domenica 29 giugno 2025

Eredità



Cosa ci lascia la rapto veneziana degli oligarchi plutocrati? Un amaro sapore in bocca non dettato da sentimenti d’invidia, ci mancherebbe! Riecheggia infatti il moto del Marchese del Grillo “io so io e voi nun siete un caxxo!” di questi signorotti globali, che ci hanno pure lasciato la mancetta, dopo le nostre riverenze profuse, dopo che gli abbiamo concesso il dispiegamento di forze militari a difendere la loro sacra privacy esternata da quel pagliaccio di Di Caprio che gira sempre col cappellino a coprirsi il volto, forse per la vergogna dovuta allo scarrozzare col jet privato mentre dispensa ad allocchi inviti a salvare il pianeta dall’inquinamento. La gravità di ciò che i ricconi hanno esternato è un’altra: abbiamo lasciato loro quella immotivata corona regale simbolo del potere assoluto, autocovincendoli a travalicare moralità, socialità, comune senso d’appartenenza della specie. Sono convinti, grazie a noi, di essere in grado di decidere, d’agguantare ogni bene comune a disposizione di tutti, di scorrazzare tra stati impunemente, senza alcuna remora, senza alcun dovere, godendo d’immunità, soprattutto fiscale, in grado pure di prenderci per i fondelli, gratuitamente. Se ancora qualcuno ne dubitasse, il feudalesimo è tornato più forte che mai, è tra noi, s’arricchisce depredando le risorse comuni e lasciandoci basiti per l’opinatezza eclatante dimostrata nella tre giorni veneziana, un cammeo che i nostri discendenti un giorno studieranno con voracità, visto che già sin d’ora non si comprende come sia possibile idolatrare quattro cialtroni dediti ad un capitalismo deviato e pure onnivoro, anticamera di uno sconquasso generazionale che, Dio lo voglia, potrebbe aprire ad un’età dell’oro, quella rivoluzionaria. Al momento però siamo ancora nella fase della degustazione della brioche appena lanciataci dagli sposini del pacco. Sai che culo!

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