venerdì 12 giugno 2020

Rimbombanti


Leggo un articolo e mi stappo i neuroni più che i bronchi con il Vicks! 

Le parole dorate e doranti sono queste: 

Se si continua ad insistere nell’attribuire a un virus, e cioè a un fattore esterno, il motivo della crisi che ci attende, si continua a negare l’evidenza di un modello finanziario ed economico che funziona solo con eccesso di leva, compressione dei redditi, ampio debito speculativo e pochi investimenti nell’economia reale, un modello che  non è sostenibile.

E questo non l'ha scritto un bolscevico, nononono! Fanno parte di un articolo apparso su Milano Finanza e scritto da Maurizio Novelli.
Se ne stanno accorgendo dunque che la locomotiva non ha più nessun macchinista e che il treno è guidato da terra da gente senza scrupoli che armeggiando sugli scambi tenta di non farlo deragliare e soprattutto sbattere contro il muro, prima o poi in arrivo, della sacrosanta ragione umana!

E ancora: 
Se il debito cresce decisamente più del reddito che lo deve sostenere, è ovvio che questo modello condanna a crisi inevitabili sempre più sistemiche i cui postumi compromettono la tenuta del sistema finanziario e poi di quello capitalistico.  
 Ed infine: 
Sperare che questa volta tutto sarà risolto stampando moneta è pura arroganza finanziaria. Difendere a oltranza un modello di crescita che non produce più ricchezza (se non per pochi) ma solo debiti (per molti) sarà probabilmente l’errore fatale
Ragionando da incompetente in materia mi accorgo però di due o tre evidenze: 

  1. Gli squali oramai stanno arrivando alla canna del gas. Chi specula sta facendo affari d'oro e chi s'indebita lo fa in modalità clamorosa. I puntelli che le Banche Centrali tentano di inserire nelle mura pericolanti del sistema tecno-rapto-finanziario-plutocrate stanno perdendo a poco a poco efficacia. Il tutto avviene mentre la corsa al rigonfiamento continua implacabile. 
  2. E' il sistema che non funziona, checché ne dicano i soloni pregni di ricchezze. Il sistema, questo sistema, va rivoluzionato, ebbene si lo ridico, rivoluzionato. Occorre ridistribuire ricchezze in modo che moltissimi possano riacquistare il bene più prezioso: la dignità.
  3. Ci siamo lasciati abbacinare dal vorticoso giro di fondi, troiai insulsi, avendo lasciato fiducia ove non esiste, dove tutto ruota attorno al lucro e all'accaparramento.
  4. Stanno tentando, riuscendoci ancora, di intorbidire cervici inane convincendo molti a non ricapitalizzare i titoli acquistati, per non annichilire il sistema. Chi compra lo può fare, chi vende no. 
Purtroppo s'intravedono i titoli di coda con tutto quello che ciò comporterà. Il momento post pandemico sta evidenziando la fine di un regno di pochi, sulla pelle di molti. E se tutto si accatasterà, saranno pianti e stridori di denti. La rivoluzione appunto. 

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