martedì 6 aprile 2021

Sottofondo pensieroso

 Aleggia, girovaga, appare a tratti, d'altronde tutti i saccenti avvertono che i rischi del post pandemico nella collettività saranno durevoli e, ahimè. fastidiosi, giusto? 

Ebbene avverto un cambiamento in me, lo ammetto, una sensazione strana e di difficile catalogazione, anche se, faccio fatica a dirlo, il termine che più s'avvicina alla sua descrizione è... è ... misantropia!

Cavolo, mi dico: ma come hai fatto a trasformarti in un misantropo? Non amavi un tempo la compagnia, non sfavillavi ogniqualvolta si presentava l'occasione di andar tra la gente? 

Si, è vero, era proprio così. Ma ho passato un periodo di solitudine, come tutti del resto, mi sono chiuso a riccio, e, ed è qui il problema, sono stato bene. Non ho sofferto la mancanza degli altri, non mi sono annoiato e non m'annoio quando resto da solo con me stesso, con le mie manie scaturenti dalla fobia di cuccarmi il bastardo. Potrei andare avanti decenni in questa situazione, lo ammetto, lo confesso. Non è che abbia sentimenti di avversione nei confronti degli altri, come recita il dizionario alla voce "misantropia." In parte, alcuni mi stanno fantasmagoricamente sulle gonadi, ed è inutile citarli basta scorrere i post precedenti a questo per farsene una chiara idea, vero Cazzaro? 

Chiarisco ulteriormente: i miei amici mi mancano, sulla carta andrei di corsa da loro o con loro al ristorante. Sulla carta. In controtendenza il pandemico ha creato attorno a me una specie di capsula ove tutto è rigorosamente dettato dai tempi del giorno e della notte: sveglia alle 5:00, Deka alle 5:30, alle 6 bicchiere di acqua tiepida con mezzo limone spremuto e tre noci, alle 6:30 colazione con focaccia scongelata e spremuta di due arance e l'altra metà del limone, indi sigaretta e pillola di omega 3. Se vado a lavorare alle 7 uscita di casa per caffé e rientro alle 18:30 per leggera lettura, visita da mia madre, cena da lei e rientro ore 20:30 con camomilla e presa dal freezer della focaccia che servirà la mattina seguente; se non vado a lavorare navigata sino alle 10, uscita per acquisti e passeggiata, pranzo, riposino e successiva lettura. Se invece torna mia moglie dal lavoro fuori città, il programma diventa libero dagli schemi sopra citati.

Quello che mi preoccupa è che lo svolgimento prefissato della giornata non mi annoia, non mi disturba, non mi innervosisce, pur essendo stato da sempre uno che non ha mai schematizzato nulla, il classico vivere il momento che viene inventandosi cosa fare all'istante, la regola della mia insana e fanciullesca impostazione di vita. 

Ora invece no, tutto è cambiato, tutto è preordinato, nella solitudine, nel muoversi autonomamente senza sentir alcuna nostalgia degli altri. Gran bel problema questo, di difficile risoluzione, credo. 

Sono orientato a criticare tutto quanto faccia parte della cosiddetta ripartenza sociale: odiavo il sistema su cui si reggeva il turismo, divenuto una specie di "pestatura dei calli a vicenda" per l'eclatante e sovrabbondante aumento delle presenze nei luoghi cosiddetti famosi, siano essi d'arte o naturali. Occorrerebbe una saggia e specifica autoregolazione degli arrivi, delle presenze al fine di evitare l'annientamento della bellezza, la scomparsa delle caratteristiche artistiche, sia di musei o di luoghi naturali, fondate sulla giusta presenza umana. 

Non sopporto i latrati degli imbecilli, che sono ovunque, la lardosa manifestazione di epuloneria, odio i cretini incastonati nella riprovevole moda di apparire, nel vestirsi, nel ciacolare, nel culo tondo con gli starnazzi che impediscono di volare (cit.), nell'immersione nella vita intesa come un compendio di apericene, mi stanno sulle palle chi intende la vacanza solo come partire ed andare lontano, quelli che al ritorno raccontano di favolose immersioni nella natura bella perché lontana. Non sopporto più chi ostenta, vivendo solo per quello, aborro parlare di idiozie conclamate per far passare il tempo, detesto chi ride solo perché vuol farti credere di essere nella parte alta della forbice sociale, sempre più divaricante. Sfanculo tutti i buzzurri impegnati ad annientarti con la loro gradassa inutilità. 

Mi chiedo e vi chiedo: sono diventato misantropo o più sveglio? 

Già!        

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