lunedì 22 febbraio 2016

Una foto, una fine


E' bastata una foto, una semplice foto scattata in una convention di svitati dediti alla ricerca continua del nuovo, dell'innovativo per capire che fine faremo se non ci ribelleremo ai diktat informatici.
Una foto per preparaci a tener duro, per non scendere nel crepaccio dell'anonimato, nel recinto del pecorame, nella conca infida e qualunquista che molti aspirano e preparano per noi. 
Mi ribellerò, farò di tutto per non farmi trascinare dentro i meandri sempliciotti che rischiano di trasformarci in idioti non più pensanti, fuorvianti ed annebbianti menti, cuori e bellezze reali.
Correrò sempre a vedere un tramonto, mi emozionerò con la bellezza reale, scaccerò le sirene che auspicano la mia chiusura in casa non a fantasticare, bensì a perdere talenti personali per usare dell'artificio trasformante in nullità, in tenue e flebile parvenza umana, tutto quello che di poco detengo e prediligo.

Volete vedere questa foto? 
Ve la faccio vedere. E' tremenda. E' apportatrice di nefandezze, d'inutilità soccombente, di scialbo futuro ammaestratore. 
Un pericolo. Autentico e devastante.

Eccola:



Guardatela. Osservatela bene. Sapete chi è il signorotto, vero? 
Mark Zuckerberg, duca di Facebook. Un autentico domatore di coscienze, dall'alto del miliardo e mezzo di umani che usano del suo strumento. Guardate il ghigno, scrutate il passo, immaginate la felicità crescente ed appagante per le sue tasche e la sua già enorme potenza mediatica. 
Ci vorrebbe così, insensibili al reale ed affascinati del virtuale di cui ha intravisto i gangli multicolorati che avvilupperanno sciocchi che si ritengono al passo coi tempi. Pazzesco! Ci aspetta un mondo di idioti. 
Idioti ammaestrati e proni al volere di pochi!
Viva la campagna! Viva le tavolate all'aria aperta tra salami e vino buono! Viva le chiacchierate alla luce della Luna! Viva la vita!!
E vaffanculo a tutti questi domatori di sta' minchia! 

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