mercoledì 21 aprile 2021

Apocrifo, terribilmente apocrifo

 

«Un uomo che si chiamava Uefo Coppaconleorecchie aveva due figli. Il più giovane di loro, Agnellino Giuventus, disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta che vado a organizzarmi una sfida dove parteciperò sempre assieme ad un madrileno e ed altri".  Ed egli divise fra loro i beni. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, Giuventus, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano e gli altri subito lo abbandonarono, saggiamente e lui sperperò i suoi beni, comprando ad minchiam, spendendo e dissipando tutto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia, nessuno gli diede più nulla, né il vedente Schai, né Dazon ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.  Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese,  Gipimorgan, il quale lo sfruttò mandandolo nei suoi campi di periferia dove mise in palio trofei di poco valore. Ed egli avrebbe voluto vincere tanto, ma nessuno gli dava l’occasione per farlo.  Allora, rientrato in sé, disse: "Quante squadrette di mio padre hanno trofei in abbondanza e io qui vinco solo delle disfide tipo Villar Perosa!  Io mi alzerò e andrò da mio padre Uefo, e gli dirò: 'Padre, ho peccato contro la sfera e contro di te per vil moneta e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno delle tue squadre lituane'". Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.  E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro la sfera e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". Ma il padre disse ai suoi associati: "Presto, portate qui la maglia più bella, quella rossonera e rivestitelo, mettetegli una foto della coppaconleorecchie e rivestitelo;  portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,  perché questo mio figlio era sconfitto ed è tornato in partita; era perduto tra gli affari ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa.  Or il figlio maggiore, Sassuolo, si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udì la musica e le danze.  Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse.  Quello gli disse: "È tornato tuo fratello Agnellino e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare.  Ma egli rispose al padre: "Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito il regolamento come ha invece fatto Agnellino, che si è comprato fischietti a gò gò, elargendo Cinquecento a iosa; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici;  ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni in tornei farsa, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato". Il padre gli disse: "Figliolo Sassuolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua;  ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era sconfitto ed è tornato in gara; era perduto ed è stato riqualificato"».


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