di Michele Serra
La democrazia è di tutti. La dittatura, solo di qualcuno.Una sola fazione che pretende di rappresentare un intero popolo.Un solo capo che decide per tutti e da tutti pretende le stesse idee,gli stessi comportamenti, gli stessi simboli, la stessa uniforme.Ogni 25 aprile, dal 1945, festeggiamo la restituzione dell’Italia
a tutti gli italiani, dopo il lungo sequestro fascista.Si usciva in strada, in quella primavera, come se finalmentesi fossero riaperte le porte del tempo.La coda insanguinata della guerra ancora frustava le città, le case e i campi.Ma entrava l’aria, dopo lunghi anni rinchiusi e provinciali.Cominciava l’epoca della libertà di parola, dei diritti politici e sindacali, del voto delle donne, dell’unità europea, dopo il ventennio della censura, delle violenze contro gli oppositori, dell’esaltazione nazionalista, del mito della virilità, della discriminazione politica, della persecuzione razziale, infine della guerra al fianco dei nazisti. Fu così generosa e fedele ai suoi princìpi, la democrazia, che consentì ai neofascisti, i suoi nemici appena battuti, di sedere in Parlamento.
Niente marca la differenza, tra il prima e il dopo, come la decisione di lasciare posto, voce,diritti politici a chi non li aveva lasciati ai suoi nemici.Il patto era che non riorganizzassero ufficialmente il Partito Nazionale Fascista. Lo fecero ufficiosamente. Furono tollerati.Oggi festeggiamo anche quella scelta. Nella sua imperfezione, perfino nella sua debolezza, la democrazia ci salva dal mito totalitario della purezza e dell’uniformità. È anche la casa dei suoi nemici. È la patria di tutti. Anche di quelli che non la capiscono e non le sono grati. In questi lunghi ottant’anni molti dei buoni propositi dei costituenti non si sono realizzati. Il fumo della retorica (anche la democrazia, come la dittatura, purtroppo ne produce a tonnellate) non basta a coprire le omissioni e le delusioni. Rispetto ai passi energici di quei ragazzi e ragazze in camicia e fazzoletto, con il mitra e senza, che ogni 25 aprile rivediamo in fotografia, c’è più stanchezza.
Ma la sostanza – la democrazia è di tutti, il fascismo fu un sequestro di patria – ha retto, e ha retto bene. Anche a prove durissime, come le stragi nere e il terrorismo rosso. Ha retto perché la libertà, alla fine, è un’idea semplice e chiara. Più semplice e più chiara del nostro incerto cammino.
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