giovedì 6 marzo 2025

L'Amaca

 

La casalinga di Ottawa

di MICHELE SERRA

Il fatto che i canadesi boicottino whisky e bourbon americani mette di buon umore non solo per la giustezza della causa, che è difendersi dalla prepotenza (e dai dazi) di Trump. Ma perché rivela una sensibilità popolare non solo ben posta, ma solidamente applicata alla realtà materiale (poche cose sono più reali degli scaffali dei supermercati) e alla vita di tutti i giorni.
La misteriosa “gente”, entità sempre poco verificabile, e per niente individuabile nella chiacchiera delirante e inaffidabile dei social, ogni tanto prende forma. Non solo la si vede e la si sente, ma si intende che lei stessa, “la gente”, finalmente si manifesta, come se scoprisse di esistere per davvero, e di contare quel tanto che basta per non sentirsi inesistente. E organizza qualcosa, anche piccoli gesti, che ha comunque un significato condiviso, molto leggibile, chiaro a tutti. Non so se chiamarla politica ma è sicuramente ciò che precede la politica, ciò che le consente di esistere e di prendere vita.
In queste settimane ognuno — non solo il cosiddetto uomo della strada — dubita di contare qualcosa. Ci si sente in balia degli eventi, e quel che è peggio in balia dei prepotenti, e della forza bruta del potere e del denaro. La casalinga di Ottawa (non so come si dica Voghera in canadese) che boicotta i prodotti americani è tutti noi.
Ovviamente il secondo pensiero è per il produttore di bourbon dell’Illinois, sicuramente una bravissima persona, che si vede respingere le bottiglie dal Canada.
Una soluzione c’è: boicotti Trump anche lui.

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