mercoledì 28 aprile 2021

Anto’


Date lo scudo antistupidario a Super Mario

di Antonio Padellaro

A proposito del Recovery plan, Mario Draghi “professa ottimismo a patto che i tre cavalieri bianchi ‘onestà, intelligenza e gusto del futuro prevalgano sui tre cavalieri neri: la corruzione, la stupidità e gli interessi costituiti’” (Repubblica). Ora, pur nutrendo grande fiducia nelle doti di SuperMario, si tratta davvero di un vasto programma con la differenza che la guerra ai corrotti e agli interessi costituiti (qualunque cosa ciò voglia dire) appartiene al mondo del possibile. Mentre, la presenza dei cretini è invasiva come quella degli ultracorpi: ti accorgi di loro quando è troppo tardi. Infatti, “sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione” (Carlo M. Cipolla nel suo fondamentale Allegro ma non troppo). Può anche darsi che esista una correlazione diretta tra la stupidità e gli interessi costituiti di cui sopra poiché, sempre secondo Cipolla, “tra burocrati, generali, politici e capi di Stato si ritrova la maggiore percentuale di individui fondamentalmente stupidi la cui capacità di danneggiare il prossimo è pericolosamente accresciuta dalla posizione di potere che occupano”. Non ci addentreremo oltre nella complessità dell’argomento se non per segnalare al premier che danni evidenti alla sua azione di governo vengono causati dalla stupidità dattilografa. Ovvero dalla nutrita pattuglia di incensieri dell’informazione unificata che attribuiscono a Draghi eccezionali facoltà taumaturgiche tali da moltiplicare pani, pesci e vaccini, oltreché da ricostruire l’Italia più bella e più superba che pria. Non ci ispirano mediocri invidiuzze professionali visto che analogo allarme è riportato sull’ultimo numero dell’Economist: “Su Draghi aspettative irrealistiche, il presidente del Consiglio non è l’uomo dei miracoli”. Il settimanale britannico riconosce che l’Italia gode oggi di una maggiore autorevolezza sul piano internazionale, ma invita a non farsi troppe illusioni. Poiché “un conto è guidare una Banca centrale, un altro tirare fuori la terza economia dell’area euro fuori dalle secche”. Forse un efficace scudo antistupidario del premier sarebbe quello di tenersi a distanza dai soffietti. In fondo lui non ne ha bisogno. Proprio come Charles de Gaulle che amava dire: “Quando voglio sapere cosa pensa la Francia lo chiedo a me stesso”.

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