domenica 9 marzo 2025

L'Amaca

 

Il Pentagono o la sua parodia?
DI MICHELE SERRA.
La notizia che il Pentagono sta cancellando dai suoi archivi qualunque riferimento alla parola gay, comprese le immagini del bombardiere Enola Gay (il nome della madre del pilota) che sganciò la bomba su Hiroshima, possibile che sia vera?
Non sarà una parodia beffarda, un falso messo in giro da chi vuole mettere in cattiva luce Trump e il suo codazzo? Io per esempio avevo preso per vero il famigerato video su Golden Gaza, ripostato dallo stesso Trump; era invece, lo si è saputo giorni dopo, un filmato satirico.
Le due “notizie” sono, anzi sembrerebbero, di identica natura: nel senso che entrambe forzano fino al parossismo la cattiva opinione e i pregiudizi che le persone di buon senso possono avere sull’evo di Trump. Chi può essere così idiota da confondere un cognome con una identità sessuale? E chi può essere così spregevole da progettare gozzoviglie a bordo piscina tra i cadaveri e le macerie?
Invece una è vera, una è falsa.
Se ne possono trarre due conclusioni. La prima, ottimista: i cattivi spesso sono anche stupidi, e dunque preparano da sé soli la propria rovina. Trump è già la caricatura di se stesso, e alla lunga la differenza tra l’eroe e il guitto emerge, e il re è nudo. La seconda, pessimista: il metro tutto sommato logico con il quale siamo abituati a valutare i fatti, è in frantumi. La rete, che decontestualizza tutto e polverizza tempi e modi della conoscenza, ha reso i fattoidi uguali ai fatti, la realtà uguale alle sue infinite possibili imitazioni e contraffazioni. E in un mondo nel quale la cancellazione di Enola Gay non è la battuta di un comico, ma è un atto di governo, il caos è dietro la porta. Non è una strategia (non sono complottista). È un disfacimento culturale.

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