Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
sabato 8 marzo 2025
Driiiin!!!
Profezia
Ma daiiii!
Portateje altro vino!
L'Amaca
venerdì 7 marzo 2025
Esempio
Massimo oltre altlantico
Cercare il bandolo
L'Amaca
giovedì 6 marzo 2025
Rimuginando
Sai come quando avverti in giro uno strano odore? La stessa sensazione sulla manifestazione lanciata da Michele Serra - che stimo molto - del 15 marzo a Roma in Piazza del Popolo dal titolo "Una piazza per l'Europa".
Iniziativa nobilissima ci mancherebbe ma sullo sfondo, pare, di questa necessità d'unità s'intravede la speranza di diventare un continente coeso e forte, forte nella mente di molti sta a significare armato; armato sottintende un improvvido scialacquio di risorse, di un demenziale investimento bellico che tanto piace ai soliti noti.
Orbene, mentre mi documentavo sull'idea di Michele, il quale è partito senza alcun velato proponimento, lo dice lui stesso, attorno a questa manifestazione, impercettibilmente, hanno iniziato a librarsi in volo tutti quelli che, da tempo, dovrebbe starsene placidamente a casa danti al camino acceso: il canovaccio è da sempre il solito: apprezzamento per l'iniziativa - annuncio di parteciparvi - distinguo, arzigogolo - attività nel substrato - dire e non dire - articoli a supporto di compiacenti pennivendoli - distorsione eclatante di progetti ed aspettative.
E tutto ciò che mi induceva a parteciparvi è evaporato come nevischio a mezzodì allorché personaggi come il signore in foto hanno annunciato urbi et orbi che saranno in piazza del Popolo il 15 marzo.
Non m permetto di pensare "o io o loro!" ci mancherebbe! Solo che un Franceschini, un Gentiloni ronf-ronf, un Guerini guerrafondaio, non riesco a più a digerirli, rappresentando tutto ciò che finge di essere di sinistra ed invece non lo è.
L'idea che m'attizza è sì quella di sperare nell'Europa unente la moltitudine di popoli, tra loro diversi, che la compongono, pur se a volte parrebbe essere sogno impossibile a realizzarsi, ma nel contempo farcita di visioni comuni solidali, di sviluppo sociale, di abbattimento delle innumerevoli disparità e delle vergognose sofferenze di molti. Senza armi, senza fobie di venir aggrediti da quell'assassino della malora. Di vivere in pace investendo in asili, scuole, università, sanità, ricerca - ma quante kazzo di cose di potrebbero fare con i famigerati 800 miliardi che quella sciagurata di Ursula vorrebbe investire in armi? - intessendo rapporti commerciali e di condivisione con altre realtà.
Porsi invece come interlocutore armato fino ai denti credo sia una soluzione anomale e letale.
Per questo parteciperò il 5 aprile alla manifestazione, sempre a Roma, organizzata dalla persona perbene Giuseppe Conte, per l'Europa Unita che dice fermamente no al riarmo demenziale.
Un'ultima domanda: Elly che fai?
Barbara e il no
No al mielismo
L'Amaca
Par di sognare
Cene, nastri, spille e feste: è Schifani, pare il Re Sole
CHE SFARZO - 1.500 metri di fascia per le inaugurazioni, ricchi pranzi, addobbi per gli uffici, contributi per le sagre e gadget istituzionali
Non disdegna certo i social, ma per un politico di lungo corso come Renato Schifani l’attrezzo principe resta la forbice, più che lo smartphone: sarà per questo che si è rifornito di ben 1.500 metri di nastro rosso e giallo, che gli serviranno per battere il record di una inaugurazione ogni 48 ore che gli rimproverano gli avversari.
Ma il chilometro e mezzo di fettuccia color Trinacria è solo una delle spese decise dall’ufficio del cerimoniale che il presidente della Regione Siciliana ha trasformato in Dipartimento (vedi articolo sotto) e che cura per lui ogni dettaglio con svizzera precisione: da ultimo, ha deliberato l’acquisto di 55 arredi floreali affinché le stanze di Schifani siano opportunamente guarnite con composizioni “gradite all’onorevole presidente” e che dovranno essere rinnovate settimanalmente per un conto di 3 mila euro. E che dire delle necrologie? Per il 2025 sono stati già prenotati 20 messaggi di cordoglio del governatore da pubblicare a pagamento su due testate regionali. Ma poi c’è tutto il resto: dai contributi elargiti a piene mani per feste e sagre ai ricordini per gli ospiti in visita a Palazzo d’Orleans che non vanno mai via a mani vuote o a bocca asciutta, ché il bicchierino da offrire è sempre in agguato visto il conto mensile per bevande e stuzzichini annessi. La rappresentanza a tavola del resto è impeccabile anche nelle trasferte in continente: l’evento Sicilia ad Assisi “Accendiamo la Speranza – Regione e Chiesa insieme per offrire l’olio sulla tomba di San Francesco” è terminato con una cena e poi un pranzo di rappresentanza al ristorante “Re Tartù” di Montefalco e conto da 1.726 euro.
Ma pure quando è in missione in Sicilia, la rappresentanza culinaria è top di gamma e di pronto rimborso per Schifani: 160 euro all’osteria “Il bell’Antonio” di Catania durante le celebrazioni in onore di Sant’Agata, 500 euro da ricaricare sulla carta presidenziale per un pranzo a Messina dopo un convegno sui rifiuti, altri 800 euro per la cena offerta dal governatore ai vertici della regione l’11 novembre scorso al ristorante “Alle terrazze” di Palermo. Ne sono invece serviti 8.800 per il cenone di Capodanno dopo l’evento Mediaset nel centro eventi Granduomo di Catania e ancora prima a settembre, in occasione dell’edizione 2024 della Coppa degli Assi, Schifani aveva speso 23.375 euro per mettere a tavola 170 ospiti (137 euro a coperto) nella splendida cornice dei Giardini di Villa d’Orleans. Ma poi c’è anche il conto dell’accoglienza quotidiana a Palazzo: per il servizio di somministrazione di alimenti e bevande richieste per le attività di rappresentanza per i soli mesi di novembre e dicembre la fattura è stata di 7.400 euro.
Del resto in occasione di visite programmate delle Autorità Istituzionali, nazionali ed estere presso la sede del governo regionale è pure “consuetudine del presidente omaggiare gli ospiti con oggetti rappresentativi dell’arte e delle tradizioni siciliane” e per questo il cerimoniale di Schifani ha recentemente riassortito il campionario acquistando 500 medaglie Trinacria, 20 ombrelli con logo della Regione, 50 spille resinate, 500 matite personalizzate e dulcis in fundo proprio il chilometro e mezzo di nastro rosso e giallo per inaugurazioni che rischiava di terminare: costo 4.005,00 oltre Iva al 22%.
Robetta rispetto alle feste in vista delle quali Schifani non fa mancare mai il suo contributo piccolo o grande che sia: 1.000 euro per il carnevale di Lercara Friddi, altrettanti per la sagra della sfincia di San Giuseppe Jato o per la manifestazione “Altari di San Giuseppe” a Chiusa Sclafani. E ancora, 12 mila euro per la sagra del cinghiale madonita di Ganci, 1.500 euro per i festeggiamenti natalizi alla Parrocchia beata Vergine del Carmelo di Misilmeri e via spendendo per altre mille iniziative come la manifestazione denominata “Visita del corpo di San Lucia” ad Aci Catena da finanziare con 3.000 euro, 2.000 per il Capodanno di Modica, 4.000 per il concerto di Natale di Ribera (Agrigento). E allora non stupiranno i 20.740 euro spesi per la fornitura degli allestimenti natalizi in Regione “comprensivi di illuminazione della facciata di Palazzo Orleans, degli alberi d’ulivo posizionati nelle villette antistanti, dell’albero di Natale alto circa 6 metri”. Né i 5.831 euro sganciati per le aiuole, l’allestimento del presepe e le stelle di natale da posizionare all’interno del Palazzo della Regione fatta eccezione per gli uffici di Schifani: per comprare le stelle di natale destinate alle stanze presidenziali sono stati necessari altri 616,16 euro. Altri 3.000 euro se ne sono andati invece per acquistare dolci e confezioni natalizie per “omaggiare le massime cariche istituzionali regionali in occasione del messaggio augurale del presidente” mentre 1.150 euro sono stati necessari per comprare i doni destinati “alle più alte autorità istituzionali della Regione siciliana”: 1 scatola argentata, 7 foulard e 6 sciarpe meno una. Per la sciarpa di seta e velluto destinata al presidente dell’Assemblea regionale Gaetano Galvagno erano stati messi appositamente in conto 170 euro, ma per fortuna la spesa è stata minore: il cadeau è costato solo 169,99 euro e una delibera di 4 pagine per eliminare dalle scritture contabili 0,01 euro di differenza. Chapeau!
mercoledì 5 marzo 2025
Presto!
Freddy: Ma che c'è, che ti prende, dategli... presto dategli...
Igor: Cosa, dategli cosa? Cerchi di mimarlo, quattro sillabe, prima sillaba, suona come...
Inga: Se? suona come me? te? se?
Igor & Inga: Said.
Igor: Se!
Inga: Seconda sillaba, preposizione come di, con, su?
Igor: Da! Se-da, ha detto sedano, ha detto sedano. Come?... se-da-davo, date un sedadavo.
Inga: Tivo! Sedativo!
Questi tempi rosa
“Donne-cavallo” e coca rosa: arrestati Lacerenza e Nobile
FESTINI A LUCI ROSSE ALLA GINTONERIA, MILANO - Il servizio “delivery”. Droga e prostitute (pure minorenni) per i clienti ricchi, anche a domicilio. Il locale frequentato da agenti e finanzieri. Molti i video sui social
L’arresto di Davide Lacerenza e Stefania Nobile ha colto di sorpresa solo chi non conosceva “La Gintoneria”, il famoso locale milanese dietro la Stazione Centrale in cui si offrivano alcol, droga e prostitute.
Tutto in un solo pacchetto, e neppure troppo conveniente. E non serviva neppure andare a bere champagne sul posto per immaginare cosa accadesse lì dentro, visto che da anni Lacerenza si mostrava senza troppo pudore sui social sotto effetto di stupefacenti e in compagnia di ragazze che non sembravano uscite da un convento. Sul web girano immagini di lui che assume cocaina, che chiama le ragazze ai tavoli “cavalle”, che insiste perché clienti giovanissimi e meno giovani “sciabolino”, ovvero stappino bottiglie da migliaia di euro. A leggere le carte dell’indagine della Procura milanese che ha portato all’arresto di Nobile, del suo ex fidanzato e titolare del locale Lacerenza e del loro factotum Davide Ariganello viene fuori uno spaccato raccapricciante. La Gintoneria e lo champagne erano solo un luccicante pretesto per offrire escort e droga di ogni genere ai clienti più facoltosi. E la droga non era solo cocaina ma anche erba e, soprattutto, cocaina rosa detta anche Tusi, un mix di Ketamina e Mdma. Le donne (denominate “cavalle”), anche minorenni, venivano trattate come oggetti sessuali.
Oltre al principale “la Gintoneria” c’era un altro locale, il “Malmaison” ubicato dall’altra parte della strada in cui i clienti più ricchi e disposti a spendere oltre i 5.000 euro venivano scortati anche a notte fonda per poter usufruire di droga ed escort. Il locale era video-sorvegliato anche all’interno, Lacerenza vedeva e controllava tutto, spesso beveva e si drogava in compagnia dei clienti.
Più volte nell’ordinanza si fa riferimento al fatto che Lacerenza avesse amicizie con esponenti delle forze dell’ordine a cui offriva da bere o addirittura droga e che tra i clienti ci fosse un pezzo grosso della Guardia di finanza, che gli arrivasse pure qualche soffiata sui rischi che stava correndo. E poi, questa è la parte più interessante, il locale offriva pure il servizio delivery. Il factotum Davide Ariganello serviva soprattutto a questo: un cliente chiedeva bottiglie di champagne, prostitute e droga a domicilio e lui gliele portava. Talvolta lo faceva pure lo stesso Lacerenza.
Stefania Nobile, come si evince chiaramente dalle intercettazioni, era al corrente di tutto. Della droga, della prostituzione, dei rischi che Lacerenza le faceva correre. Ma una cosa è molto chiara: per quanto lei lasciasse che fosse lui a sporcarsi le mani, per quanto lei odiasse le escort che chiamava “tossiche” o “drogate”, per quanto fosse preoccupata – talvolta – per la spregiudicatezza e la dipendenza dalle droghe di Lacerenza, Nobile era a tutti gli effetti sua socia. E la quantità spropositata di denaro che Lacerenza le faceva guadagnare – quello stesso denaro con cui lei noleggiava Lamborghini o viaggiava all’estero – era un buon motivo per farsi andare bene tutto. “Sono fattissimo, abbiamo 4 puttane da chiamare adesso per questi cavalli?”, chiedeva Lacerenza al suo braccio destro Ariganello in una intercettazione.
Il problema del rintracciamento delle escort risulta una costante. Lacerenza le chiama personalmente, chiede quanto vogliono, dà loro consigli su come gestire i clienti. Quando è nel locale per i più ricchi chiede ad Ariganello “Ma chi c’è di là?” (nella Gintoneria) e l’altro: “Quattro poveri, adesso li mandiamo via”. Perché quelli che bevono e basta, magari anche bottiglie non troppo pregiate, sono “poveri”. È molto ricco invece il cliente battezzato da Nobile e Lacerenza “Lo Sconosciuto” che tra champagne, alcol e prostitute ha bonificato alle varie società collegate ai due soci la bellezza di 640.000 euro.
Alcuni passaggi delle intercettazioni sono perfino comici, nel loro squallore. Una notte “Lo Sconosciuto” chiede escort a più riprese, per cui Ariganello passa ore a cercare nuove prostitute che vanno e vengono finché a un certo punto finisce pure a portare il cane del cliente a spasso mentre quello beve, si accoppia e si droga. Non c’è nulla di divertente, invece, nel passaggio in cui Lacerenza chiama “la piccola” una escort di 17 anni che usa per i clienti che la richiedono (Lacerenza, al telefono: “A Federico ho già fatto scopare la ragazza, la 2005”. Nobile: “Ah, vai per anno tu!”).
Di questo risulta al corrente anche Wanna Marchi. Non fa sorridere neppure quel passaggio in cui si diverte a dileggiare con Stefania Nobile un’altra escort soprannominata dai due “la puzzola” perché, a detta loro, emana un cattivo odore. (“È andato su con la puzzola, le puzzano le ascelle, puzzava di brutto”. “Mamma mia che schifo”. “Lui le leccava le ascelle, ho i video, un maiale”). Sempre Lacerenza intercettato mentre parla di una ragazzina che si sarebbe intrattenuta troppo a lungo con un cliente: “C’ho una ragazzina di 18 anni ma è scema, è da due ore con uno (..), deve dare il tempo a ’sti coglioni, 20 minuti, perché se trova uno con il c…..o duro la sfonda”.
C’è poi il problema di come giustificare l’entrata di bonifici così importanti per un locale che in definitiva sì, vende bottiglie pregiate, ma che comunque si ritrova a incassare in una sera decine di migliaia di euro da un unico cliente. Per esempio la sera folle dello “Sconosciuto” che tra droghe ed escort ha speso 70.000 euro. In una telefonata tra Lacerenza e Nobile lui le spiega che pubblicherà delle storie su Instagram in cui mostrerà delle bottiglie di champagne vuote lasciando intendere di aver passato la serata nel locale con clienti facoltosi. “Faccio la scena del crimine che mettiamo un po’ di bottiglie vuote, facciamo vedere che siamo stati qui con dei clienti potentissimi”, scrive Lacerenza via whatsapp a Nobile. Malinconica, infine, la testimonianza di una giovane escort: “Io nei locali gli servivo per vendere bottiglie, per soddisfare i clienti e lui stesso. Lacerenza chiede alle escort di avere dei rapporti per testare il loro rapporto qualitativo e la loro durata nella performance. Ho accettato sapendo che più si è gentili con lui e più si ottengono dei vantaggi: cibo, alcol, conoscenze legali e nel mondo delle forze di polizia”. E poi, forse, ha accettato perché le prostitute della Gintoneria ricevono la droga gratis. Lacerenza, che ne consuma almeno 10 grammi al giorno, in una intercettazione dice: “Tutte le puttane che stanno con me o pippano o le faccio iniziare a pippare”. E pensare che a La Zanzara o nei servizi celebrativi del Corriere della Sera Lacerenza e La Gintoneria sembravano un divertente fenomeno di costume.
Esternando politica
Robecchi e l'oroscopo