domenica 7 giugno 2020

Allontaniamoci


Leggere dell’ultimo scandalo vaticano col Torzi in galera (ci sono tre celle nei sacri palazzi le stesse che accolsero il cameriere reo di aver spifferato bagordi intellettuali e per questo condannato al contrario degli energumeni in porpora intonsi e candidi come da menu classico) e con quel mons Perlasca che solo a vederlo viene voglia di smoccolare, equivale ad inoltrarsi nelle storie alla Al Capone, con somme inumane aggranfiate dall’obolo di S.Pietro, che la leggenda turiferaia vorrebbe essere risorse destinate ai poveri, già i poveri ovvero il motivo per cui questi perlasca godono di bissi e giaculatorie per espletare la loro appartenenza al club più esclusivo del pianeta ove deificazione e sontuosità rendono i principi dissoluti al di sopra di ogni sospetto; leggere di flussi centinaia di milioni gestiti come i miglior boss della mala, sconcerta ed umilia oltre l’immaginabile, angustiando il cuore al pensiero di quanta fatica debba sopportare Francesco, che sta tentando, forse invano, di ripulire le dannate stanze dai troppi filibustieri in paonazzo, vergogna costante per molti e motivo di distacco, con relativa pulitura di sandali confermante lontananza di testa e cuore dai sopracitati briganti, per sottostare  all’invito evangelico di lasciare i morti a seppellire i morti.

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