“La corsa non serve: basta bugie da Guerra fredda”
L’INTERVISTA - Direttore di “Analisi Difesa”: “Sembra che i russi debbano arrivare a Lisbona. Ma nessuno ci crede più”
DI LORENZO GIARELLI
“L’Occidente ha tutto l’interesse a ingigantire la minaccia russa per aumentare le spese militari, ma l’opinione pubblica non ci crede più”. Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa ed esperto di sicurezza, spiega il bluff della corsa al riarmo che coinvolge l’Italia e il resto dell’Unione europea: “Anche durante la Guerra fredda si puntava sulla paura del nemico russo, ma almeno all’epoca la minaccia era tangibile”.
Gianandrea Gaiani, l’invasione russa dell’Ucraina legittima un aumento delle spese militari?
Intanto vedo una contraddizione: da una parte la Russia è stata descritta come in grande difficoltà in Ucraina, dall’altra sembra pronta ad arrivare fino a Lisbona. Ma non esiste alcun report, nemmeno della Nato – la quale avrebbe tutto l’interesse a spingere in questa direzione – che indichi una volontà o anche solo un indizio del fatto che la Russia voglia invadere un Paese dell’Unione europea. Questa minaccia però serve a tenere in piedi una narrazione che sostenga la corsa al riarmo da parte dei Paesi europei.
Una riedizione della Guerra fredda?
All’epoca l’enfasi era tutta sulla deterrenza nucleare e ha vissuto anche momenti di forte crisi, adesso siamo spostati su un terreno più convenzionale: mezzi, razzi, elicotteri, droni. Ma se oggi vado al bar e chiedo a qualcuno se ha paura dell’invasione, la maggior parte della gente mi risponderà pensando all’eccessivo arrivo dei migranti, non certo alla Russia. La minaccia sovietica invece era molto più tangibile, perciò gonfiare il nemico era un’operazione credibile.
Il tentativo è lo stesso, ma l’esito diverso?
Secondo il Censis, e quindi non parliamo di un sondaggio qualsiasi, oggi il 66 per cento degli italiani attribuisce la responsabilità delle guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente agli Stati Uniti o, più in generale, all’Occidente. Anche per questo credo che alla fine non arriveremo davvero alle cifre per la Difesa che ci chiede Trump. Come facciamo a mettere 20-25 miliardi miliardi in più ogni anno? E per cosa?
Sono soltanto annunci allora?
Un aumento ci sarà, ma credo che i diktat non avranno vita lunga se davvero la guerra finirà a breve, con russi e americani che penseranno ai propri interessi comuni. A quel punto, finirà questa manfrina. Anche perché c’è un grande equivoco: spendere miliardi in più, oggi, non significa armarsi di più, ma spendere di più per le stesse armi che si avevano prima.
Cioè?
Con la guerra in Ucraina i Paesi europei hanno svuotato le scorte. Nel frattempo però i costi per la produzione sono aumentati e oggi i prodotti finali costano molto di più. L’economia ci ha dimostrato che nel braccio di ferro con la Russia siamo andati a fondo noi europei, basta guardare le crisi industriali in corso. Se nel 2025 raddoppi la spesa per comprare mezzi nuovi, in realtà compri poco più di quel che compravi nel 2021 con la metà dei soldi. E poi c’è un problema, anche ammettendo un forte investimento: col nostro riarmo sosteniamo l’economia americana, non la nostra.
Perché compriamo miliardi di armi dagli Stati Uniti?
Trump ha dichiarato di voler ridurre i suoi investimenti militari, che peraltro dobbiamo ricordarci sono concentrati soprattutto sull’Indo-Pacifico, non certo sulla difesa dell’Europa. In compenso, i colossi Usa della Difesa incasseranno proprio dall’Europa, che invece dice di volersi riarmare. Portiamo soldi in America e non sviluppiamo tecnologie nostre. Alla faccia della sovranità economica. Insomma, se siamo convinti che la prossima guerra sarà convenzionale e sia necessario rinforzarsi in questa direzione, lo si faccia, ma senza la propaganda sul nemico russo: andava bene negli anni 40.
Come sta oggi la Difesa russa?
I russi stanno uscendo vittoriosi dalla guerra in Ucraina, checché se ne dica. L’Ucraina è in ginocchio dal punto di vista degli uomini e dei mezzi, e l’Ue non ha più nulla da offrirle, proprio mentre gli Usa si avviano a definire la fine del conflitto. Mosca si ritroverà perciò con un esercito testato in battaglia e pieno di veterani. Detto questo, visto anche l’andamento della guerra in Ucraina, non si può pensare a una marcia russa verso l’Europa, non è realistico.
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