E così dopo le colonne sonore di Nuovo Cinema Paradiso e C’era una volta in America, ecco che annovero nel club degli “inascoltabili”, a meno che non siano corroborati da un mix di AC-DC - Rolling e Boss prima del lifting, “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi, ascoltata grazie ad un perfetto slalom evitante i ruttanti a torso nudo o con occhi malformati che con i loro testi cazzo&campana, le insulse melodie tentano di fuorviare il senso naturale della canzone, ossia pertugio scatenante emozioni, e cocktail Martini - sia chiaro: chapeau a Giorgia e a pochi altri -. Cristicchi tocca il cuore, la mamma è sempre la mamma, ne spacca i trigliceridi obnubilanti che fan sembrare normalità gli attuali ragionamenti - ciao core - di biondoni psicopatici d’oltreoceano, di ciociare investite di un potere deviato, come i servizi, di fetecchie consumistiche e di costume per alimentare la voracità dell’attuale sistema plutocratico alterato e pericoloso, al fine di convincerci che possiamo, tutti, ragionare, meditare, insufflarci cammei ristoratori.
C’è dell’altro ci dice Simone, eccome se c’è dell’altro! Sentimenti, emozioni, crogioli di vita vera e, dulcis in fundo, chiederei info su quel signore in bianco, leggermente sofferente, che per qualche minuto si è preso, giustamente, la scena per parlare di pace, di insensatezza di armi e guerre: sbaglio o da qualche anno, scusi l’ardire Santità, non se lo cagava nessuno, i soloni in tolda lo insonorizzavano, sbeffeggiandolo, impegnati ad armare un comico idiota e psicolabile al fine di convincerci di poter vincere un conflitto contro un assassino pregno di migliaia di testate nucleari, preferendo alle sue parole peripatetici a gettone infoiati e adoranti il motto attuale, “armi uguale lucro”, tanto abbacinante politici di un’insensatezza simile al QI del Bimbominkia e di Donzelli?
Chiedo per un amico.
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