O si unisce o si disfa
DI MICHELE SERRA
«L’Europa è a un bivio: o è in grado di fare un passo avanti sull’unità, o sarà cancellata». Così dice Schlein intervistata da Cuzzocrea, e così cominciano a pensarla in molti europei. Trump è unadisgrazia ma potrebbe diventare un’occasione, perché anche grazie al suo avvento la drasticità del dilemma indicato da Schlein è sotto gli occhi di tutti, e il momento della scelta è alle porte: l’Europa o si unisce o si disfa, così a mezza strada non può rimanere. Non se lo può permettere.
O sceglie l’autodeterminazione economica e politica, oppure piega la testa, anzi le teste, una per ogni singola nazione, all’aspirante imperatore del mondo.
Sarà un ottimo argomento, questo, da spendere nei prossimi mesi contro le destre sovraniste che Musk sta reclutando a suon di quattrini: i vari Farage, Le Pen, Salvini, Vox, Orbán, erano nemici dell’Europa anche prima (Meloni non si capisce bene, è costretta dal suo ruolo a essere bifronte); di qui in poi lo saranno il doppio, in quanto anti-unionisti e in quanto fiancheggiatori del più determinato aggressore, dopo Putin e forse insieme a Putin, non solo dell’unità politica dell’Europa, ma anche dei principi ideali e culturali che di quell’unione sono la base: uguaglianza, solidarietà, diritti.
Un’entità politica nata dalla sconfitta del nazifascismo non può che essere odiata dagli eredi, diretti e indiretti, di quella storia nera. L’Europa è vista dai suoi nemici, esterni e interni, come una fonte malefica di cultura democratica. Liberal-democratica e social-democratica. Sovranisti e populisti non possono desiderare che la sua distruzione. Forse, finalmente, l’Europa è costretta ad accorgersi di avere, anche, un’anima politica.
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