La simmetria della distruzione
di MICHELE SERRA
Lo stato di alterazione del governo israeliano ha trovato una sintesi spietata, e abbastanza spaventosa, nel secco scambio di battute con il governo francese. Avendo detto Macron che «serve uno Stato della Palestina», opinione largamente condivisa da una larghissima maggioranza di Nazioni da almeno un paio di generazioni, l’incredibile risposta israeliana è stata che «Macron è pronto per festeggiare il 7 ottobre».
A parte l’offesa greve e gratuita, degna di una rissa sui social e indegna delle relazioni tra Stati, che nesso c’è tra l’ennesimo richiamo a una risoluzione dell’Onu (“due popoli due Stati”) vecchia come Matusalemme, e mai applicata, e l’approvazione del massacro del 7 ottobre?
Nessuno, ovviamente. E a chi conviene la sovrapposizione, oggettivamente illecita, tra Hamas e un popolo intero, se non a chi, volendo annientare una milizia armata, sta affamando e massacrando quel popolo?
Uno dei punti di forza delle ragioni israeliane è sempre stata la volontà di distruzione di Israele da parte dei Paesi e delle fazioni arabe ostili. “Lottiamo per esistere” non era solo un comodo alibi, era materia vitale. Ora però Israele è arrivata a una tragica simmetria con l’irragionevole volontà di cancellazione che lamenta di avere subito fino dalla sua fondazione. Ha perduto quella buona ragione sposando il medesimo torto che imputa ai suoi nemici: una volontà di distruzione che si manifesta giorno dopo giorno. Il fanatismo e la ferocia dei due governi viene fatto pagare ai due popoli.
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