Intervista allo scienziato Carlo Rovelli
“È azzerato il diritto internazionale: l’Italia così si accoda ancora”
DI ANTONELLO CAPORALE
Professore, ciascun Paese spara ormai a chi gli pare, quando gli pare.
Lo sforzo di costruire una legalità internazionale attraverso le Nazioni Unite, le Corti internazionali e i diversi trattati, è stato vanificato dalle scelte politiche degli ultimi decenni. Da tante guerre iniziate illegalmente, a cui l’Italia ha partecipato. La tristezza è vedere l’Italia accodata senza protestare a queste scelte disastrose che ci hanno portato al disordine mondiale e a una spirale di violenza crescente. Ora tutti sono affamati di guerra.
L’Iran – a quel che è dato sapere – non possiede l’atomica. Lo dicono l’intelligence Usa e l’Aiea… eppure è il mostro.
Mi fido dell’Aiea, non vedo perché dovrebbe mentire. Le guerre si fanno sempre adducendo pretesti. Insomma, ogni volta che c’è un conflitto, da entrambe le parti si dipingono i nemici come ‘mostri’. Succede lo stesso quando due coniugi litigano: l’altro è sempre il mostro. Tramutare il nemico in ‘mostro’ è il primo passo per cominciare a odiarci e ammazzare.
L’Iran un accordo nucleare lo aveva firmato, fu però proprio Trump a cancellarlo. Quanto pesa questo elemento negli eventi di oggi?
Il problema è che l’Iran non vuole sottomettersi all’Impero. E quindi, nella logica imperiale, va distrutto.
Secondo lei esiste in questo momento un pericolo nucleare a prescindere dall’Iran?
Esiste un’organizzazione mondiale di scienziati atomici che valuta questo pericolo costantemente. Il pericolo non è mai stato così alto, neanche al picco della Guerra fredda.
Il 7 ottobre è accaduto un evento terribile, ma il fatto che Israele ritenga che quella data segni tutto il male è una considerazione condivisibile?
Il 7 ottobre è accaduta davvero una cosa terribile. Prima però ne sono successe di peggiori. E dopo quella data – purtroppo – ne sono successe di molto peggiori.
La questione palestinese è stata per troppi anni dimenticata. Ora l’Occidente piange per Gaza. Sono le rituali lacrime di coccodrillo?
Quanto sta succedendo resterà una macchia tremenda come poche sulla coscienza dell’Occidente. L’Italia è colpevole per aver di fatto sostenuto e coperto politicamente il genocidio in corso.
In Medio Oriente la democrazia è però una pratica poco apprezzata.
In Iran la religione ha certo un peso sulla vita politica, ma Israele ha una Costituzione che privilegia un’etnia e una religione, e questo non combacia con la mia idea di democrazia, e a mio parere fa male all’ebraismo. Soprattutto, lo Stato di Israele controlla territori dove ci sono persone che non hanno diritto di voto. Sarebbe una democrazia se desse il voto a tutti i palestinesi nelle zone che controlla, oppure se permettesse a queste zone di costituirsi in uno Stato indipendente. Non fa né una cosa né l’altra. Ha mantenuto per decenni una situazione di occupazione illegale e di apartheid della popolazione, violando la legalità internazionale.
Gli altri regimi non sono certo maestri di vita.
Io penso che il problema non è chi sia più o meno maestro di vita. Siamo tutti pieni di virtù e di vizi. Il problema è imparare a convivere senza spararsi e ammazzarsi l’un l’altro. Imparare a influenzarci a vicenda con le parole, non uccidendoci. Perché il mio Paese denuncia l’illegalità internazionale solo quando a violarla sono i ‘nemici’?
Quale ruolo dovrebbe avere per lei in queste crisi l’Europa?
Sta perdendo l’occasione storica per essere un riferimento di ragionevolezza. Gettandosi negli armamenti, nella guerra anti-russa e nella copertura politica di Israele, è diventata sorgente di belligeranza e di instabilità. Ci porta verso la terza guerra mondiale. Avrebbe potuto essere la forza che conduce a un equilibrio, e invece spinge per la soluzione militare ovunque.
Quanto odio anti-occidentale stanno generando le guerre in Medio Oriente? Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi decenni?
Stiamo attirandoci l’odio del mondo. Ci dobbiamo attendere conseguenze.
Neanche la Cina, a cui lei destina una simpatia particolare perché la giudica meno avventurista delle altre potenze, sembra interessata a comparire sulla scena e promuovere azioni che allentino le tensioni.
Apprezzo i Paesi che non iniziano guerre. L’ultima guerra che l’Iran ha iniziato, a quanto mi risulta, è stata nel 1804. Da allora, quante ne abbiamo iniziate noi e i nostri alleati? Quante volte l’Iran è stato attaccato dall’Occidente o dai suoi stretti alleati, come ora? Perché? Perché è un altro Paese che ha provato a non sottomettersi al dominio imperiale. Tanti Paesi del mondo, non solo la Cina, continuano a dire soltanto che non vogliono guerre. È così difficile non volere guerre?
C’è chi paragona l’attacco di Israele all’Iran a quello della Russia all’Ucraina.
Sono entrambi attacchi motivati dalla sete di potenza, ma ancora più dalla paura. Per Israele è la paura di un Iran nucleare, che toglierebbe a Israele il vantaggio strategico di essere l’unico Stato nucleare della regione; per la Russia la paura di missili Nato alle proprie frontiere, che avrebbero potuto vanificare la propria deterrenza nucleare, togliendole i tempi necessari per la risposta. Per paura si diventa aggressivi.
Intellettuali, artisti, scienziati: la vostra voce si sente appena.
Infatti è debole. Troppo debole.
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