giovedì 22 aprile 2021


 Dice bene il Fatto Quotidiano, e come potrebbe non essere così, riguardo all'intervista al Cugino del Nipotino pubblicata ieri sull'ennesimo giornalone di famiglia, Repubblica: l'intervista firmata proprio dal direttore, per un evento, diciamo così, non determinante per la vita del paese: in passato Scalfari o gli altri a lui succedutisi, intervistarono papi o leader politici alla vigilia o a seguito di eventi epocali, mai si mossero per frattaglie come la oramai famigerata Super Lega.
Ma, ed ecco il punto focale, Repubblica non è più di proprietà dei Caracciolo, Scalfari scrive oramai di pontefici e di vita dell'Io. Il maggior quotidiano italiano è di proprietà del Padrone di gran parte del circondario, anche se oramai non elargisce più i nichelini, le brioche dei tributi su queste lande, avendo preferito versarli in altri lidi più consoni a quell'insana idea di capitalismo oramai tramutata in bagordi finanziari, che tanto nuoce alla salute del popolino, che siamo noi.
Riverenza, piaggeria, informazione? Escluderei l'ultima. Se il direttore di Repubblica si muove con tutto il suo strutto, la ragione è una ed una sola: ha dovuto intervistare, senza fronzoli, ossequiosamente, con riverenza, come il monaco che è in lui garantisce alla Famigliuola Sabauda.
Risalta tristemente la realtà di una circonvenzione finanziaria di ex capaci per tutto quanto fa insonorizzato. Per questo leggo solo un giornale che, al momento, è libero, non maiuscolo per carità, ma realmente, fondato da giornalisti e non ossequioso con chicchessia, il Fatto Quotidiano. Gli altri li sbircio sul far dell'alba per constatare quanto sia difficile su queste terre restare legati all'indipendenza motrice di critica costruttiva e risanatrice. Chimere, per stipendiati da "evvemoscie"

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