giovedì 18 febbraio 2016

La chiusura del cerchio




Con quella voce stridula ed irritante, adenoidea, invogliante a prendere una sonora sbronza per insonorizzarsi in una liberante ed al confronto per niente fastidiosa acufene, è riuscita, grazie alla amicizia fraterna con il Giullare, a trasformarsi in cuneo dirompente per debellare la tenue ed oramai fumigante sana diversità di vedute, che Rai 3 cercava di mantenere per un prioritario tributo alla democrazia (eccezion fatta per Mannoni un soporifero seguace del renzismo) in rappresentanza di chi, e non sono pochi, vede nell'Egoriferito un rapace incapace ma voglioso di far tutto suo, sull'esempio dello zio puttaniere e pregiudicato. 

Daria spegnerà senza remore né fatica, quella pallida idea di voce fuori dal coro, essenziale per un cammino sereno e soprattutto critico che in tutte le democrazie del mondo vige ed anzi, viene alimentato. 
Ma come dicevo prima, al Bimbo di Rignano non piace avere voci fuori dal coro che cerchino e spronino risposte ai grandi quesiti irrisolti e ridicolizzati dalla bieca compagine governativa. 
Grazie a Daria riusciremo a non domandarci, a non investigare giornalisticamente su Banca Etruria, sui processi di Renzi senior, su Luca Lotti che oramai pare chiaro essere il tipico primo della classe antipatico al punto che vorresti allegramente arrossare le terga con dei misericordiosi calci nel culo.
Non potremo arginare lo scacco parlamentare, voluto e preteso dall'eterno senatore Napolitano emblema del fritto misto, unente ideali, smussante diversità e partoriente il mefitico Partito della Nazione, con Verdini uomo di punta che è come mettere un incendiario a capo dei Vigili del Fuoco.

Daria smusserà, triturerà ogni virgulto democratico criticante il Rais, sbeffeggiando coloro che, agognando oramai da tempo immemore in una sana rinascita costituzionale atta a riportare il Parlamento al centro della vita politica, mestamente vedranno ridurre il tutto ad una ovvia e scontata processione dietro al Pifferaio Magico Toscano il quale, senza più freni né remore, porterà il paese verso un baratro definitivo, lasciando la strada libera a prossime e temibili "invasioni barbariche".   

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