9 anni e non sentirli
di Marco Travaglio
Lo dicevo io che bisognava seguire la Direzione Pd. Letta è stato spiritoso (“i sondaggi ci premiano per la nostra linearità e nettezza”). Ma soprattutto chiaro: “Con Forza Italia abbiamo lavorato bene nel governo Draghi”. Poi, proprio sul più bello, i berluscones hanno negato la fiducia. Ma è stato il loro unico errore. Non invocare la cacciata dei 5Stelle, non proporre di abolire il Rdc, non respingere il salario minimo e gli altri 8 punti sociali di Conte, non combattere la transizione green a suon di trivelle, inceneritori e rigassificatori, non sposare la schiforma Cartabia e la controriforma fiscale pro ricchi, non fare muro su catasto e balneari, non sostenere i referendum per l’impunità, non bocciare – per citare le uniche proposte del Pd in 17 mesi – lo Ius Scholae, la legge Zan e la mini-tassa di successione per i patrimoni sopra i 5 milioni. Quelli sono pregi: “Dobbiamo convincere gli elettori di FI a votare per noi”. E meno male che B. non ha votato la fiducia, sennò entrerebbe pure lui di diritto nei Democratici e Progressisti con Calenda, Di Maio, Brunetta, Gelmini, Carfagna e forse – non poniamo limiti – Toti e Brugnaro.
Mentre Letta nipote (tutto suo zio), parlava, sul suo profilo Fecebook la base indignata invocava Bersani e Conte. Ma lui stroncava sul nascere il dissenso (peraltro invisibile: in Direzione nessuno ha osato contraddirlo, come i bei tempi di Renzi): “Sul M5S i nostri elettori han dato un giudizio lapidario”. E chissà dove, visto che non sono stati consultati neppure gli iscritti. Qualcuno si domanderà come possa il segretario, mentre sbarra le porte agli alleati nell’unico governo di centrosinistra della legislatura, elogiare un partito di destra guidato da un pregiudicato, plurimputato, pluriprescritto, finanziatore di Cosa Nostra, tuttora indagato per strage. Altri vorranno sapere perché le 9 misure progressiste chieste da Conte a Draghi non le abbia proposte il Pd. Domande oziose, tipiche di chi non è ancora guarito dal virus della sinistra. E di chi ha rimosso il governo Letta (2013-’14), chiave di lettura indispensabile per l’oggi. Affossato Bersani col tiro al Prodi e col bis di Napolitano, Letta andò al governo con FI e i montiani. E per 10 mesi non fece assolutamente nulla, tranne abolire l’Imu sulle case dei ricchi (come promesso a B.), attentare all’art. 138 della Costituzione (come promesso a re Giorgio) e inseguire B. in fuga perché il Senato voleva cacciarlo dopo la condanna (per la Severino). B. se ne andò lo stesso, ma Letta si resse per altri tre mesi grazie alla scissione dei forza-poltronisti Alfano&C. Poi arrivò la giusta punizione: Renzi. Otto anni dopo, ricomincia con gli stessi ingredienti. Comunque vada, sarà un successo.
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