che proponesse una ripartenza, una novità, un pensiero atto a delegittimare quest'aria stantia, questo mix di consociativismo, questa cloaca melmosa in cui tutto è uguale all'altro, senza distinzioni, senza differenze.  
Non è reato anelare a qualcosa di nuovo, di fresco, di solido, d'immarcescibile.
Ho ascoltato con interesse già che ha detto: la tesi della ricostruzione di una forza lontana anni luce da Confindustria, dai potentati infiltrati nella nuova balena bianca capeggiata dal Bomba.
Sognare è gratis, per tutti: D'Alema che incorona il Papa quale unico uomo attualmente accostabile ad ideali di sinistra, un raro cameo.
In effetti, non ci sono cavalli di razza in giro, i nuovi sono più vecchi di coloro che si vorrebbe rottamare.

Coltivare un sogno, avere un riferimento politico, un opificio per coltivare idee di libertà, di democrazia, di equità. Questo ho assaporato uscendo dall'incontro con Baffino. E mi era compagna soltanto la Superluna.