mercoledì 10 aprile 2024

L'Amaca

 

Le virtù del pappa e ciccia
DI MICHELE SERRA
Una tesi di laurea sul consociativismo, che a Roma si chiama volgarmente “pappa e ciccia”, troverebbe prezioso materiale di studio nella festa di compleanno del direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, che le cronache descrivono come una affettuosa adunata di politici e giornalisti “connotati politicamente”, come direbbe la deputata Boschi, in modo molto difforme. Destra, sinistra e centro, più le varianti stagionali. Con qualche notevole defezione politica tra i dem, una volta tanto quasi compatti in una scelta comprensibile, allo stesso modo, da intellettuali e popolo: l’assenza.
La cosa interessante è che il festeggiato dirige uno dei tigì più schierati e faziosi della storia repubblicana. Che al confronto il Telekabul di Curzi e il mitico Tg2 di quando Bettino imperava sembrano la Bbc. E l’attuale Tg2 meloniano è molto meno meloniano del Tg1 di Chiocci. Il valore aggiunto del pappa e ciccia,pardon del consociativismo, è dunque questo: che nemmeno l’attacco più duro, la divisione più irrimediabile, può davvero minare la fratellanza e la sorellanza tra i membri di una comunità, quella politico-mediatico romana, che è solida e a suo modo etica: perché odiarsi, perché non frequentarsi se le idee dividono, ma il territorio unisce? Perché cambiare marciapiede quando ci si incrocia, se proprio su quel marciapiede c’è la trattoria che piace tanto a entrambi?
È capitato pure a me (perfino a me, che vivo su un altro pianeta) di essere salutato con grande affetto, sia pure lontano da Roma, da un tipo che la settimana prima aveva scritto che gli faccio schifo. Devo essergli sembrato meschino, perché non gli ho restituito il saluto. Chissà che non avesse ragione lui: il nemico del mattino è il tuo commensale di sera. Si vive più distesi.
Con meno ansia.

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