Via alle telefonate
DI MARCO TRAVAGLIO
Già non era male la norma che impone al giudice di avvisare l’arrestando cinque giorni prima, dandogli modo di minacciare i testimoni, far sparire le prove e scappare. Ma ora il limite di 45 giorni per le intercettazioni – esclusi solo i reati di mafia e terrorismo e, per tutti gli altri, i casi di “elementi specifici e concreti” – è il passo decisivo verso una giustizia alla De Coubertin, dove l’importante è partecipare e viene finalmente garantita la par condicio fra guardie e ladri: siccome le guardie possono intercettare i ladri e purtroppo non viceversa, lealtà sportiva vuole che i delinquenti sappiano in anticipo per quanti giorni vengono ascoltati e quando sono liberi di parlare indisturbati. Se, per dire, un onesto imprenditore del crimine che si guadagna il pane con i sequestri di persona decide di rapire un bambino per chiedere il riscatto, è profondamente ingiusto che le forze dell’ordine controllino sine die i telefoni dei famigliari per risalire al sequestratore, localizzarlo, arrestarlo e liberare l’ostaggio: come fa, pover’uomo, ad avviare la trattativa? D’ora in poi saprà che deve starsene muto e fermo per un mese e mezzo col bimbo in catene, evitando l’insorgere di “elementi specifici e concreti” di novità. Poi al 46esimo giorno saprà che è tutto spento e potrà finalmente concludere l’affare lontano da orecchi indiscreti. È più sportivo.
Lo stesso vale per quei poveri cristi che sbarcano il lunario ammazzando, truffando, molestando, stuprando, truffando, rapinando, stalkerando, schiavizzando, compravendendo il prossimo, o scambiando tangenti, falsificando bilanci, svuotando aziende, mandandole in bancarotta e fregando dipendenti, clienti, azionisti e fornitori: un mese e mezzo di silenzio e di inerzia passa in fretta, poi però bisogna agire, mica si può star lì a pettinare le bambole tutta la vita. Quindi, al giorno numero 46, via alle telefonate! I 5 Stelle, con l’ex pm Cafiero de Raho, hanno dato battaglia. Ma anche i partiti del cosiddetto centrosinistra avrebbero avuto gioco facile a spiegare ai cittadini e alle forze dell’ordine che votano a destra questa nuova mirabile trovata del governo di destra: purtroppo avevano da fare a Ventotene e dintorni. Invece le truppe dei famosi “veri oppositori” Calenda e Renzi non hanno partecipato al voto. E meno male: se l’avessero fatto, avrebbero votato Sì, come sempre sulla (in)giustizia. Ora non resta che attendere i frutti della grande riforma, e cioè le migliaia di delitti impuniti in cerca d’autore e le migliaia di vittime senza giustizia in cerca di verità. Se poi qualche criminale, avvisato in anticipo delle intercettazioni che scadono e dell’arresto in arrivo, si farà ancora beccare, se lo sarà meritato: ma potrà sempre invocare l’infermità mentale.
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