domenica 9 febbraio 2025

Elena



Comunismo = Nazismo? È pura propaganda Ue

di Elena Basile

Nel dibattito pubblico relativo alla politica internazionale regna la confusione, come se la logica avesse abbandonato il mondo e il linguaggio divenisse sempre più bivalente nell’accezione orwelliana. Il principio di non contraddizione aristotelico è stato cancellato. Le posizioni politiche affermano A e il contrario di A. Gli esempi sono molteplici. Il Parlamento Ue, che non è un organo legislativo, obbedendo alle direttive di un esecutivo miope e asservito alle oligarchie, equipara i simboli nazisti alla falce e martello comunista. Nella ricostruzione storica è sbagliato, come Luciano Canfora ci dimostra, mettere sullo stesso piano Hitler e Stalin, ma possiamo comprendere che i campi di concentramento nazisti siano simili nella violenza totalitaria ai gulag. Risulta tuttavia inquietante che non si faccia la differenza tra una ideologia nazista e razzista, basata sul disprezzo del debole e del malato, prona a giustificare il predominio di una “razza”, e il sogno comunista di un mondo senza classi e ingiustizie sociali. Da un lato un mondo distopico e aberrante, dall’altro una utopia di stampo evangelico. Non si nega che le due ideologie avevano in comune la mancanza della protezione dei diritti individuali, né si dimentica che le loro realizzazioni sono state una sconfitta per la storia democratica dell’umanità. Il concreto agire si allontana sempre dai suoi archetipi: la Chiesa dai suoi precetti, gli Stati dalle Costituzioni. Rimane inquietante che si sia voluto sporcare un simbolo – falce e martello – di lotta e liberazione degli oppressi, senza comprenderne il legame con le speranze umanistiche e assimilarlo all’infame nazismo, alla deviazione perversa del pensiero.
Le manifestazioni per una Palestina libera continuano a essere considerate “antisemitismo” dalla maggior parte della stampa. Esponenti della comunità ebraica rispolverano un vittimismo che apparirebbe un tantino anacronistico, soprattutto in relazione allo sterminio dei palestinesi, all’inferno calato su Gaza, all’esodo di 300 mila paria, uomini, donne, anziani, bambini, che marciano verso le loro case per trovare solo detriti. Trump, incarnazione del fascismo postmoderno, non comprende come mai questi “matti” ritornino alle loro case e richiamino il diritto alla loro terra. Basta costruire casette popolari, in un imprecisato altrove, per questo popolo miserabile e dimenticheranno Gaza, una striscia di terra col buon clima, davanti al mare e ai giacimenti di gas, che diverrà un’opportunità per le agenzie immobiliari statunitensi e israeliane. La pietas è scomparsa. Politica e media pagano il loro tributo alla lobby di Israele: la cultura umanistica, una delle maggiori conquiste della civiltà occidentale, è cancellata. Considerare il ripudio delle posizioni di alcune comunità ebraiche a difesa delle stragi dei palestinesi come “rigurgito antisemita” falsifica la realtà e la storia. L’antisemitismo è odio per gli ebrei per quello che sono: religione, abitudini, tratti somatici, non per quello che fanno. È lecito per un ebreo odiare un nazista? Sarà lecito per chi difende oggi le vittime provare sentimenti di ostilità nei confronti di chi (anche ebreo) sostiene i carnefici e non prende le dovute distanze dal massacro in corso. Bisogna comprendere che gli ebrei di oggi sono i palestinesi.
Infine la peggiore ambiguità si riscontra in relazione all’Ue. Coloro che hanno affossato il sogno europeo, tradendo gli ideali di pace e prosperità, difendendo un ordo-liberismo che ha divorato le ragioni del lavoro e ha acuito le asimmetrie tra Nord e Sud, sostenendo il mercato, l’unione monetaria ma non fiscale né politica o federale, oggi tornano alla ribalta, parlandoci di sovranazionalità e debito comune per una fantomatica difesa Ue, che non potrebbe non essere schiava di interessi geopolitici statunitensi, non europei, come la guerra in Ucraina ha dimostrato.

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