lunedì 29 giugno 2020

Alla fiera dell'eros

Tranquilli! Non parlerò di eros ed erotomani. Parlo di una vaga idea di inappetenza che rilevo nella nuova sfornata di quasi diciottenni, che attendono i segnali vitali per entrare nel loro mondo, che auguro loro sia il più elettrizzante possibile. 
Non ho figli. 
Detto questo mi capita a volte di attraversare le muraglie di giovanissimi in attesa dell'evento notturno, registro infatti che ancora non siamo, non sono, riusciti a ridimensionare il teorema che esige far l'alba per divertirsi. Lo era anche ai miei tempi, lo è oggi. Ed è una cagata pazzesca (cit.)
Detto questo, sabato sera sono rientrato attorno alla mezzanotte, incontrando ragazzine probabilmente uscite di casa a quell'ora, è la moda bellezza, con destinazione le classiche mete della movida. 
Quello che risaltava era di carattere estetico: truccatissime, abiti succinti, non sono assolutamente un fustigatore e, grazie a Dio, non ho alluppamenti al riguardo; registro solo questa routine a mio parere molto abbacinante ora ma nel futuro, ahimè, generatrice di vite sbadiglianti, con incongruenze e noie frutto dell'anticipo forsennato delle tempistiche della vita. 
Tra l'altro una di queste, urlandolo pur essendoci attorno a lei altre persone tra cui io, ha detto, sbraitato, alle amiche che la precedevano "ma vi rendete conto? Non mi tromba, stasera non mi tromba!" il tutto contornato da una curiosa bestemmia. 
Il leone se invece di rincorrere ogni mattina quella cavolo di gazzella, se la trovasse già pronta all'azzanno, come si ridurrebbe psichicamente? 
E' un paradosso. Ma tra i giovani d'oggi, mi permetto di dirlo, la famosa corte è ricordo oramai sbiadito. E' scomparsa letteralmente l'insostituibile fase dell'innamoramento, quel frizzantino stordente gli atrii cardiaci che spingevano a dipingere la vita di quei colori in grado di farti ruggire, di fissare quegli stessi momenti come il faro le navi in tempesta. 
Il travolgere queste consuetudini ha portato ad un livellamento generante in seguito noia ed insoddisfazioni. 
Sono pensieri di un quasi sessantenne che ha solcato i mari calmi senza alcun timone, sempre in balia delle maree. E valgono per quello che sono. 
 

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