giovedì 4 febbraio 2016

Pio Pio


Non riesco ad intravedere un valido motivo per la traslazione della salma di S. Padre Pio da Pietralcina dalla "Las Vegas del culto dei santi" (S.Giovanni Rotondo) a Roma.
Partendo da un discorso molto più generale, ovvero la sostituzione del culto popolare con il centro e cuore del cristianesimo, il Santissimo Sacramento, culto incentivato e lasciato crescere dalla gerarchia, a mio parere sviante fede ed appunto il Cuore stesso.

Ricordo un fatto a tal proposito nella mia parrocchia molti anni fa durante il Venerdi Santo, giorno in cui il tabernacolo viene lasciato vuoto quale segno della Passione del Signore; nelle chiese, in quel giorno, tutto si dovrebbe incentrare sulla Croce, sulla morte e sul sacrificio. 
Tutte le altre statue raffiguranti santi e la Madonna un tempo venivano coperte proprio per agevolare tale dettato liturgico. Ebbene, c'era gente che candidamente protestava perché non trovava una candela da accendere al santo prediletto, esempio di come, in una visione affaristica, si sia reso predominante un culto eccessivo e non corollario e supportante il Mistero. 

Rende più sicura la preghiera, più certo l'ascolto, più reale l'intercessione questo riferirsi alle schiere portate all'onore degli altari dalla Chiesa, tanto da annebbiarne il centro focale del cattolicesimo?

I Santi intercedono, questo è certo. I Santi sono intermediari, sono esempi da seguire per raggiungere la meta finale. 
Ma non dovrebbero sostituire l'Essenziale. 

Questo viaggio di S.Pio da Pietralcina personalmente m'indispone, mi fa intravedere un business che non condivido e mai condividerò. 

A San Giovanni Rotondo gira la grana, ci sono empori con statue da centinaia di euro in scala 1a1. 
Hotel, ristoranti, ninnoli per una mercificazione deviante e subdola.

E Papa Francesco soffre di questa commercializzazione imperante, di questa ricerca del miracolo lautamente ricompensato. E allora perché?
Non si capisce questa operazione, questa ostentazione che pare alimentare la ricerca del miracolo che per fede invece è evangelicamente una conseguenza, una certificazione atta a manifestare il grande e principale capolavoro del Risorto, la purificazione dell'uomo e la sua introduzione al Mistero, nella Luce che non tramonterà mai più.
Spettacolarizzazione della fede, incentivazione ad ammaliare popoli verso uomini e donne elevati alla gloria che avendo vissuto secondo i dettami evangelici, sono e restano intermediari, giunzioni, collanti per cuori lontani ed annebbiati al fine di rivolgerli verso la fonte d'acqua viva, il centro dell'Amore, la soave bellezza che un giorno potremmo vedere a faccia a faccia.
Non però a sostituirla o ad affiancarla con un culto faraonico e troppo abbacinante. 
Addirittura sviante. 

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