Come quei ragazzini presi dai nonni a trangugiar ciliegie che subito dopo la tirata d'orecchie, agitandosi, accusano gli amici di prima di averne mangiate molto di più, così questo PalapalaAmara, appena resosi conto di essere stato sbattuto fuori dall'Associazione Nazionale Magistrati, ha iniziato a far nomi e cognomi di coloro che, a suo parere, avrebbero agito e cogitato come lui stesso, ovvero in modalità ben lontana dal ruolo e importanza che la magistratura stessa richiederebbe.
Una sit comedy tra le più intricate questa, tra sigle, personaggetti (cit.), propositi, imboscate, spifferate, burattinai e, ahimè, politici.
La funzione della magistratura in tutta la sua globalità esigerebbe un altro comportamento, puro e senza nessuna macchia. Tutto quello che è avvenuto invece, la riduce ad un mercato rionale con conseguente perdita di credibilità.
Il famigerato sottobosco, alla Cosimo Ferri per intenderci, andrebbe vissuto ed usato solo per cercare funghi. In altri luoghi, soprattutto dove si decide sulla reclusione di persone e conseguentemente della verità su fatti delittuosi, occorre che la macchina giri oliata e pulita, lontana da quelle inettitudini tipiche dei sontuosi luoghi del parlare forbito popolato da uomini e donne scelte dal popolo affinché alimentino la democrazia in loro nome, il parlamento appunto.
Se la magistratura riuscirà a scrollarsi di dosso le variopinte e pullulanti sanguisughe, alimentanti il potere personale grazie alle voci sparse ad hoc in cui si racconta di manovre per nomine di giudici ed affini, potrà farlo solo e soltanto affidandosi ai tanti valorosi appartenenti alla categoria che da sempre, spendendo la propria vita, sono vanto e difesa dei principi costituenti lo stesso stato.
Nomi non ne faccio, ma arrivarci è facile, molto facile.
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