lunedì 23 giugno 2025

Dalla pizza con furore

 

I numeri di pizze vendute rivelano le emergenze del Pentagono
DI FABIO SCUTO
Un’impennata negli ordini dalle pizzerie vicino al Pentagono a Washington, DC, ha preannunciato per decenni l’imminente azione militare. L’attacco israeliano all’Iran e quello degli Usa della scorsa notte non ha fatto eccezione. È così riemersa una vecchia teoria di internet: il Pentagon Pizza Index (PPI). Secondo una teoria basata sul crowdsourcing, un improvviso picco di ordini di pizza vicino al Pentagono e agli edifici del Dipartimento della Difesa a Washington DC, segnala che un evento importante si sta preparando a porte chiuse – l’ipotesi è che le riunioni di crisi a tarda notte significhino la presenza di molti dipendenti affamati che hanno bisogno di un boccone veloce. Anche sabato sera il popolare account di X chiamato Pentagon Pizza Reporth ha segnalato un picco di traffico nelle pizzerie entro i cinque chilometri dal Pentagono nelle ore serali in un’area poco abitata.
La teoria originale risale alla Guerra Fredda, quando gli agenti sovietici monitoravano le consegne di pizza a Washington, convinti che questo potesse rivelare i movimenti militari statunitensi. Negli anni ‘80, si dice che gli ufficiali del KGB fossero addestrati a contare il numero di luci accese al Pentagono dopo il tramonto o il numero di auto nel suo parcheggio, immaginando che un improvviso aumento di luci alle 2 del mattino indicasse che i preparativi per la guerra erano in corso.
Nel corso degli anni, il PPI è stato in linea con decine di importanti operazioni e crisi statunitensi, dall’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq all’assassinio di Osama Bin Laden e all’attacco della Russia all’Ucraina. L’Index ci ha sempre azzeccato. Già nel 1990, il giornalista della CNN Wolf Blitzer – allora corrispondente al Pentagono – fece una battuta rimasta storica: “In conclusione, per i giornalisti: controllate sempre gli ordini delle pizze”.


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