Domanda ingenua all’eurodeputata che non ammette ambiguità: ma se volevi votare Sì ed eccezionalmente sei riuscita a votare Sì, perché hai detto di esserti sbagliata e ti sei fatta cambiare il voto in astensione? “Per lealtà politica verso la segretaria” (che era per il No). È il suo contributo alla chiarezza “sulla collocazione internazionale”: Sì, ma anche No, ma pure Ni. Che poi nemmeno il Ni le piace granché: “Astenersi non è stato un grande gesto, ma è stato un passo in avanti, visto che all’inizio si pensava addirittura di votare contro”. Ma “si pensava” chi, visto che lei voleva votare Sì? Mistero. Comunque ora quelle 11 astensioni valgono oro, perché siamo rimasti dentro il processo” (qualunque cosa significhi), “abbiamo l’opportunità di modificare e migliorare quello che non va”. Al Parlamento europeo funziona così: non si può votare sul piano riarmo, ma solo su una risoluzione. E lì, se dicono No in 130, non contano. Ma se l’Annunziata si astiene per “rimanere dentro il processo”, Ursula &C. iniziano a tremare, scattano sull’attenti e le cambiano il piano ipso facto. Senza sapere che lei è favorevole.
Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
domenica 16 marzo 2025
Annunziando
Armarsi un po’
di Marco Travaglio
È un’infame calunnia che la posizione del Pd sul riarmo sia incomprensibile. Basta leggere l’intervista alla Stampa di Lucia Annunziata, quella che mai si sarebbe candidata al Parlamento europeo e ora è parlamentare europea, e subito tutto si illumina. Premessa: “Quello che fanno questi poveri 21 eurodeputati Pd non segna la sorte dell’Europa o dell’Italia”. Non servono a niente, però 15 mila euro netti al mese sono meglio di niente. “Non posso negare che tra noi ci siano state tensioni”: in effetti la segretaria Schlein, il presidente Bonaccini e la Direzione nazionale dicono No e i 21 poveri eurodeputati votano metà Sì (incluso Bonaccini), metà si astengono e nessuno vota No. “È un tema complesso”. Già. Ma attenzione: “Credo che Elly non possa permettersi nessuna ambiguità in politica estera”. Giusto. “Una leader che ambisce ad andare a Palazzo Chigi dev’essere chiara sulla collocazione internazionale”. Parole sante. “Anche a costo di veder andare via dal partito chi la pensa diversamente”. Diversamente da chi? Ovvio: dalla segretaria e dalla Direzione. Ergo, dovrebbe andar via chi, contrariamente alla Schlein, è per il riarmo. Cioè la Annunziata: “Io volevo votare sì”. Infatti ha votato Sì. Poi però ha fatto correggere il suo voto in astensione dicendo di essersi sbagliata. Cosa che le capita spesso: il 18 settembre, sui bombardamenti ucraini in Russia con armi Nato, si astenne, poi disse di essersi sbagliata perché era per il No. Voi non avete idea di quanto sia complicato in Europa astenersi quando ci si vuole astenere, votare Sì quando si vuol votare Sì e votare No quando si vuole votare No.
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