martedì 3 giugno 2025

Ipocrisia latente

 

La diplomazia ipocrita: Tajani e i bimbi di gaza
DI DANIELA RANIERI
Il bambino di Gaza sopravvissuto all’eccidio dei suoi nove fratelli e del padre, medico come la mamma, a causa di una bomba lanciata da Israele sulla loro casa, potrà essere curato in Italia. Avete visto il diciamo ministro degli Esteri Tajani quando l’ha annunciato? Gli brillavano gli occhi. Del resto era stato netto nel definire “inaccettabile” che l’Idf spari contro i diplomatici, come avvenuto giorni fa a Jenin, per poi convenire che è diventato “inaccettabile”, bontà sua, anche il metodo finora impeccabile del nostro alleato Netanyahu di eradicare Hamas giustiziando bambini con un colpo solo e bombardando case, ospedali e rifugi dove la gente si ammassa attirata dalla distribuzione del poco cibo.
Non fatevi ingannare da quegli occhioni da cerbiatto: non inaccettabile al punto di smettere di inviare armi a Israele o di promettere di dare seguito al mandato di arresto di Netanyahu emesso dalla Corte penale internazionale (tutt’altro: Tajani gli ha fatto pervenire il messaggio di stare tranquillissimo, sarebbe ben felice di stringergli la mano sotto al Colosseo o di portarlo a mangiare il pesce a Fiumicino); non inaccettabile al punto di votare a favore della risoluzione con cui l’Onu ha chiesto il cessate il fuoco (il governo italiano si è astenuto), e nemmeno così inaccettabile da appoggiare la timida proposta di Kaja Kallas, la spensierata Commissaria alla Sicurezza della Ue, di rivedere l’art. 2 del Trattato di associazione con Israele (l’Italia è contraria insieme ad altri 10 Paesi, tra cui la Germania).
Un po’ inaccettabile, via; continuiamo serenamente a foraggiare lo sterminio, che somiglia molto a un genocidio (piano con le parole: aspettiamo le camere a gas), di oltre 70 mila morti innocenti (Lancet). Tajani, mentre Meloni tace (è pur sempre donna, madre, cristiana), può inaugurare una routine di perfetta ipocrisia diplomatica à l’italienne: i bambini palestinesi che Israele non riesce a sopprimere, anche con bombe griffate prodotte dalle nostre eccellenze militari-industriali, li ospitiamo nei nostri ospedali, magari uno di quelli pubblici (o il bimbo verrà affidato a una struttura privata? Scelta da chi?) che ufficialmente sono ancora in piedi (ma presto verranno smantellati anche quelli: ci stanno lavorando, togliendo soldi alla Sanità per riarmarci). Così i palestinesi dovranno pure ringraziarci. Siamo pur sempre italiani, brava gente.

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