sabato 6 aprile 2024

Olè!

 

Editoriali che danno lustro al Giornalismo! Da far leggere nelle scuole!

Colpa d’Alfredo
di Marco Travaglio
È da quando si chiamava ancora Pds e sinistra Dc che il Pd trova sempre il modo di battere il mea culpa sul petto degli altri. Invece di tagliare una volta per tutte il nodo politica&affari, che tanti suoi compagnucci ha portato in tribunale e nella vergogna, il centrosinistra riesce sempre a inventarsi una scusa per scaricare barile. Passa da uno scandalo all’altro e, per non cambiare prassi e classi dirigenti, cambia un segretario a biennio. In Tangentopoli era colpa delle mele marce all’insaputa del partito (tipo Greganti, per chi ci credeva). Dopo, dei pm giustizialisti e allergici al “primato della politica” (lo dicevano pure i pidiessini ben nascosti dietro B.). E comunque la destra era molto peggio, quindi toccava tenersi i meno peggio. Quando i 5Stelle posero fine al finto bipolarismo destra-sinistra, il rosso e il nero sulla roulette truccata dove vinceva sempre il banco, i progressisti votarono i barbari grillini. Apriti cielo: antipolitici, fascisti, qualunquisti. Intanto, con Renzi, il Pd era diventato la copia sfigata di FI, imbarcando di tutto, abolendo l’articolo 18, scassinando la Costituzione, occupando la Rai, votando contro il Reddito, la Spazzacorrotti, il dl Dignità. Ogni primaria, locale e nazionale, era impreziosita da banchieri, riccastri e file di cinesi e magrebini reclutati un tanto al chilo dai capibastone: però vuoi mettere l’unico partito veramente democratico che fa decidere gli elettori. Vinceva sempre il casinò, almeno fino a un anno fa, quando gli elettori ribaltarono il Risiko dei capicorrente e scelsero Elly Schlein per cambiare davvero.
Il Pd poteva fare finalmente pulizia del marciume, invece i Gattopardi usarono l’ingenua segretaria per l’ultimo gioco di prestigio: fingere di cambiare tutto per cambiare solo lei. Tanto c’era il nuovo babau – il fascismo alle porte – da sventolare per occultare le magagne di casa con l’aiuto dei giornaloni, che danno sempre la colpa a Conte: perché è morto, perché non è morto, per la pochette, per il dolcevita, perché non vuole il campo largo, perché lo vuole ma aspira financo ad arrivare primo. Ora, con due retate in due settimane a Bari, il Pd è nudo: a furia di inglobare pezzi di destra in Regione con Emiliano e in Comune con Decaro (gli Scilipoti sono brutti solo se fanno il percorso inverso), s’è messo in casa i cavalli di troia che hanno portato voti sporchi e comprati. Comodi per vincere le elezioni, scomodi quando un pm li scopre. E di chi è la colpa? Del Pd locale e nazionale (Boccia, fedelissimo di Elly, viene di lì) che lorda chiunque ci si allei? No, di Conte che diserta le primarie per evitare altri mercati delle vacche, mentre il Pd non trova di meglio che il capo di gabinetto di Decaro. Come se il Pd non fosse la malattia, ma la cura. Fino alla prossima retata.

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