venerdì 5 febbraio 2016

Canovaccio


Elevandosi sull’orizzonte che si vede? 
Paesaggio strano ed inverosimile. 
Ogniqualvolta nasce un evento che indigna l’opinione pubblica, scatta nel mondo estraneo alla normalità un canovaccio oramai consolidato: indignazione – proposta d’intervento celere- latrati alla luna per la ricerca dei colpevoli e delle severe punizioni consequenziali – proposte di leggi atte ad evitare nel futuro il ripetersi del spiacevole disguido.

Alcuni esempi?

Funerale Casamonica

Spese pazze nelle regioni

Monte dei Paschi di Siena (e ho detto tutto)

Rapina a mano bancaria di tenutari conti in banche concedenti soldi a palate ai soliti noti (vedi Banca Etruria)

Scoperta, recente, degli insignificanti affitti che gente romana paga al comune, per un ammanco annuale di almeno 100 milioni.
Serve altro?

Successivamente cala, come una soffice coltre di panno, il silenzio, la dimenticanza, il flebile ricordo che in breve tempo si spegnerà.
Ora, può darsi che il popolino a cui mi vanto di appartenere, nel corso degli anni sia diventato sempre maggiormente coglione. 
Ci può stare.
Resta però la sensazione che il canovaccio di cui sopra, scritto da mani ottenebrate dal potere a costo di qualsiasi cosa in anni passati, esista davvero. Sia una sequenza studiata a tavolino da personaggi scomodi come sedersi su una polveriera durante un temporale, mente pensanti alla Napolitano per intenderci, o al Puttaniere o ancora meglio a questo piccolo ed insipido statista di oggi, tanto caro agli avi ed ai poteri forti. 
L’uomo toscano pare agire in questa direzione, modificando i media a proprio piacimento e desiderio, dando ordine ai suoi scudieri di reclutare ciarpame di partiti oramai finiti, abili nel manipolare la verità, occultando sentimenti e democrazia in nome di una casta sempre più forte, inossidabile, inattaccabile, minante lo stato e la Costituzione, la quale guarda caso è vicina ad una modifica che tarperà ali di libertà, sentimenti ed uguaglianza sociale, oramai chimera.

Quel che dispiace davvero è immaginare che, ogniqualvolta accade un evento ripugnante simile a quelli citati sopra, s'inizi ad essere recitato il canonico canovaccio, con gente chiusa allegramente tra velluti e stucchi ridente di gusto sopra le nostre melanconiche teste, dall'alto della loro immunità eterna, sulla tolda di un potere sempre più per pochi. 

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