giovedì 5 giugno 2025

L'Amaca

 

La sicurezza e la propaganda
di MICHELE SERRA
La polizia va messa nelle stazioni per difendere le ragazze, non mandata in Albania per difendere i vostri sondaggi”.Sono parole di Matteo Renzi nel suo intervento al Senato conto il decreto sicurezza, e bisogna dire che il vigore polemico è pari alla precisione politica.
L’impressione è che la questione “sicurezza” non sia per il governo — come dovrebbe essere — qualcosa di concreto, risorse da gestire, personale da istruire, strategie di prevenzione, di dissuasione e di repressione. Su quel piano una discussione era logica e possibile: nessuno parteggia per il crimine e per il disordine. Nessuno è favorevole al traffico clandestino dei migranti — se non i trafficanti. Nessuno pensa che il desiderio di vivere al sicuro non sia importante, e tanto più urgente quanto meno protetta è la fascia sociale in cui si vive.
Se questa discussione non c’è stata è perché per il governo “sicurezza” e “propaganda” sono sinonimi. La speculazione politica sulla paura è il primo motore dei governi populisti, e l’assurda, costosissima, improduttiva misura di smistare poche decine di migranti in Albania per dare l’idea che si stia “ripulendo” il territorio nazionale dagli invasori è la prova — ha ragione Renzi — che nessun criterio logico e nessuna convenienza economica orientano questo governo. Per il quale “sicurezza” vuol dire fare il muso duro in favore di pubblico: come se il muso duro potesse evitare la fatica di mostrare una faccia intelligente.
Particolarmente penosa, e non è una novità, l’acquiescenza dei sedicenti liberali di Forza Italia. Anche in questo caso: liberali a fondo perduto.

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