domenica 22 giugno 2025

Attorno al mainstream

 

Agorafobia
DI MARCO TRAVAGLIO
Il successo delle due manifestazioni a Roma contro il riarmo, così come della protesta operaia a Bologna, è dimostrato non solo dalla partecipazione della gente. Ma anche e soprattutto dall’agorafobia del sistema mediatico e del governo, che fanno di tutto per svuotare le piazze. Il dl Sicurezza ha svelato tutta la sua follia alla prima prova su strada, anzi su tangenziale: quella occupata pacificamente per 1,5 km l’altroieri dai metalmeccanici per il nuovo contratto. La zelante Questura ha comunicato che “i dimostranti verranno denunciati, anche alla luce del nuovo dl Sicurezza in materia di blocchi stradali”: quello che punisce chi manifesta su strade o ferrovie con la galera fino a un mese se è da solo e fino a 2 anni se gli organizzatori sono più persone. Come i 10 mila operai di Bologna, che ora vanno identificati e indagati uno a uno, poi avvisati della fine-indagini per poter chiedere di essere interrogati e citare testimoni, poi convocati per l’udienza preliminare (in un palasport o in uno stadio, capaci di contenere 10 mila imputati e i loro difensori), e così per i processi di primo, secondo e terzo grado, che si concluderanno – in caso di condanna – con qualche giorno o mese di carcere a testa, ovviamente finto: fino a 2 anni c’è la condizionale e comunque le pene fino a 4 anni si espiano ai domiciliari o ai servizi sociali. E, almeno per chi non ha fatto nulla di male, è meglio così: sennò basterebbe un solo processo a mandare in tilt le carceri già affollate, aggiungendo 10 mila detenuti agli attuali 62.500. Senza contare tutti gli altri sit-in su strada o ferrovia con migliaia di persone, che potrebbero raddoppiare o decuplicare la popolazione carceraria. Immaginate poi quanti poliziotti, cancellieri, impiegati, pm e giudici dovranno occuparsi di questi processi inutili, rubando tempo, uomini e fondi a una Giustizia già ridotta a macchina trita-acqua che non riesce più a perseguire le condotte pericolose.
Però non tutto il male viene per nuocere: se il governo è così ossessionato da chi protesta e dissente, vuol dire che ne ha paura. Quindi protestare e dissentire è tutt’altro che inutile, come ogni giorno confermano i signorini grandi firme: asserviti alle lobby delle armi e delle grandi opere (le hanno come editori e ne sono stipendiati), passano il tempo a magnificare il riarmo e il cemento e a dissuadere chi lo contesta: “Non è riformista”, è “estremista”, “massimalista”, “contiano”, “antisemita” senza neppure il diritto di dirsi pacifista o ambientalista. Se protesti è perché “stai con Putin, Hamas e gli ayatollah”, “vuoi metterti in mostra”, “dividere le opposizioni” e “fare un regalo alla Meloni”. Che, com’è noto, è terrorizzata da una sola cosa: dal trio Pd-Iv-Azione, che sul riarmo è un po’ più guerrafondaio di lei.

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