Ditelo a Draghi. Brogli e omicidi: pure in Mozambico c’è un gran bel dittatore
di Alessandro Orsini
Il presidente Sergio Mattarella, in visita in Mozambico, ha appena stretto fraternamente la mano del suo omologo, Filipe Nyusi, da cui il governo Draghi spera di ottenere una parte del gas che non può comprare dalla Russia. Sabato scorso abbiamo scritto che il Mozambico è una dittatura e i nostri migliori lettori hanno chiesto le prove a sostegno di tale affermazione. Il Mozambico è una dittatura oppure no? Ciò che è accaduto durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2019 desta impressione. L’elenco delle violenze contro gli oppositori e dei brogli elettorali richiederebbe una monografia di 500 pagine. In questa sede, ci limitiamo all’essenziale per accontentare i nostri lettori e fornire a Draghi una serie di fatti documentati su cui riflettere. Le violenze in Mozambico sono state bestiali. Giornalisti, difensori dei diritti umani e osservatori elettorali, sono stati uccisi in pieno giorno oppure rapiti e massacrati di botte fino a spezzare gambe e braccia. È il caso di Ericino de Salema, giornalista e commentatore politico, aggredito già il 27 marzo 2018 da tre uomini non identificati davanti alla sede del sindacato nazionale dei giornalisti a Maputo. Salema è stato percosso con un Ak-47, un fucile d’assalto, rapito e infine abbandonato privo di coscienza sul raccordo stradale di Maputo, gambe e braccia spezzate.
Il 7 ottobre 2019, Anastacio Matavel, una delle figure più nobili del Mozambico, osservatore elettorale e noto difensore dei diritti umani, è stato assassinato mentre guidava la sua auto nella città di Xai-Xai, nella provincia di Gaza, con 13 proiettili esplosi da sei poliziotti, la cui identità è nota per puro caso essendosi schiantati contro un’altra auto mentre scappavano come volgari assassini. In un articolo del 18 giugno 2020, intitolato “Mozambique police jailed for killing election observer”, la BBC non usa mezzi termini: “Attivisti, giornalisti e membri dell’opposizione vengono regolarmente uccisi e rapiti in Mozambico. Tuttavia, questi casi raramente finiscono in tribunale”. È giusto che Mattarella si rechi a Maputo nel tentativo di salvare l’economia italiana dalle sanzioni che l’Italia stessa ha applicato contro la Russia? Lasciamo la risposta ai lettori. A noi non interessa giudicare Mattarella, bensì denunciare il gioco di Draghi: “Dittatore se ci pare”. Denunciare tale gioco è un dovere delle Università nelle società libere essendo una delle tecniche con cui i governi manipolano l’opinione pubblica contro la libertà dei popoli. Pochi mesi fa, Draghi blandiva Putin ed etichettava Erdogan come “dittatore”. Oggi Draghi blandisce Erdogan, che stringe affettuosamente in Turchia, e insolentisce Putin. Durante i funerali, i leader religiosi hanno detto che l’omicidio di Matavel è figlio dello “spirito della tirannide”. Evidentemente, la parte più libera del Mozambico concepisce il proprio governo come una tirannia. Le nefandezze che raccontiamo sono note al governo Draghi giacché l’Unione Europea ha avuto una propria missione sul voto in Mozambico insediatasi il 31 agosto 2019 – giorno d’inizio della campagna elettorale che ha opposto Filipe Nyusi del Frelimo a Ossufo Momade del Renamo – con ben 170 osservatori europei inviati nel giorno delle elezioni. Quella stessa missione europea (EOM) ha condannato l’omicidio di Matavel e ha steso un report sui brogli, pubblicato l’8 novembre 2019, che fa balzare dalla sedia. Da quei brogli, ammazzamenti e spaccamenti di ossa vari, è uscito vincitore Nyusi. In base alla classifica di Draghi, abbiamo oggi due dittatori buoni, Erdogan e Nyusi, e un dittatore cattivo, Putin. La classifica è facile alle variazioni. Non faremo mancare aggiornamenti tempestivi.
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