venerdì 26 giugno 2020

Tanto per dire

Giacomo Caliendo di Forza Italia, il professor Gianni Ballarani e Giuseppe Della Torre (e sbattiamoli i mostri in prima pagina) hanno votato a favore, dietro la regia del sommo avvocato Maurizio Panis, quello della parentela di Ruby con Mubarak. 

Contro hanno votato Pillon e la neo leghista Riccardi, ex M5S (ma quando sai l'esito del voto puoi pure votare contro per farti bello) 
Quindi 300 ex senatori e 700 ex deputati, tra giubilo e giaculatorie di ringraziamento hanno riottenuto i vitalizi che a settembre del 2018 gli squinternati pentastellati erano riusciti ad abolire. Squinternati perché festeggiarono all'epoca troppo presto, inconsapevoli dei tentacoli eterni della casta, che è ritornata alla carica, subdola ed insensibile, come da copione, delle difficoltà del momento. 
Nascondendosi dietro alla rivincita del diritto, della giustizia, mettiamoci pure l'Europa, in barba alle casse integrazioni, alle sofferenze di molti a sopravvivere in questo post pandemico, i nostri ex rappresentanti hanno raggiunto il loro obbiettivo primario, succhiare nettare pro loro. 

Ma questa prova di forza dell'Inamovibile potere scriteriato, alla Re Sole per intenderci, nasconde un altro personaggio proveniente dai solari concetti della regalità, lei, l'ansiosa signora pupilla del Pregiudicato, la regina aspirante tra pochi anni ad assurgere al più alto piedistallo repubblicano, attualmente occupato da Mattarella, si signore e signori, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Castellati. Sua Grazia parrebbe aver tessuto le fila di questa rivendicazione salariale provocante in molti, me compreso, di preparar zaino, cervogia e lasagnolo, con destinazione Roma. 

La casta non demorde, non indietreggia, non si preoccupa delle lagne, delle proteste di molti, che ancora troppi e giusti non sono; zimbella e dileggia i comuni mortali, fingendo di recepire i malumori del popolino, di tutti coloro cioè che ripongono i loro valori nelle iperboli costituzionali, nei principi di uguaglianza in diritti e doveri. A guardar bene tutte le alchimie arzigogolanti istituzionali appaiono sempre più torri e muraglie a difesa dei privilegi, addolcendo conseguentemente sproni e rivalse solo in apparenza efficaci. La logica del potere, di questo potere, è essenzialmente gattopardesca: nulla muta, nulla cambia, tutto è soffice ed ovattato. Puoi infatti sbatterti come un'anguilla appena pescata a Comacchio, ma i Pierferdinando saranno sempre lì. Ti documenti, incazzandoti, sbraitando, arzigogolando sul senso della vita comune, ma le Maria Elisabetta Alberti Castellati e Dai Mettiamocene Un Altro di Cognome Visto Che Fa Tanto Chic, resteranno impassibili, immarcescibili, statuarie davanti alle obiezioni dei diversamente italici, che siamo noi. Tutto è stato organizzato scientemente al fine di resistere davanti a tutto e a tutti. Solo una possibilità rimarrebbe ma, in questo tempo fin troppo buonista, non è nemmeno il caso di citarla. E poi il sistema, questo sistema che permette ai vari CarloLiza di continuare a chiedere denari per la oramai famigerata ripartenza, da dove e per quale meta?, lagnandosi e rappresentando i furbi che ci sottraggono centonovantamiliardi all'anno, ha già preparato le adeguate contromisure per addomesticare menti e cuori indignati: calcio, uominiedonne, sconti e ... grande fratello vip! Sssst!


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