domenica 8 giugno 2025

Sontuosa analisi

 

Non era vero niente
DI MARCO TRAVAGLIO
La rissa da vaiasse che ha chiuso, per ora, la liaison fra Trump e Musk, al netto degli egotismi e della ketamina, rade al suolo mesi di analisi dei famosi “esperti”. Che, come sempre, non ne hanno azzeccata una.
1. Per due anni hanno ignorato la fine della democrazia Usa sotto Rimbambiden, teleguidato da un’oligarchia di fantasmi mai eletti che pilotava le sue scelte e quindi quelle dell’Ue, nascondeva l’inabilità del presidente e accusava chi la evocava di diffondere fake news trumpiane e/o putiniane. Poi ci hanno raccontato che la democrazia l’aveva uccisa Trump, abolendone i pesi e i contrappesi e inaugurando la tecnodittatura. Ora si scopre che pesi e contrappesi continuano a funzionare: decine di giudici contro gli ordini esecutivi di Trump sui rimpatri dei migranti e sui dazi, che quando li firmava Biden filavano lisci come l’olio; le lobby del pubblico impiego contro i tagli di Musk; il Congresso che giustamente fa le pulci al bilancio; persino la Cia che sa degli attacchi ucraini alla triade nucleare russa, ma li nasconde al presidente.
2. Ci hanno raccontato che Trump è un fantoccio degli oligarchi Big Tech, da Musk a Zuckerberg a Bezos &C., che gli danno ordini e fanno soldi a palate, come se il loro conflitto d’interessi non esistesse quando finanziavano i Dem. Ora si scopre che, tra il più potente e il più ricco del mondo, comanda il primo: quello eletto (il “primato della politica”). E il mega-conflitto d’interessi di Musk ha funzionato all’incontrario, visti i miliardi persi in Borsa e nei fatturati del suo impero.
3. Ci hanno raccontato che Trump ha riunito un’Internazionale sovranista-populista-liberista delle destre-destre, dai Maga trumpian-muskiani a Milei a Meloni&Salvini a Le Pen ad Afd a Vox a Farage a Orbán, col solito Putin dietro la porta, per scardinare l’Ue e controllare il mondo. Ora si scopre che, come già B., Trump non è né di destra né di sinistra: bada al suo elettorato di ceti medio-bassi, esclusi operai, licenziati, minoranze etniche. Tra l’ideologia e gli interessi della base, sceglie i secondi. Nulla a che vedere con la motosega iperliberista da massacro sociale e tagli selvaggi a sanità, pensioni e spesa pubblica cara a Milei e Musk. Che infatti ha rotto con lui proprio su questo. E pure sui dazi, che il globalista Elon detesta perché fa affari ovunque, mentre Donald è un protezionista incallito. Ancora pochi giorni e i sinceri democratici torneranno a guidare Tesla, ad abbonarsi a Starlink, a guardare rapiti verso Marte e proporranno di “ripartire da Musk”, non più scemo cattivo, ma di nuovo genio buono. Come dice Ennio Fantastichini in Ferie d’agosto: “Voi v’atteggiate tanto, parlate così sofistici… Ma la verità è che nun ce state a capì più un cazzo, ma da mo’!”.

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