Costernato da cotanta sagacia, m'intristisco oltremodo nel leggere della dipartita, dirigenziale, dell'Agnello di soldi farcito, descritto ed osannato da molti quotidiani, in special modo, da quelli di proprietà - eh si! Caschiamo sempre lì! Se ti permettono di detenere maggioranza di stampa cosiddetta pubblica, e se fai parte di una famigliola come quella sabauda per antonomasia, con possedimenti azionari in ogni dove, puoi star tranquillo che anche una disastrosa e probabilmente illegale conduzione societaria calcistica, ti verrà descritta trionfalmente, per travisare la realtà ben più scomoda, con operazioni che pare oltrepassino la decenza e la sportività. -
Leggendo le accuse della magistratura, il falso in bilancio soprattutto, non si capisce perché l'Agnello passi per quello che non è! Probabilmente essendo un mite e vaporoso discendente dinastico si è fidato troppo dei propri collaboratori, in primis il Biondino da sempre dedito alla ricerca di quella Coppaconleorecchie divenuta la risposta del destino alla conduzione occulta italica, con società oramai vicine al satellite del pianeta Giuve, tra le quali pare vi siano Sassuolo, Atalanta, Udinese, Sampdoria, Parma e Monza, che visto la vicinanza potrebbero essersi "scansate" durante i cosiddetti nove anni di vittorie del tricolore, destinate forse ad essere ridotte dalla giustizia sportiva.
E l'Agnello si dimette da tutte le altre cariche da consigliere nelle società di famiglia, cercando di motivare tale scelta come coraggiosa decisione di essere libero di affrontare il processo oramai vicino. S'ode il riverente applauso dei sodali che inneggiano a questo ex presidente verniciato di vittorie, senza proferir parola sui presunti misfatti.
La speranza è che, avvocatoni di famiglia permettendo, si possa arrivare alla verità, parola desueta da sempre in quelle lande, basti vedere il numero di scudetti accreditati e immortalati nello stadio di proprietà, eccesso smargiasso rispecchiante il modus operandi agnellino.
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