mercoledì 10 giugno 2020

L'Idiota di ottant'anni fa


Mentre oggi si ricorda, per mano di uno psicolabile tiranno ancora oggi osannato da psicolabili inani, l'entrata in guerra della nostra nazione a fianco del male assoluto con i baffetti, spero che il bastardo continui a rosolare nei meandri infernali a fuoco lento assieme al Pelatone, il panorama mediatico è tutto proteso verso gli Stati Generali ideati dal Premier, col codazzo dei rancorosi che, già giallognoli, sminuizzano l'evento, è pur vero dire che Colao Colao ha presentato una relazione leggermente alla cazzoecampana mettendo tra i punti anche alcuni condoni, alla faccia della professionalità. 
Ma il panorama è ingalluzzito dall'annuncio del direttore di Chi, il bellissimo periodico spronante noi comuni mortali dall'emettere cori baritonali in stile "la vastità del gran caxxo che me ne frega!"

Signorini imposta e presenta un nuovo stile! 


  
Le emozioni! Cavolo! Ci volevano! 
E allora sfogliandolo, non più dal barbiere perché non si può e quindi lo leggo "a modo mio", ci si accorge di quanti amori, emozioni, trasudino dal nuovo Chi! 
Dal Premier ritratto in un ristorante con la compagna, a Luigino con fiamma e propositi di nozze e figli, fino ad arrivare alla conferma dell'amore tra l'ennesimo marito e la Marcuzzi, quanto penai alla notizia di un possibile naufragio tra i due, per arrivare a Belen-Belen e il neo solitario De Martino, anche qui che sofferenze! Ma il cambiamento di Chi si materializza maggiormente in un servizio dedicato al must dei pensatori moderni, Gianluca Vacchi. E non tanto per la storia strappalacrime, e qualcos'altro, della gravidanza della compagna, auguri a tutti due. No, per questa foto: 


Quelli che vedo nello sfondo cosa sono? Corna di rinoceronte? Zanne? E sono in plastica o vere? Ma non era vietatissimo trafficarle? 
Ma Vacchi, dici di aver messo la testa a posto, ma a me non sembra! 

Son partito dal triste anniversario odierno per arrivare alla presunta collezione di avorio di Vacchi. Un viaggio temporale tra le tristezze, non paragonabili ci mancherebbe, dei tempi che furono e che purtroppo fanno parte di questo post pandemico che, mi scoccia ammetterlo, mi fanno già rimpiangere la clausura di un tempo. Checché ne dica Signorini e la sua deviata concezione dell'emozioni! 

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