martedì 10 gennaio 2023

Memento

 

Tra smargiasso e faceto, sta avvenendo sotto i nostri occhi prosciuttati una delle più dolorose scomparse politiche degli ultimi decenni: la fine di quello che alloccamente definiamo un partito di sinistra, il Partito Democratico. 

Sventrato nei suoi dogmi sparigliati da decenni di insalubre politica, ridicolizzato da segretari inadeguati, in primis la macchietta vivente, colui che tra ridanciano e comportamento giullare ha divelto i principi morali ereditati dagli antichi padri, si proprio ello, l'amico del rinascimento arabo a pagamento, l'attuale rimasuglio diretto sino a poco tempo fa da un incapace appisolato, ondivaga senza alcuna meta nei meandri dell'opposizione, ululando alla luna per certe scelte dell'attuale compagine governativa di nero vestita, che nel recente passato erano via maestra per l'apparente compagine di sinistra, vedasi i latrati contro lo spoil system della Caciottara, in realtà una metodologia da lustri applicata in ogni dove dai soloni pidini. 

Sempre al governo con chicchessia senza aver avuto l'appoggio dell'elettorato, ruminando e digerendo leggi squallide rivoltanti nelle tombe i predecessori illustri, questa accozzaglia di mestieranti della politica estikazzistica, pretenderebbero che ancor oggi qualcuno appoggiasse le loro strambate logorroiche fini a se stesse, non avendo alcuna remora a continuare a proporsi per un'innovazione dal sapore disgustoso, visto che nell'establishment attuale, la stragrande maggioranza pervicacemente vorrebbe continuare a gozzovigliare proseguendo nella mastodontica presa per il culo verso il mondo dei lavoratori. Fassino che parla di nuovo corso, rimanendo ancora in tolda, è l'esempio più eclatante; non sono però da meno i vari Franceschini - complimenti per i milioni buttati nel cesso con la comicissima esperienza della ItsArt, la tanto declamata Netflix di stokazzo dell'arte che proponeva a pagamento programmi scaricabili gratis su Rai Play e che nel giro di pochi anni si è rivelata un flop vergognoso, anelante l'anonimato - e poi la Serracchiani e il suo improvvido parrucchiere, Buster Orlando, e via via tutti gli altri compreso la ciurma di fedeli accalappiatori di prebende nascosti nelle partecipate statali. 

Ma la nota più dolente pidina è, al pari di tutti gli altri partiti, il silenzio attorno a quella sana e motivante scelta operata dal Movimento Cinque Stelle: dopo due mandati, dieci anni, qualunque incarico ricoperto, qualsiasi sedia posseduta, te ne vai a casa senza passare dal via! Invece la combriccola di finta sinistra, persevera a non togliersi dai coglioni, ammorbando l'aria con fregnacce ingoiate a memoria, senza dignità, sperando ancor oggi nella presenza massiccia di allocchi che caschino dentro la nassa sperando in un mondo migliore. Purtroppo per loro i tempi sono cambiati, la gente si sta risvegliando dal letargo, le nenie e le sirene non intontiscono più come negli anni d'oro (per loro). Non contenti della debacle definitiva in arrivo, del quattordicipercento che i sondaggi attribuiscono all'assemblaggio pidino, i fantasmini inani continuano a scialacquare ragione e sentimento, contraddicendosi persino nella preparazione dell'oramai famigerato congresso, spostandone la data, tramando e continuando a prefabbricare tresche, inciuci, minando scelte innovative, custodendo piduescamente l'esistenza delle famigerate correnti, il male più oscuro e becero della loro politica. 

Praticamente è come se fossero sul Titanic e dal bar chiedessero un pochetto di ghiaccio e qualcuno auto-investitosi conducator dicesse al timoniere: "dirigiti su quello scoglietto bianco che ne prendiamo un po' per gli aperitivi!"           

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